di Augusto CinelliA voler registrare i sentimenti dei fedeli di Tivoli nel momento del distacco dal proprio vescovo Giovanni Paolo Benotto, eletto il 2 febbraio scorso alla cattedra di Pisa, ci si imbatte, impossibile negarlo, in un diffuso e sincero dispiacere. Basta ascoltare alcune voci significative della chiesa tiburtina ma anche rivedere i momenti ufficiali del congedo, per rendersi conto che quel giovane vescovo che era arrivato nella diocesi alle porte della capitale il 4 ottobre 2003, è entrato decisamente nel cuore della gente, ha acceso entusiasmo e dato slancio alla pastorale della chiesa tiburtina. A questo si aggiungano i soli quattro anni e mezzo di permanenza a Tivoli, che di certo non facevano pensare che il distacco fosse alle porte. Ma se questo è vero, altrettanto sincero è il sentimento di gratitudine al Signore per gli anni di ministero episcopale di Benotto nella diocesi laziale, che lasciano come eredità tra chi lo ha conosciuto l’obbedienza alla volontà di Dio, la fiducia per il futuro e il concreto proposito di non disperdere i frutti del cammino percorso insieme. La Messa crismale del Giovedì Santo nella cattedrale di San Lorenzo a Tivoli è diventata l’occasione del saluto di congedo al nuovo arcivescovo di Pisa. È stato il vicario generale monsignor Benedetto Serafini a dare voce in particolare ai sentimenti dei sacerdoti. «Il suo lavoro in questi quattro anni – ha detto, rivolgendosi a Benotto – è statosenza sosta, toccando tutte le realtà del nostro territorio. Attraverso la visita pastorale ha potuto vedere la religiosità della nostra gente, l’attaccamento alle tradizioni religiose, si è reso conto di persona della dedizione dei parroci, ha visitato le scuole e le fabbriche. Forse non leggerà nei nostri occhi quella gioia del 4 ottobre 2003, quando l’abbiamo accolta in diocesi, ma vedrà nei sacerdoti la consapevolezza e la fierezza di appartenere alla nostra diocesi di Tivoli. La ringraziamo di tutto!». In un clima di palpabile commozione, il segretario del Consiglio pastorale diocesano, l’ingegner Gianluca Evangelista, ha espresso la gratitudine del laicato: «L’incontro con Lei è stato sicuramente un evento straordinario per la vita di ognuno di noi e per la diocesi intera. Qualcuno ha trovato in lei un amico, molti hanno trovato un punto di riferimento, tutti hanno trovato il pastore». Ed ha proseguito: «La ringraziamo per la fiducia che ha dato a noi laici e per la considerazione così alta in ogni progetto pastorale. È interessante notare come pian piano molti abbiano preso coscienza della loro missione con rinnovato slancio ed entusiasmo nuovo. La ringraziano soprattutto chi ha avuto la gioia dell’incontro per mezzo della visita pastorale. Ma insieme vogliamo ringraziare soprattutto il Signore per l’opportunità di crescita che ci ha messo a disposizione e per l’impulso nuovo che ha trasmesso alla diocesi intera. Ora come viandanti dobbiamo riprendere il nostro cammino verso la meta e lo facciamo salutando con un abbraccio caloroso la guida che ci ha accompagnato in questo tratto di cammino». A confermare le parole di Evangelista, ci sono alcune voci che vengono da due ambiti che Benotto ha avuto particolarmente a cuore negli anni a Tivoli, i giovani e la famiglia. «Ha avuto un rapporto privilegiato con i giovani», testimonia don Alberto De Vivo, responsabile del Servizio diocesano di pastorale giovanile. «Con loro ha instaurato un rapporto di padre e di amico, curando sempre il contatto umano e sostenendo la vita spirituale di tanti, come dimostra anche la fioritura di cammini vocazionali particolari». Lo conferma proprio un giovane, Daniele Pani, 26 anni, uno dei tanti che monsignor Benotto ha incontrato: «È stato sempre pronto a farci sentire accolti, dandoci una forte carica nel nostro cammino di crescita- dice Daniele. Ci ha dato fiducia da subito, mettendo in moto anche la nostra creatività, come dimostra il successo del laboratorio teatrale della PG che ha prodotto un recital sulla vita di papa Wojtyla. Indimenticabili, poi, i momenti vissuti con lui nei pellegrinaggi