Pisa

UNA SPESA PER I POVERI

di Francesco PalettiLa casacca è gialla in evidenza con la scritta verde “giornata nazionale della colletta alimentare”. Stessi colori della busta che, all’ingresso, due volontari hanno consegnato ai clienti di ciascuno dei cinquanta supermercati della provincia (oltre settemila cinquecento in tutta Italia) che, sabato scorso, hanno aderito alla dodicesima edizione dell’iniziativa promossa dal Banco Alimentare, la fondazione da impegnata impegnata nella raccolta e redistribuzione ad enti impegnati nell’accoglienza dei più poveri delle eccedenze alimentari. Chi voleva poteva riempirla quasi di ogni tipologia di genere alimentare purché fosse a lunga conservazione. Altri volontari, all’uscita, li hanno presi in consegna e catalogati uno per uno. Il risultato è che all’ora di chiusura in tutta la provincia si sono contate quasi 74 tonnellate di alimenti raccolti: sedici di pasta e legumi in scatola, dodici di pelati e conserve di pomodoro, cinque di omogeneizzati ed olio e tre di latte solo per limitarsi a quelli di più largo consumo. «E’ andata addirittura meglio dell’anno scorso quando ci fermammo a “quota 68”: –commenta Alberto Mannini, coordinatore pisano del Banco Alimentare-: significa che la carità è stata più forte anche della crisi economica».Tutta la merce è momentaneamente stoccata nei magazzini del mercato ortofrutticolo di Ospedaletto (Pisa). «Ma entro Natale sarà consegnata a tutti i quaranta enti della provincia convenzionati con noi». L’elenco è lungo: ci sono le mense della Caritas di Pisa e quelle di San Miniato. E poi le pubbliche assistenze e le misericordie, i Centri di Aiuto alla Vita, la San Vincenzo de’Paoli, associazioni di volontariato e cooperative sociali impegnate nel recupero di tossicodipendenti e nell’accoglienza di persone che vivono una situazione di marginalità grave. Infine tantissime parrocchie e istituti religiosi sparsi su tutto il territorio provinciale: da Pisa a Montopoli in Val d’Arno, passando per Crespina, Cenaia, Vicopisano e Pontedera. «In tutto si stima che i generi alimentari raccolti allevieranno un po’ il disagio di circa cinque mila persone» spiega il coordinatore provinciale della fondazione.Merito delle migliaia di gesti di gratuità e solidarietà dei cittadini, certo. Ma anche del Banco Alimentare: «Temevamo che le difficoltà finanziarie che attanagliano tantissime famiglie portassero ad una diminuzione delle donazioni e così ci siamo organizzati aumentando i punti di raccolta: dai trentasette dell’anno scorso siamo passati a cinquanta». Una scelta possibile grazie alla grande disponibilità dei volontari: ottocento solo quelli impegnati in provincia di Pisa, oltre cento mila in tutta Italia. «Sono venuti in tantissimi, sicuramente molti di più rispetto alle edizioni precedenti –commenta Mannini-: è la dimostrazione che c’è un grande bisogno di solidarietà e carità e che iniziative come la colletta alimentare aiutano a riscoprirlo». Impossibile, però, tracciarne un profilo «perché ci sono persone di tutte le età, credenti e non e di ogni provenienza ed estrazione culturale: dagli scout ai volontari di Acli, Croce Rossa e Misericordia, fino ai sindacalisti della Cgil e ai militari della 46esima Aerobrigata e del Capar, il Centro di Addestramento dei Paracadutisti. Per non dire dei tantissimi che, singolarmente, hanno dato la loro disponibilità via mail o telefonicamente dopo aver saputo della colletta». Un universo decisamente eterogeneo «con un unico comune denominatore –spiega il coordinatore del Banco Alimentare-: sono tutte persone molto semplici e con un grande cuore».Oltre cinque milioni i donatori su tutto il territorio nazionale, tantissimi anche in Provincia di Pisa: «Certamente non meno degli anni precedenti: le difficoltà finanziarie che attanagliano tante famiglie non mi sembra proprio che abbiano inciso sulla generosità delle persone –dice Mannini-. L’unica diminuzione che abbiamo riscontrato ha riguardato il valore medio di ciascuna donazione: ognuno continua a dare in base alle proprie disponibilità e in questo momento sono generalmente inferiori rispetto anche a solo dodici mesi».I numeri dell’edizione 2008, comunque, sono impressionanti, ma da soli non spiegano il significato profondo dell’iniziativa: «Fanno sicuramente piacere perché consentiranno di dare una mano a tante persone che in questo momento non se la passano molto bene, ma che non esauriscono le finalità della colletta alimentare che è prima di tutto un gesto educativo e un invito a riscoprire il senso della condivisione con gli ultimi attraverso piccoli gesti». Come comprare una scatola di fagioli o un pacco di spaghetti in più.