Pisa

LA LEZIONE DEI MALATI

di Caterina Guidi

Anziani e malati in prima fila nella Cattedrale di Pisa piena di fedeli. Hanno partecipato alla messa per la Giornata mondiale del malato, l’11 febbraio – nell’anniversario della prima apparizione della Madonna a Lourdes – mostrando quasi con fierezza come si può, pur nella sofferenza, vivere nella speranza ed essere «segno» visibile per tutti. Alla cerimonia, solenne e calorosa al tempo stesso, hanno preso parte numerose associazioni che si occupano, a vario titolo, dell’assistenza ai malati: prima fra tutte l’Unitalsi, da sempre a servizio dei sofferenti, non solo in occasione dei pellegrinaggi; e poi la Pubblica assistenza,  la Misericordia, la Croce Rossa Italiana, l’Associazione volontari ospedalieri, il Rinnovamento nello Spirito Santo, il Movimento apostolico ciechi, il Sovrano Militare Ordine di Malta. Significativa anche la presenza degli scout dell’Agesci.Hanno partecipato all’evento, oltre ai rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, dell’Aeronautica e della Guardia di Finanza, anche il presidente della provincia di Pisa, Andrea Pieroni, l’assessore allepolitiche sociali e all’immigrazione del comune di Pisa, Valentina Settimelli, e, per il comune di Vecchiano, l’assessore alla sicurezza Bruno Sermonti. La liturgia, naturalmente incentrata sulla figura di Maria come madre di tutti ed esempio vivo di fede e missionarietà, è stata concelebrata dall’arcivescovo assieme a molti sacerdoti diocesani. «Il nostro ritrovarci insieme – ha sottolineato monsignor Benotto commentando nell’omelia l’episodio delle nozze di Cana – è un segno che ci permette di rafforzare la nostra fede testimoniandola ai fratelli. Ogni volta che la Chiesa si riunisce in preghiera, manda al mondo un segnale importantissimo: c’è un popolo credente, la fede non è invecchiata ed è anima della vita di ciascuno di noi». Quando Giovanni Paolo II, nel 1992,  istituì la Giornata mondiale del malato, dando forma ufficiale e universale a quanto già si celebrava in alcune diocesi, la concepì come un «momento forte di preghiera, di condivisione, di offerta della sofferenza per il bene della Chiesa e di richiamo per tutti a riconoscere nel volto del fratello infermo il Santo Volto di Cristo, che soffrendo, morendo e risorgendo ha operato la salvezza dell’umanità». Oggi, a questo richiamo ancora valido e attualissimo, si aggiunge la necessità di rilanciare una cultura autentica della vita, contro le tante culture di morte che vengono proposte. Su questo tema è tornato ancora una volta monsignor Benotto, rivolgendosi ai fedeli riuniti in Cattedrale: «mettere al centro del nostro ringraziamento a Dio il malato, il sofferente, l’anziano è segno davanti al mondo che la vita è un dono meraviglioso da custodire e proteggere, in ogni suo stadio, sapendo che ogni scintilla di vita non nasce mai dall’uomo, ma viene da Dio». E di nuovo ha fatto riferimento alle recenti, pericolose tendenze, per le quali la vita è ritenuta degna solo se funzionale e pienamente autonoma, e ha ribadito invece la necessità di promuovere una mentalità nuova;  particolare attenzione – nell’auspicio dell’arcivescovo – deve esser fatta all’educazione delle nuove generazioni, perché siano sensibili e attente a queste tematiche. Al momento dell’offertorio, assieme al pane e al vino, sono state portate all’altare delle primizie di fiori, per simboleggiare ancora di più la bellezza e il germe di speranza celati in ogni vita, anche quando è sofferente. Le offerte raccolte sono state destinate alla costruzione di una casa per disabili a Betlemme: un gesto di solidarietà verso chi vive due drammi, quello della malattia e quello della guerra. La celebrazione si è conclusa con la processione eucaristica all’interno della Cattedrale e con il canto del tradizionale inno della Madonna di Lourdes. Domenica 15 è stato il giorno della preghiera nel Duomo di Pietrasanta:«La scelta di celebrare questa ricorrenza di domenica – ha detto a Toscana Oggi Antonella Gazzanelli, presidente della sottosezione Unitalsi di Pietrasanta – ci ha permesso di far partecipare un gran numero di anziani delle case di riposo del circondario, usufruendo dell’aiuto logistico della Misericordia, della Croce Bianca e della Croce Verde.