Pisa

FESTA IN SAN FRANCESCO PER I QUATTRO ACCOLITI

Un segno forte di vicinanza. È quello che un’ampia rappresentanza della diocesi ha voluto tributare, sabato scorso nella chiesa pisana di San Francesco, partecipando alla celebrazione eucaristica per il conferimento del ministero dell’accolitato a quattro seminaristi: Carlo Filiè, Simone Binelli, Lorenzo Bianchi e Federico Franchi. Le loro famiglie, gli amici, i sacerdoti delle loro parrocchie, gli oltre 150 ministranti del territorio diocesano, numerosissimi fedeli, e intorno all’altare una trentina tra seminaristi, diaconi e presbiteri, si sono stretti intorno ai quattro «che hanno ascoltato la chiamata del Signore a fare del servizio un punto centrale della loro vita».Ha presieduto l’arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto, affiancato dal vescovo emerito di Volterra Vasco Giuseppe Bertelli con altri concelebranti, tra i quali il rettore del seminario pisano monsignor Roberto Filippini. Dopo le letture e la proclamazione del Vangelo della terza domenica di Quaresima, nell’omelia l’arcivescovo Benotto ha esortato ad accogliere l’invito del Salmo 94 ad ascoltare la voce del Signore, come hanno fatto «i quattro amici per i quali si compie oggi il gesto liturgico di conferimento del ministero dell’accolitato». Benotto ha poi indicato alcune sollecitazioni da cogliere in rapporto al tema dell’acqua presente nelle letture (Esodo, 17, 3-7; Giovanni 4, 5-42): «Il popolo assetato nel deserto chiede da bere e, attraverso Mosè, Dio concede acqua al suo popolo quale segno del suo amore provvidente. È la stessa richiesta che Gesù rivolge alla samaritana: dammi da bere (una richiesta che stupisce: Lui che può tutto, chiede acqua?). Ed anche la donna chiede a lui acqua, ma quella “di vita eterna”. In questo “gioco” di richieste – ha detto l’Arcivescovo rivolgendosi a Carlo, Simone, Lorenzo e Federico – ci siete anche voi, che chiedete alla Chiesa il dono dell’accolitato in prospettiva del sacerdozio, e venite interpellati dal Signore che chiede “dammi da bere”; sempre ci chiede la disponibilità del cuore, l’impegno della vita, la gratuità del dono. Ci chiede una risposta, quando riconosciamo di aver bisogno di Lui. Non ci chiede ciò che non abbiamo, ma quello che ha già messo nel nostro cuore. Allora possiamo rispondere se ci mettiamo in ascolto: voi chiedete a Lui e Lui chiede a noi. Ma certo Lui non si lascia mai vincere in generosità: ci viene incontro in grandezza e pienezza. Il nutrimento di cui abbiamo bisogno, e di cui non possiamo fare a meno, è la volontà di Dio». Ancora rivolgendosi ai quattro: «Siete avviati al presbiteriato, al dono totale della vostra vita a servizio di Dio e della Chiesa. Nel percorso di discernimento della vostra vocazione che affrontate in seminario, non vi basti sapere che il Signore vi ha chiamati. Occorre “mettersi” in questa chiamata, ogni giorno, immergendosi nella sua volontà. Chi la vive davvero è felice, è persona completa. Fuori dalla sua volontà vaghiamo errabondi, lontani da Dio e da noi stessi. Più nella volontà di Dio (nel suo progetto d’amore per noi) mettiamo la nostra volontà, più siamo noi stessi, nella gioia».Rivolgendosi poi ai ministranti, l’Arcivescovo ha detto: «Servire all’altare è poter essere sempre più vicini a Gesù, rafforzando il rapporto di amicizia con lui e con i vostri amici, come fece la samaritana che lasciò il pozzo per andare a dire a tutti chi aveva incontrato, annunciando l’amicizia con il “profeta” che si era rivelato a lei. Così nelle nostre parrocchie, i ministranti devono essere capaci di portare l’amicizia di Gesù agli altri. Come sorgente di acqua viva e zampillante, dono dello Spirito Santo, per dissetare tutti quelli che incontriamo nel cammino della vita».Intensa la liturgia dell’istituzione: il