Pisa

IL POPOLO PRO-LIFE ALLA LEOPOLDA

di Andrea Bernardini

Quando, nel 1978, il parlamento promulgò la legge sull’aborto, i cattolici ne restarono profondamente contrariati. Quando, il 17 maggio del 1981, quella legge fu sottoposta a referendum, molti di loro si batterono per abolirla, senza riuscirvi. Nel tempo, però, sono stati tra i pochi ad osservarla alla lettera, da buoni cittadini. Lo ha osservato Domenico Delle Foglie, già vicedirettore del quotidiano «Avvenire» ed ora portavoce nazionale dell’associazione «Scienza & Vita», intervenendo – domenica scorsa – alla giornata per la vita, promossa dalla consulta diocesana delle aggregazioni laicali e dal tavolo delle associazioni «famiglia e vita». Il riferimento non poteva che essere, in particolare, a quella parte della legge 194 (in particolare gli articoli 2 e 5) che prevede, tra i compiti dei consultori, dei medici di fiducia, del sistema socio-assistenziale, quello di aiutare la donna a superare le cause che possono averla convinta ad abortire.Un compito spesso disatteso dalle strutture pubbliche e dai medici di fiducia – come ha ben testimoniato nel suo intervento Antonio Oriente, ginecologo messinese, già medico abortista, convertito… sulla via di Damasco – ed invece portato avanti con spirito quasi eroico dai Centri di aiuto alla vita.«Quando sento parlare, a proposito di questo come di altri temi, della contrapposizione tra valori laici  e valori cattolici io… non capisco – ha commentato nel suo intervento l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto. Quello della vita è semplicemente un valore… umano, un valore che dovrebbe interessare a tutti».Anche per questo motivo gli organizzatori avevano scelto una sede «pubblica» per questo incontro: l’ex stazione Leopolda, ora punto di riferimento per mille iniziative culturali cittadine; anche se, alla fine dei conti, all’appuntamento hanno partecipato soprattutto i cattolici impegnati e sensibili al tema della vita. Un piccolo arcipelago di associazioni pro-life. «Difficile vederle tutte quante insieme per una iniziativa comune» ha commentato Mimmo Delle Foglie, che gira l’Italia e conosce quanta frammentazione ci sia nel nostro mondo. In questo caso, il popolo della vita  si è incrociato con il popolo della pace: con i bambini, i ragazzi e gli animatori dell’Azione cattolica ragazzi e degli scout Agesci che domenica si erano ritrovati al Seminario per giocare riflettendo sul messaggio scritto da Benedetto XVI per la giornata della pace («Se vuoi coltivare la pace, conserva il creato»); confluendo, nel pomeriggio, alla Leopolda. Tutti ripagati da due testimonianze toccanti: quella di Angela Gioia, anestesista, responsabile del neonato hospice della Usl5 di Pisa: «non un luogo in cui si viene a morire (anche se in molti casi l’esito è proprio quello), ma in cui si dà valore e dignità agli ultimi giorni della vita». E del dottor Antonio Oriente, di cui anticipammo i contenuti nello scorso numero. Omettendo, però, che il ginecologo messinese sta adesso portando avanti un superlativo lavoro nella diocesi di Patti: il suo consultorio, infatti, è in «rete» ventiquattro ore su ventiquattro con le parrocchie del territorio. Ed i suoi operatori sono pronti ad accogliere, accompagnare, rimuovere le cause non solo economiche anche culturali – e in Sicilia sono molte – che porterebbero una donna a scegliere di abortire.Stimolante il dibattito. Ad Angela Gioia, che lavora ogni giorno con malati «sul filo» tra la vita e la morte, il medico Renzo Puccetti ha chiesto: «Quanti di loro hanno chiesto il testamento biologico?». «Nessuno» ha risposto l’anestesista, rilevando come quando i malati gravi o gravissimi sono circondati da attenzioni e si rendono conto che la loro precaria vita ha un valore anche per chi li assiste, vivono con serenità fino all’ultimo… respiro.