Pisa

LE SUORE APOSTOLINE NELLA CHIESA UNIVERSITARIA DI SAN FREDIANO

di Caterina GuidiMancano ormai pochi giorni: domenica 29 novembre le suore dell’Istituto Regina degli Apostoli per le vocazioni (Suore Apostoline) faranno il loro ingresso ufficiale nella nuova casa di Pisa, nel complesso della chiesa universitaria di San Frediano. Monsignor Giovanni Paolo Benotto presiederà la celebrazione eucaristica e poi… al via l’avventura, secondo un progetto già sostenuto dall’arcivescovo emerito Alessandro Plotti. La comunità sarà formata da tre suore: suor Marialuisa Peviani, suor Donatella Branco e suor Tosca Ferrante. Ma perché venire a Pisa, nella chiesa universitaria? La storia parte da lontano.Nell’aprile 1988 – racconta suor Marialuisa – era stata allestita nel chiostro dell’Arcivescovado a Pisa la mostra “Sì, ma verso dove?” promossa dal Centro Nazionale Vocazioni e preparata da noi Apostoline. Passavano molte persone a visitarla e tra queste anche molti giovani del Gruppo Universitari Cattolici. Da qui il nostro incontro con don Claudio Masini e l’inizio di una collaborazione sempre più frequente per campi scuola, incontri…  Dal 2000 ad oggi i rapporti con la chiesa di San Frediano, gli universitari e i ragazzi del Movimento studenti di Azione cattolica si sono intensificati: abbiamo tenuto incontri di preghiera e mantenuto relazioni personali. Poi la chiamata particolare dell’arcivescovo perché ci stabilissimo a Pisa. Il 26 novembre – festa liturgica del beato Giacomo Alberione, fondatore della famiglia paolina e di noi Apostoline – daremo inizio alla vita della nostra comunità e il 29 novembre, con la celebrazione presieduta da monsignor Giovanni Paolo Benotto, renderemo insieme grazie a Dio per questo inizio».Qual è il vostro carisma? «La missione affidataci nella Chiesa è quella di tenere viva l’attenzione alla chiamata di Dio nella vita di ciascuno. Per questo siamo a servizio soprattutto dei giovani, perché essi per primi vivono nella ricerca di un significato per la propria vita, per la propria vocazione nella Chiesa e nel mondo. Attraverso il dialogo, la preghiera, l’accompagnamento, cerchiamo di trovare quelle strade che possono aiutarli a crescere e a dare alla loro vita un orientamento chiaro, sia nel cammino di fede che nella scelta di una vocazione specifica. Ci sentiamo particolarmente responsabili verso chi è chiamato al ministero ordinato e alla vita consacrata nelle sue varie forme. Altri destinatari della nostra missione sono gli educatori, chiamati a condividere il cammino di crescita umana e spirituale di ragazzi, adolescenti e giovani». Quali progetti ci sono nel futuro di questa piccola comunità?«La prima cosa, quella più importante, è esserci: stare in mezzo alla gente, in particolare ai giovani della chiesa universitaria, prima di tutto con la nostra testimonianza di vita, con la preghiera, con l’ascolto, la disponibilità al dialogo… essere strumenti perché il Dio-che-chiama possa essere incontrato da tutti, perché si accolga il dono della vita e si comprenda la bellezza di una vita che si fa dono. Collaboreremo con la pastorale vocazionale e giovanile della diocesi. E il futuro… è carico di fiducia e di speranza!».