Nella Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani di questo 2010 siamo chiamati a ricordare la conferenza missionaria internazionale che si tenne ad Edimburgo nel 1910. A quella data si fa risalire la nascita ufficiale del movimento ecumenico moderno a cui, dopo il Concilio Vaticano II, partecipa anche la Chiesa cattolica. Quella conferenza rispondeva alle domande dei missionari che si trovavano ad annunciare il vangelo in una situazione di disunione o di aperto conflitto con altri cristiani. Per celebrare il centenario, dunque, è proprio dalla Scozia che viene la proposta del tema biblico di quest’anno: l’intero capitolo 24 del Vangelo di Luca, la narrazione del giorno di Pasqua dalla scoperta della tomba vuota fino al racconto dei discepoli di Emmaus.«L a comunicazione del Vangelo e la comunione tra cristiani sono due dimensioni che chiedono di essere vissute in maniera più responsabile da tutti i cristiani anche in Italia»: da queste parole della presentazione congiunta della Settimana (firmata da rappresentanti della Cei, della Federazione delle chiese evangeliche in Italia e della Sacra arcidiocesi ortodossa d’Italia e di Malta ed Esarcato per l’Europa meridionale) ha preso ispirazione il gruppo di impegno ecumenico di Pisa per aprire al suo interno momenti di discussione, di riflessione e di preghiera. Così è stato affrontato il tema della testimonianza, declinandolo secondo i titoli proposti per gli otto giorni di gennaio e per ciascuno si è cercato di rispondere alle domande collegate.Primo giorno: «Testimoniare celebrando la vita» («Perché cercate tra i morti colui che è vivo?» Lc 24, 5).Secondo giorno: «Testimoniare condividendo le nostre storie» («Di che cosa state discutendo tra voi mentre camminate?» Lc 24, 17)Terzo giorno: «Testimoniare consapevolmente» («Sei tu l’unico a Gerusalemme a non sapere quello che è successo in questi ultimi giorni?» Lc 24, 18)Quarto giorno: «Testimoniare celebrando la fede che abbiamo ricevuto» («Che cosa?» «Il caso di Gesù il Nazareno» Lc 24, 19)Quinto giorno: «Testimoniare nella sofferenza» («Il Messia non doveva forse soffrire queste cose prima di entrare nella sua gloria?» Lc 24, 26).Sesto giorno: «Testimoniare nella fedeltà alle Scritture» («Non ci sentivamo come un fuoco nel cuore, quando egli ci parlava e ci spiegava la Bibbia?» Lc 24, 32). Settimo giorno: «Testimoniare nella speranza e nella fiducia» («Perché avete tanti dubbi dentro di voi?» Lc 24, 38)Ottavo giorno: «Testimoniare nell’ospitalità» («Avete qualcosa da mangiare?» Lc 24, 41)Quest’ultimo punto è stato oggetto di maggiore discussione ed è quindi stato scelto per l’approfondimento negli incontri pubblici organizzati, durante la Settimana, alla Scuola di formazione teologica nelle sedi di Pisa e Pontedera. Si cercherà di rispondere insieme alle tante domande che il Vangelo di Luca provoca dentro di noi: come accogliamo glistranieri? Per un cristiano esistono «stranieri»? Come vengono accolti i nuovi nati con genitori senza permesso di soggiorno? Le chiese cristiane che non sono riconosciute dallo stato, hanno libertà di culto? E così via. Il Gruppo di impegno ecumenico è consapevole che il tema dell’immmigrazione è variegato e complesso: per questo, senza dimenticare tutti gli altri aspetti, pone l’accento sull’accoglienza materiale e spirituale cui un cristiano è chiamato in virtù del suo battesimo. La Caritas per parte cattolica e il Servizio Migranti per parte valdese ci aiuteranno ad affrontare questo tema. A tale proposito dice ancora la presentazione della Settimana: «Il materialismo della nostra società allontana sempre più dal Vangelo uomini e donne, giovani e adulti, ed anche adolescenti e bambini. L’attitudine egocentrica che ne consegue spinge a ripiegarsi su se stessi privilegiando i propri interessi e dimenticando quelli dei poveri, dei deboli, degli immigrati, degli zingari e di coloro che non hanno né voce né posto nella società. Non possiamo non guardare preoccupati questa involuzione che avvelena le radici stesse della convivenza nel nostro Paese. Vi è poi un altro fenomeno che ci riguarda da vicino e che chiede a noi tutti una rinnovata generosità. Ci riferiamo alla immigrazione cristiana nel nostro Paese. Si tratta di centinaia di migliaia di fratelli e sorelle sia ortodossi che evangelici, oltre che cattolici di rito orientale, che sono approdati in Italia per cercare una vita migliore. La loro venuta è come una preghiera rivolta anche a noi perché ricevano una risposta di amore. Anche l’ecumenismo italiano deve ascoltare questo grido: dobbiamo affinare le orecchie del nostro cuore, allargare la nostra mente e unire le nostre braccia per accogliere questi nostri fratelli e aiutarli a crescere anche nella fede».Le iniziative a Pisa si concluderanno il 25 gennaio con una serata di preghiera in musica nella parrocchia di S.Maria Madre della Chiesa a cui parteciperanno il coro della chiesa valdese, i cori di alcune parrocchie cittadine e del Rinnovamento nello Spirito. Parrocchie, famiglie e singoli cristiani sono invitati a trovare e a moltiplicare, almeno in questo periodo, momenti di preghiera per l’unità.Il gruppo di impegno ecumenico presenterà, durante la settimana, il progetto di uno sportello di ascolto per i cristiani immigrati appartenenti a Chiese diverse che cercano di mantenere una vita di fede anche qui da noi e il programma degli incontri, aperti a tutti, che riprenderanno, a martedì alterni, da febbraio, nella chiesa valdese, a Pisa in via Derna 13.