Carissimi Giovani, questa sera ci troviamo idealmente uniti, io a Tivoli con i giovani della Chiesa tiburtina che sto per lasciare, e voi a Pisa con il nostro Arcivescovo Alessandro che saluto filialmente e fraternamente, per celebrare quel Dono meraviglioso che il Padre ci ha dato per mezzo di Cristo suo Figlio che è lo Spirito Santo. «Avrete forza dallo Spirito e mi sarete testimoni». Una frase, tratta dagli Atti degli Apostoli, che trentacinque anni or sono scelsi come parola di riferimento per il mio sacerdozio e che risuona ora per tutti noi chiamati dal Papa a dare testimonianza a Cristo Signore.«Avrete forza dallo Spirito». Carissimi giovani, sappiamo e sapete bene che oggi non è facile mantenerci fedeli alle esigenze del Vangelo. Spesso, soprattutto voi, dovete fare i conti con un clima culturale che omologa e che appiattisce anche i più bei sentimenti e i desideri più alti. Nel vostro cuore c’è il desiderio di «volare alto», di non accontentarsi delle cose scontate e banali, di non fermarsi agli slogan e alle frasi fatte, di verificare ciò che la cultura dominante cerca di imporre; in altre parole c’è in ciascuno un profondo desiderio di bellezza, di verità e di amore che però rischia di spengersi perché non sempre si riescono ad intravedere le strade sulle quali camminare e magari correre verso la realizzazione di questi aneliti del cuore. E ci si blocca; ci si ferma come paralizzati e per di più quasi con la disillusione di aver sperato di raggiungere qualcosa di grande e di bello ma che in realtà, alla fine, sembra essere solo un miraggio.Ecco allora la necessità della forza dello Spirito di Dio. Una forza che non solo è a portata di mano, ma che molti di noi e di voi avete già abbondantemente ricevuto. Mi riferisco al sacramento della Cresima e al dono dello Spirito Santo che in essa ci è stato elargito. Che cosa ne abbiamo fatto di questo dono? Siamo davvero consapevoli della enorme ricchezza che ci è stata affidata? Invochiamo la luce e la forza dello Spirito per avere la capacità di vivere in pienezza la nostra fede?Gesù ci ha promesso questa forza; e siamo sicuri che la sua parola non inganna. Si tratta di fidarci di lui; di aprirgli il cuore e la vita; di affidargli la nostra disponibilità; di rispondere con l’amore al grande amore con cui sempre ci viene incontro per primo.E quando ci lasciamo raggiungere e riempire dall’amore di Gesù non è possibile tenere questo amore soltanto per noi. Abbiamo bisogno di condividerlo; non solo di raccontarlo, ma di trasmetterlo a quanti incontriamo quotidianamente sul nostro cammino; abbiamo bisogno di testimoniarlo.«Mi sarete testimoni».Questa sera, anch’io voglio testimoniarvi la gioia grande di essere stato colmato dall’amore di Gesù; un amore che mi ha spinto, con fiducia e pieno affidamento a Lui, a dire il mio sì alla Chiesa, che dopo una splendida esperienza in terra tiburtina, mi vuole di nuovo a Pisa come arcivescovo, cioè come padre e pastore di tutti voi con i quali fino a circa cinque anni fa ho vissuto come fratello alla sequela di Gesù, sulla strada del Vangelo.Con voi continuerò a camminare sulla strada già indicata dal nostro Arcivescovo Alessandro; con voi e per voi cercherò di spendere le mie migliori energie per «volare alto» insieme con voi nella vita di fede e nella testimonianza del Vangelo e per essere insieme capaci di quel coraggio grazie al quale nessuno tiene solo per sé i doni meravigliosi ricevuti dal Signore, ma li comunica, li dona a propria volta perché la gioia che il Signore ci ha dato possa essere la gioia di ogni ragazzo e di ogni ragazza che incontriamo ogni giorno. Senza paura. Senza nasconderci. E soprattutto con amore traboccante: l’amore che è dono meraviglioso dello Spirito Santo che è stato effuso nei nostri cuori.In attesa di incontrarci e di iniziare insieme un nuovo tratto del secolare cammino della nostra Chiesa pisana, con amicizia, vi saluto e vi benedico+ Giovanni Paolo