Pisa
UNA RETE DI SOLIDARIETA’ PER ANZIANI SOLI
Aiutare gli anziani «fragili» offrendo loro spazi, occasioni e opportunità per uscire dal guscio della loro solitudine e della loro marginalità. È questo l’obiettivo dell’accordo di collaborazione sottoscritto in agosto a Firenze dall’assessore regionale al diritto alla salute Luigi Marroni e dal presidente dei vescovi toscani Cardinale Giuseppe Betori. Il protocollo ha durata biennale e prevede lo stanziamento, da parte della Regione, di 320.000 euro. Ne beneficeranno parrocchie e associazioni di tutta la Toscana individuate dalla Conferenza episcopale, per realizzare iniziative di aiuto e di aggregazione per le persone anziane fragili. I contributi serviranno a sostenere iniziative come la creazione di reti di ascolto, di centri di socializzazione, e il varo di servizi a domicilio capaci di aiutare l’anziano che vive a casa, la cui fragilità è legata a vari motivi, come la solitudine, le precarie situazioni familiari, economiche o affettive.
Anche la nostra diocesi ha visto finanziato un progetto, presentato da Caritas in collaborazione con la cooperativa sociale Paim.
«L’abbiamo chiamato buon vicinato – spiega a Toscana Oggi Sabrina Delli Carri, curatrice dell’iniziativa per conto di Paim – e ha coinvolto e coinvolgerà decine di anziani del paese di Pontasserchio e del centro storico di Pisa. Qui un nostro operatore e diversi volontari si occupano da diverso tempo di quegli ‘over 70 che, spesso soli ed acciaccati, hanno bisogno di qualcuno che si occupi di fare loro la spesa di generi alimentari, di acquistare medicine, di sbrigare alcune pratiche burocratiche o anche di semplice compagnia. Monitorando lo stato di salute di queste persone anziane e favorendo occasioni di incontro e di scambio. Promuovendo una rete di solidarietà capace di cogliere eventuali segnali di allarme».
Questo accordo ha detto l’assessore regionale al diritto alla salute Luigi Marroni esprime in maniera virtuosa il principio di sussidiarietà tra le istituzioni e la società civile toscana. Esso infatti si muove da bisogni diffusi di di aiuto e di socializzazione espressi da anziani autosufficienti ma che vivono una condizione di profonda fragilità. Sono bisogni che non rientrano direttamente nell’ambito delle prestazioni sociali e sanitarie, ma che sono umanamente doverosi e importanti. Con interventi come questo, e grazie alla presenza capillare e attenta della Chiesa , possiamo offrire risposte significative. Non a caso questo accordo rinnova un’intesa simile già sperimentata a partire dal 2011.
Soddisfazione per l’accordo è stata espressa dal presidente della Conferenza Episcopale Toscana il cardinale Giuseppe Betori che ha commentato: «È importante che in un clima di collaborazione tra le Istituzioni civili e la Chiesa emerga un riconoscimento del grande lavoro che tradizionalmente le comunità parrocchiali e l’associazionismo cattolico svolgono a favore degli anziani e che questo riconoscimento si traduca in un concreto duplice sostegno. Da una parte la valorizzazione della società civile di cui la Chiesa è parte dall’altra il pubblico che ne sostiene economicamente l’azione».