Pisa

L’ICONOGRAFIA DI SAN RANIERI IN 50 LUOGHI

di  Andrea Bernardini

La «popolarità» di san Ranieri, si sa, va ben oltre i confini delle mura urbane di Pisa. Michele Da Caprile, Alberto Zampieri e Diego Sassetti hanno ricostruito una «mappa» degli altari, delle cappelle, delle chiese, delle opere d’arte a lui dedicati e presenti nella nostra provincia. Ne è nato un libro «Ranieri, un Santo laico» (pagg 167, euro 18) con cui le edizioni Ets hanno inaugurato la collana «Conoscere Pisa».La pubblicazione è stata presentata nei giorni scorsi nella sala delle lauree del palazzo arcivescovile dall’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, da Mauro Del Corso presidente degli Amici dei musei e dei monumenti pisani e dal professor Stefano Renzoni, docente di storia dell’arte al liceo classico «Galileo Galilei» a Pisa.L’itinerario parte dalla Cattedrale di Santa Maria Assunta. Guadagnando l’ingresso dalla porta di San Ranieri, sul lato destro dell’abside, accediamo direttamente all’omonima cappella nel transetto dell’Incoronata. Qui riposano le spoglie mortali del santo. Qui si trovano tre opere che raffigurano gli episodi più noti della vita del santo: mentre si spoglia degli abiti fino ad allora indossati per vestirsi da penitente, mentre libera un’indemoniata, o resuscita la figlia di un medico, infine il suo transito.Non sempre il corpo di san Ranieri ha riposato in questo transetto: in precedenza – ricordano gli autori – si trovava dove si trova oggi l’altare di San Guido e prima ancora nell’«Arca di San Ranieri» di Tino di Camaino (1301-1306). Numerose altre opere riferite al santo sono presenti in Duomo: come la statua in marmo, opera di Andrea Guardi,  nell’abside, l’«Assunzione della Vergine tra San Ranieri e altri santi» nella cupola del Duomo, il «busto di San Ranieri» all’altare della Madonna di sotto gli Organi, una vetrata a destra dell’abside.L’itinerario si sposta poi al Camposanto vecchio, dove troviamo, nel corridoio meridionale, gli affreschi delle «Storie di San Ranieri» eseguiti dal fiorentino Andrea di Bonaiuti e Antonio di Francesco detto il Veneziano, recentemente restaurati e divenuti «tappa obbligata» dei nove pellegrinaggi vicariali durante l’Anno giubilare di San Ranieri. Nel vicino Museo dell’Opera del Duomo ecco l’altare di San Ranieri, di Tino di Camaino, o l’olio su tela di Giuseppe e Francesco Melani dedicato alla «morte di San Ranieri» e le incisioni colorate ad acquerello degli affreschi del Camposanto eseguite da Carlo Lasinio, di cui cinque riferite al santo. «Testimonianze» di San Ranieri si trovano al Palazzo arcivescovile. A Pisa città nella chiesa parrocchiale dei santi Ranieri e Leonardo (in via Cardinal Maffi), meglio conosciuta come San Ranierino, in quella di Santa Caterina d’Alessandria, nel Seminario arcivescovile, nella chiesa e nella scuola superiore di studi e perfezionamento universitario Sant’Anna in via Carducci, nella chiesa di San Francesco, in quella dei santi Iacopo e Filippo in via San Michele degli Scalzi, nella chiesa di San Matteo in Soarta e nell’attiguo museo nazionale. E poi in una edicola in via Sant’Orsola, e in Borgo Stretto (alla farmacia Bottari), o alla chiesa della Madonna dei Galletti, al Museo nazionale di Palazzo reale e alla chiesa dei santi Vito e Ranieri, dove, proprio nei giorni scorsi, è stata inaugurata la prima «tagliata» di un grande affresco su cui sta lavorando l’artista Luca Battini.Ancora: la chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno, quella di Santa Maria del Carmine, Palazzo Blu della fondazione Cassa di risparmio di Pisa, Palazzo Gambacorti, sede del comune di Pisa, la chiesa del Santo Sepolcro, quella di San Donnino in via Quarantola.La ricerca di Zampieri e Sassetti si «allarga» all’iconografia di San Ranieri anche fuori dalla città di Pisa: alla Certosa di Calci, ad esempio; alla villa Belvedere a Crespina, dove si trova un oratorio dedicato a San Ranieri e al santo nome di Maria. E nelle chiese di Buti, Calcinaia, Cascina, Castelmaggiore, Filettole, Ghezzano, Lari, Luciana, Marina di Pisa, Montemagno, Montione, Orzignano, Pappiana, Peccioli, Ripoli, San Giovanni alla Vena, San Giuliano Terme, San Lorenzo alle Corti, San Prospero di Cascina, Treggiaia e Uliveto.In tutto una cinquantina di luoghi dove si è radicato, nel tempo, il culto a San Ranieri.La ricerca, come detto, si ferma agli attuali confini territoriali della provincia di Pisa. Altre sono le chiese, gli oratori e le cappelle dedicati a san Ranieri e tuttora esistenti: come l’oratorio di San Ranieri (secolo XVIII) all’ospedale «Campana» a Seravezza, in provincia di Lucca e diocesi di Pisa, ma anche la chiesa parrocchiale di San Ranieri a Guasticce (secolo XX), nella diocesi di Livorno. Nella città labronica a san Ranieri (e alla patrona santa Giulia) è persino dedicato un oratorio nella Cattedrale.Fuori dalla Toscana troviamo testimonianze del culto di San Ranieri in luoghi un tempo «dominati» da Pisa Repubblica Marinara. A Palermo, ad esempio: nella chiesa dei Santi Quaranta martiri e di San Ranieri dei Pisani, nel quartiere Monte di Pietà; l’«arco» di San Ranieri nella cappella Lambardi della chiesa di San Francesco, nei pressi di Corso Vittorio Emanuele.In Corsica: a Montemaggiore c’è una antica pieve (XII secolo) dedicata a San Ranieri. La «testimonianza» di San Ranieri si trova anche in una chiesa di Villamassargia in Sardegna, mentre un oratorio di San Ranieri risalente al XIX si trova persino nel Passo del Tonale, a 1884 metri sul livello del mare.Dunque il lavoro del professor Zampieri è giunto solo a metà.Il libro contiene anche un contributo di Michele Da Caprile, dedicato all’esperienza umana e spirituale del santo, una interessante ricerca di Diego Sassetti sulla storia delle feste in onore di San Ranieri. Infine un contributo di Moira Brunori sulle vesti del santo.Insomma, un volumetto divulgativo che, a conclusione dell’anno di San Ranieri, potrà contribuire a diffonderne la sua conoscenza.