Pisa

ANCHE A PIEVE DI SOLIGO CRESCE L’ATTESA PER LA BEATIFICAZIONE DI GIUSEPPE TONIOLO

di Andrea Bernardini

A   trenta km da Treviso, sulla strada del Prosecco (una delle prime «vie del vino» inventate in Italia) sorge Pieve di Soligo, un paese di dodicimila anime.Lo chiamano la «perla del Quartier del Piave»: per i suggestivi punti di osservazione che offrono le rive del fiume Soligo e del torrente Lierza, percorribili a piedi o in bicicletta; o le colline della frazione Solighetto, affacciate su una ridente e curatissima piana e sulla corda collinare che precede le Prealpi trevigiane; infine il suo centro storico, ricco di architetture del Seicento e dell’Ottocento «sopravvissute» ai bombardamenti della Guerra mondiale. Un paese che ha dato i natali a personaggi illustri: qui nacque e visse Andrea Zanzotto, uno dei più conosciuti poeti del nostro tempo, morto nell’ottobre dello scorso anno. Francesco Fabbri, senatore democristiano, per un breve periodo anche ministro della Marina mercantile. Cittadina onoraria di Pieve di Soligo è stata la grande soprano Maria Antonietta Meneghei, in arte Toti Dal Monte, scomparsa nel 1975 ed a cui la comunità ha dedicato un museo ed un’associazione musicale. Ma Pieve di Soligo è, soprattutto, il paese dove il venerabile Giuseppe Toniolo conobbe Maria Schiratti, che sposò il 4 settembre del 1878. Fu proprio lo stesso economista e sociologo cattolico, nel suo testamento, a chiedere di tornare – da morto – in questa terra: «desidero essere sepolto a Pieve di Soligo e così i semplici deporranno sulla mia tomba una Requiem».Desiderio accolto: dopo aver «riposato» nel cimitero di Pisa per undici mesi, il corpo di Toniolo fu portato, nel 1919, nel cimitero di quel paese. Nella stessa tomba saranno poste, nel 1925, anche le spoglie di sua moglie.Poi, nel 1940, quando iniziò la causa di beatificazione, il corpo di Giuseppe Toniolo fu esumato per essere portato nella chiesa arcipreturale (elevata al titolo di Duomo nel 2003) dedicata a Santa Maria Assunta, come la nostra Cattedrale.Un Duomo progettato dall’architetto Domenico Rupolo agli inizi del Novecento sulle ceneri di un’antica chiesa parrocchiale. Disegnato a tre navate e realizzato in stile neo-romanico.Qui presta servizio, dal 2001, il parroco Giuseppe Nadal, 69 anni, originario di Santa Lucia di Piave, prete dal 1968, a lungo missionario «fidei donum» in Burundi, poi segretario del vescovo di Vittorio Veneto monsignor Eugenio Ravignani. Un sacerdote dinamico, dai tratti molto «tonioliani»: lui, il vicario parrocchiale don Luca Martorel, 33 anni, il diacono don Lorenzo Barbieri, 25enne (sarà ordinato sacerdote il 27 maggio di quest’anno) vivono infatti il loro ministero tra i giovani (ad esempio quelli dell’oratorio «beato Giuseppe Toniolo»). Le famiglie: recente è la nascita a Pieve di Soligo di un consultorio familiare Ucipem, che ha un «omologo» a Pisa negli stessi ambienti dove Toniolo visse per oltre trent’anni con la moglie e i figli all’ombra della torre; infine i poveri assistiti dalla San Vincenzo parrocchiale. La diocesi di Vittorio Veneto e Pieve di Soligo – racconta monsignor Giuseppe Nadal -  si stanno preparando da tempo alla beatificazione di Giuseppe Toniolo.Una occasione per «rinverdire» la devozione verso quest’uomo è stata offerta dalla ricognizione della sua salma, effettuata tra il 23 settembre e il 7 ottobre dello scorso anno, in una cappella adiacente al Duomo del paese. Il 7 ottobre, giorno della morte del venerabile, la salma – fino ad oggi «adagiata» in una cassa incastonata nel muro della chiesa – è stata riposta in una urna in marmo, ideata dal parroco e dal cappellano offerta dalla ditta di onoranze funebri Roberto Colletto ed eseguita in un laboratorio di marmisti a Padova. Un’urna di 180 chilogrammi, portato in Duomo in occasione di una concelebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto e concelebrata dai vescovi di Vittorio Veneto Corrado Pizziolo, da quello di Treviso Agostino Gardin, i vescovi emeriti Eugenio Ravignani, Alfredo Magarotto e Ovidio Poletto, e poi i vescovi originari di Pieve di Soligo, monsignor Beniamino Stella – presidente della Pontificia accademia ecclesiastica – e monsignor Silvio Padoin, vescovo emerito di Pozzuoli. Alla celebrazione, centinaia di fedeli. Uno in prima fila: il «miracolato» Francesco Bortolini, con i suoi familiari, decisiva la sua testimonianza per il felice esito della causa di beatificazione portata avanti dal postulatore monsignor Domenico Sorrentino.In occasione della Quaresima 2012, come già aveva fatto lo scorso anno, la parrocchia ha stampato diecimila depliant, che i parroci della zona stanno portando nelle famiglie. Si legge nel frontespizio della paginetta: «Giuseppe Toniolo benediceva ogni sera i propri figli. Nella gioiosa attesa della sua beatificazione, invitiamo i genitori a fare altrettanto nella propria famiglia».Da Pieve di Soligo alcune reliquie di Toniolo arriveranno negli angoli di tutta Italia. «Qui a Treviso – dice a “Toscana Oggi” monsignor Giuseppe Nadal – c’è un monastero delle monache “Visitandine” dove è vissuta, per qualche anno, la figlia di Giuseppe Toniolo, suor Maria Pia». Ebbene, proprio le monache visitandine stanno mettendo le reliquie nelle teche. Le teche saranno collocate in tredici reliquiari, realizzati a Vicenza. Uno, grande, per la basilica romana di San Paolo fuori le mura, dove Toniolo sarà beatificato; due medi – uno per la pieve di Soligo ed uno per la cattedrale di Vittorio Veneto – e dieci piccoli, di circa 30 centimetri, destinati a monsignor Domenico Sorrentino, all’Azione cattolica, alla Fuci etc…».Una reliquia di Giuseppe Toniolo, consegnata al cancelliere arcivescovile della nostra diocesi, Giuliano Catarsi, sarà invece collocata in un reliquiario realizzato da un orafo artigiano di Lucca e posta alla venerazione dei fedeli in Cattedrale. E per l’evento del 29 aprile la diocesi e l’Azione cattolica di Vittorio Veneto hanno organizzato diversi pellegrinaggi per permettere al maggior numero possibile di fedeli veneti di recarsi a Roma. Alcune corriere si fermeranno nella Capitale due giorni, altre tre, altre ancora quattro, ripartendo da Roma il 1 maggio e sostando per qualche ora a Pisa prima di far ritorno a Pieve di Soligo. Una folta delegazione dell’amministrazione comunale, invece, raggiungerà la capitale in treno. A Pisa monsignor Giuseppe Nadal tornerà la settimana successiva insieme a sessanta catechiste della sua parrocchia per partecipare alla cerimonia di ringraziamento in grande stile che sta organizzando la nostra diocesi.