diacono ha chiamato i candidati, che si sono inginocchiati davanti all’altare dov’era assiso l’Arcivescovo. Benotto ha pronunciato l’esortazione, ricordando che agli accoliti è affidato il compito di aiutare i presbiteri e i diaconi nello svolgimento delle loro funzioni e, come ministri straordinari, possono distribuire l’eucarestia a tutti i fedeli, anche infermi. È seguita la preghiera di benedizione per i quattro eletti al ministero di accoliti. Ognuno di loro si è accostato al vescovo, ricevendo da lui la patena con il pane per la celebrazione dell’Eucarestia. Le invocazioni della successiva preghiera dei fedeli erano per i ministranti, per gli accoliti e per tutte le vocazioni, anche per quelle «sprecate o tradite», affidate alla misericordia di Dio. I nuovi accoliti hanno poi distribuito la comunione ai fedeli, affiancando i presbiteri.I quattro seminaristi due anni fa, in una cerimonia tenutasi nella chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno, furono ammessi agli ordini sacri, mentre un anno fa, nella chiesa di Santa Caterina ricevettero il ministero del lettorato. Ed ora hanno compiuto un altro, importante passo nel loro percorso di servizio alla Chiesa. Federico Franchi proviene dalla parrocchia di San Giuseppe a Pontedera, attualmente in servizio nella parrocchia di Cascina, con don Paolo Paoletti. È stato ministrante, dai tempi delle scuole medie: «Una bella esperienza – dice – con bei ricordi in particolare dei ritiri e delle visite a luoghi come il Don Bosco a Torino, Assisi, la basilica di San Pietro a Roma». È entrato in seminario dopo la maturità, ha al suo attivo un anno di volontariato alla Caritas diocesana, i successivi di servizio nella sua parrocchia di origine con don Giulio Giannini, ora Cascina. «Proseguo nel percorso di discernimento, insieme con i miei compagni; i formatori in seminario e il vescovo ci guidano verso i prossimi passi». Carlo Filiè, nato a Pietrasanta, versiliese doc («piastrino», come si dice dalle sue parti), proviene dalla parrocchia di Querceta, è in servizio nella comunità di Serravezza e nelle parrocchie delle zone montane, affiancando don Ermes Luppi e don Bernardino. Ricorda con emozione l’«ammissione», il primo passo del suo cammino nella Chiesa; il prossimo? «L’aspirazione è il diaconato, che considero una svolta fondamentale, a 360 gradi: una conferma da parte della Chiesa verso di me, e la mia verso la Chiesa». Lorenzo Bianchi è di Fornaci di Barga: «La mia vocazione è nata servendo all’altare: ministrante dalla seconda elementare alle superiori (eravamo un bel gruppo numeroso e affiatato). Un’esperienza di servizio che per me è stata fondamentale». Come l’impegno profuso in parrocchia e nella pastorale giovanile diocesana, quindi il «coraggio», come lo definisce, di entrare in seminario. Passo dopo passo, dall’ammissione tre anni fa, poi il conferimento del ministero del lettorato, ora quello dell’accolitato «da vivere in pienezza; l’aspetto più bello per me è portare la comunione agli ammalati». Si è emozionato, rivela, quando l’arcivescovo Benotto gli ha consegnato la patena con il pane eucaristico; un altro momento «alto» per lui è stato somministrare la comunione ai fedeli, tanti di loro provenienti dalle sue zone di origine, dove è ben conosciuto. Durante i primi due anni di seminario, infatti, ha prestato servizio nel suo vicariato, poi un altro anno nelle parrocchie pisane di Santa Maria Madre della Chiesa e di S. Marta; ora in servizio nell’unità pastorale della Valgraziosa, con monsignor Antonio Cecconi e il viceparroco don Luca Facchini. Conclude la quaterna Simone Binelli, cresciuto nella parrocchia di Vittoria Apuana; ha presto servizio in S. Stefano extra moenia a Pisa, poi un anno a Barga ed ora nell’unità pastorale di Riglione-Oratoio.Graziella Teta