Pisa

CHIERICHETTI, UN POSTO IN PRIMA FILA

di Graziella Teta

Un santo per amico. Da cantare e da pregare, da ammirare e da seguire. Dalla vita avventurosa, diventata perfino fumetto, esempio luminoso di obbedienza alla volontà del Signore e di servizio ai più poveri. È San Ranieri, patrono di Pisa e della diocesi, cui è dedicata la terza edizione della «Giornata dei ministranti». Organizzata dal Centro diocesano per le vocazioni, di cui è responsabile don Francesco Bachi, vicerettore del seminario arcivescovile «Santa Caterina» dove la festa si è svolta lo scorso sabato pomeriggio, 26 marzo, con gran successo di partecipazione.L’appuntamento era alle 15 nell’aula magna del seminario, per il ritrovo e le iscrizioni: sono giunti in oltre 150, accompagnati da genitori, sacerdoti e catechisti.Gioioso il raduno dei ministranti – bambini e bambine, ragazze e ragazzi – che ogni domenica prestano servizio alla mensa eucaristica nelle chiese della diocesi, provenienti soprattutto dalle parrocchie della provincia: Vecchiano, Pontedera (San Giuseppe e Duomo), Oratoio, Riglione, Madonna dell’Acqua, Colignola, Barga, S. Pietro in Campo, S. Giuliano, Gello, Cascina, Asciano, Tirrenia, Bientina, e dalle parrocchie cittadine di Santa Maria Madre della Chiesa e Santo Stefano. L’inno di San RanieriIn aula s’impara tutti insieme l’inno «Ranieri nacque a Pisa anni fa…», guidati dagli animatori. Sul mega-schermo c’è il «logo» dell’evento: la scritta «terza giornata diocesana del ministrante» attornia il simpatico disegno di un sacerdote circondato da chierichetti sorridenti. Mentre si organizzano i gruppi per il grande gioco che seguirà, sempre in aula è il momento della proiezione di un filmato che racconta la vita di San Ranieri attraverso i disegni di Simone Pallini, tratti dalla bella pubblicazione a fumetti «Ranieri, il santo di Pisa», realizzato dall’arcidiocesi di Pisa in occasione dell’anno giubilare, indetto per l’850° anniversario della morte del patrono, che si concluderà nel giugno 2011. Il racconto per immagini avvince: dalla «chiamata», sofferta tra digiuni e preghiere, alla «risposta» obbediente alla vocazione, poi il viaggio e il periodo vissuto in Terra Santa, sempre alla sequela del Signore, il ritorno in patria, i miracoli, e la conclusione di una vita eccezionale di un uomo normale diventato santo, lontano da noi per l’epoca in cui è vissuto, ma vicinissimo per la modernità e l’intensità del suo messaggio, capace di attrarre le nuove generazioni, modello di vita affascinante per crescere verso una piena maturità umana e cristiana. Le «voci recitanti» del filmato sono quelle dei catechisti e dei bambini di S. Andrea in Pescaiola (Arena, Val di Serchio). E poco importa se il doppiaggio registra qualche inflessione «pisana», che strappa sorrisi e applausi, senza mai essere irriverente; anche la «parlata» così schietta del santo contribuisce a renderlo «vicino» e «amico» dei giovanissimi.Poi don Francesco Bachi spiega le regole del gioco che si articola in dieci tappe, ciascuna guidata da altrettanti «personaggi» della vita di San Ranieri (interpretati dai bravissimi seminaristi in costume d’epoca), che prevedono anche prove da superare, ispirate agli episodi narrati. Don Francesco, «armato» di megafono con sirena, presenta i componenti delle dieci squadre in cui sono stati suddivisi gli iscritti, e informa che il suono della sirena è il segnale per il passaggio alla tappa successiva, così che tutte le squadre affrontano tutte le tappe. Pronti? Via! Per quasi un’ora e mezza è tutto un correre tra corridoi e atri, giardini e chiostri, da una tappa all’altra. Si ride e ci si diverte, ci s’impegna e s’impara a conoscere meglio san Ranieri e il suo percorso, attraverso le figure del padre (la vita di famiglia prima della conversione), Alberto Leccapecore (racconta la conversione di Ranieri), l’amico (racconta la nuova vita di preghiera), poi il confessore di S. Jacopo, il mercante, il povero, il narratore dei miracoli, gli uomini rappacificati, il vescovo e l’angelo. Le prove sono divertenti, per esempio: affrontare un breve percorso uniti per i piedi, indossare più indumenti possibili, formare una piramide umana, accendere lumini con una candela tra i denti, afferrare le mele dentro un catino d’acqua, riconoscere personaggi ritratti. Un minuto per raccontare la storia e quattro per il gioco, poi si cambia tappa. La testimonianzaDurante il gioco dei ragazzi incontriamo alcuni sacerdoti ed educatori. Don Giulio Giannini, parroco di San Giuseppe a Pontedera, è contento: «Bella questa iniziativa diocesana diocesano, occasione preziosa per i nostri ministranti per incontrare il vescovo e conoscere l’ambiente del seminario». Lui può contare su un bel gruppo di 35: dai bambini più piccoli, dai 7 anni (seconda elementare) ai ragazzini delle medie ed ai più grandi (fino a 18 anni). In servizio «a rotazione», sia alla «Messa dei fanciulli» – la domenica alle 10 per i più piccoli – che a quella delle 11.30, ma anche per le altre funzioni religiose come i funerali. Continua don Giulio: «Qualche anno fa erano ben 50, negli ultimi tempi sono un po’ diminuiti, ma sono tutti molto generosi e disponibili. Hanno ben compreso lo spirito di servizio che è insito nel loro ruolo, sull’esempio di Gesù che è venuto nel mondo per servire e non per farsi servire. La preparazione è importante (catechesi, conoscenza degli indumenti e degli oggetti sacri per la mensa eucaristica, elementi di liturgia), poi le “prove” sull’altare, la vestizione, e così via. Proprio di recente abbiamo accolto cinque nuovi ministranti, con una bella cerimonia di benedizione delle vesti, con i più grandi che li aiutavano ad indossarle. I valori dell’amicizia sono certamente presenti e vissuti». E terminato il servizio di ministranti? «Molti diventano animatori, catechisti: due dei nostri studiano in seminario. Si, è un servizio che ancora rappresenta una fucina di vocazioni». L’ultima sirenaAlle 17 risuona l’ultima sirena. Il gioco è terminato e si torna in aula magna, non ci sono né vincitori né vinti, ma applausi e un bel ricordo della giornata distribuito a tutti i presenti: un santino-segnalibro (con tre vignette a colori su Ranieri e sul retro la preghiera del ministrante); don Francesco esorta a recitarla insieme con le preghiere della sera. In finale, si torna a cantare a squarciagola l’inno di San Ranieri, tra applausi e battimani (il testo scorre sullo schermo in stile karaoke), poi merenda sul prato (pane e nutella) e la vestizione dei ministranti. Poi tutti insieme, in gioiosa processione a piedi fino alla chiesa di San Francesco, dove sono attesi per partecipare alla celebrazione eucaristica per il conferimento del ministero dell’accolitato a Carlo Filiè, Simone Binelli, Lorenzo Bianchi, Federico Franchi.Il bel gruppo di camici bianchi attira sguardi e sorrisi benevoli dei passanti, che affollano il centro per lo shopping del sabato pomeriggio.