al santuario mariano della Mentorella e alla GMG di Colonia». Don Alberto e Daniele esprimono il desiderio che quanto costruito non vada perduto, raccontando ad esempio della proposta avanzata al vescovo di creare anche un gemellaggio tra la pastorale giovanile di Pisa e quella di Tivoli. Del resto contano sulla premura con cui il vescovo ha risposto a tanti giovani tramite lettera o posta elettronica, a dimostrazione di una sua particolare attenzione all’accompagnamento personale nel cammino dei giovani. Tocca a Don Romano Massucco, responsabile con Erminia e Ciro Sarnataro della pastorale familiare, raccontare quanto il vescovo ha costruito con fidanzati e famiglie. Anche lui evidenzia la fioritura di iniziative e di entusiasmo, sottolineando come «non ci sia stata parrocchia che non abbia avuto un incontro tra fidanzati e vescovo». E ricorda il grande impegno di monsignor Benotto per la formazione delle coppie e il rinnovamento della equipe diocesana di pastorale familiare. Da altre voci del laicato impegnato viene ricordato l’impegno del vescovo nella pastorale sociale e del lavoro, e il suo farsi vicino agli ambienti di vita della gente, come ad esempio è successo per le problematiche dei lavoratori delle molte cave in cui si estrae il travertino nella zona di Tivoli e Guidonia.Insomma, il rammarico per questo congedo è evidente, ma bene ha detto ancora il segretario del Consiglio pastorale diocesano, salutando il cinquantanovenne presule toscano chiamato dal Santo Padre nella diocesi che gli ha dato i natali: «L’unica cosa che ci rende felici in questo momento del nostro cammino, è che per ogni cuore triste qui a Tivoli sicuramente ci sarà un cuore felice a Pisa? Grazie, monsignor Benotto!». «Lascio una Chiesa cui ho voluto molto bene»TIVOLI – «Lascio una Chiesa cui ho voluto molto bene e dalla quale ho ricevuto lo stesso affetto»: così monsignor Benotto lo scorso 2 febbraio, quando dava l’annuncio nella curia vescovile di Tivoli della sua nomina ad arcivescovo di Pisa. Esprimendo in tal modo la propria gratitudine ad una chiesa che gli è divenuta molto cara. Ad una densa lettera di saluto, rivolta alle varie componenti della diocesi, il presule toscano ha affidato i propri sentimenti per la circostanza. Oltre che di «profonda commozione» provata nel lasciare «questa famiglia spirituale nella quale mi sono davvero sentito padre di tutti», il nuovo arcivescovo di Pisa parla contemporaneamente di «grande pace interiore, nella consapevolezza che dicendo di sì al Papa, che mi ha chiesto di essere disponibile all’obbedienza, ho detto di sì a Dio». Il ministero episcopale di Giovanni Paolo Benotto nella diocesi alle porte di Roma, è stato contrassegnato innanzitutto dalla visita pastorale che ha interessato gran parte delle parrocchie. Con essa il vescovo ha potuto toccare con mano le potenzialità delle comunità che hanno sperimentato una vera e propria ripresa di vitalità. Un secondo ambito che è stato molto a cuore al presule è stato quello della partecipazione laicale alla missione della Chiesa, che ha ricevuto un significativo impulso dalla recente costituzione del consiglio pastorale diocesano, come pure dalla costante attenzione del vescovo ai problemi del mondo del lavoro e della scuola. A questo va aggiunto il grosso lavoro nella pastorale giovanile, con diversi appuntamenti di formazione spirituale per i giovani, costanti catechesi e periodici esercizi spirituali, momenti di festa e condivisione. Rilevante il lavoro anche con la pastorale familiare, attraverso il rinnovamento della equipe diocesana, i percorsi di formazione, i ritiri con i molti fidanzati e le scuole di pastorale familiare. Un terreno che ha dato ottimi frutti è poi quello della comunione tra il pastore e i presbiteri, da Benotto stesso definita «la cosa più bella di questi anni». Ne ha beneficiato anche la pastorale vocazionale, con la fioritura, nei quattro anni del suo ministero tiburtino, di undici candidati al sacerdozio, tutti originari della diocesi. *********************************************************************