Massa Carrara - Pontremoli

AC: SIAMO UNA GRANDE FAMIGLIA

DI ALMO PUNTONIMolti in questi giorni hanno scritto e scriveranno sul Pellegrinaggio/Festa dell’Azione Cattolica a Loreto: commenti, giudizi, letture dei discorsi e dei numeri, interviste, testimonianze, esperienze. Questo mio vuole essere il racconto di una semplice esperienza e la lettura di questa variegata manifestazione dal punto di vista di uno degli oltre trecentomila che domenica 5 settembre si sono trovati nella piana di Montorso, un filo d’erba in un immenso prato. IL VIAGGIO IN TRENO Mercoledì 1° settembre partenza alle 5 del mattino dalla stazione di Massa: 11 giovani rappresentanti di tutta la diocesi, da Massa, Carrara, Pontremoli, io mi trovo con loro per sostituire il nostro responsabile diocesano del Settore, Davide, che a causa di un incidente stradale è costretto in ospedale con diverse fratture. Dopo 5 cambi ferroviari arriviamo a Porto d’Ascoli (fraz. di S. Benedetto del Tronto) alle 12,30; nella seconda tratta ci dividiamo in due gruppi: io con i tre più grandi (19, 21 e 28 anni) Claudia e Anna con i più giovani (15 – 17 anni). Trasformiamo il vagone in una stanza delle riunioni, gli altri viaggiatori continuano a dormicchiare ma esprimono segni di curiosità. Nel mio gruppetto vengono fuori dopo la conoscenza più approfondita di nomi, situazioni di vita ed esperienze, delle aspettative forti rispetto al pellegrinaggio che abbiamo iniziato: sentirsi sulla soglia della fede e voler fare un passo oltre, voler dire concretamente il mio sì alla vita e al servizio degli altri, un’occasione per stare con gli altri e capire meglio cosa il Signore vuole da me. Alla stazione di Bologna facciamo una verifica lampo: il gruppo dei giovanissimi conosce poco dell’iniziativa, non è interessato al pellegrinaggio, si sentono in gita scolastica. Nell’ultimo tratto tra Ancona e Porto d’Ascoli, nel vagone insceniamo un «happening» che coinvolge anche i pochi altri viaggiatori, chiediamo i nomi che Lara riporta nel suo quaderno di viaggio e traduciamo la logica del pellegrino con l’espressione di «attaccar bottone», del curioso che si guarda intorno e chiede; i ragazzi sanno poco (fanno finta di saper poco) dell’Annunciazione, della storia della «Santa Casa», così come sanno poco di geografia (quali sono le province della Marche), di storia (c’è stata una battaglia a Castelfidardo),…OSPITI IN PARROCCHIA

A Porto d’Ascoli siamo ospiti della parrocchia della SS. Annunziata: alloggiati nella canonica (le ragazze nei letti, i ragazzi su comodissimi permaflex gonfiabili, acqua calda, chiavi di casa a disposizione, spiaggia a quindici minuti di cammino), mangiamo in una delle sale della comunità adornate dalle gigantografie delle icone di Chico e con la presenza della croce astile neocatecumenale.

Oltre alla presenza del parroco è tutta la parrocchia che ci si fa intorno, in particolare Sabina che, nonostante la labirintite, è sempre pronta per colazioni, pranzi e cene, poi il seminarista Claudio, il diacono Gianluca, Marco, Luca, Andrea, Ambra e tanti altri giovani che non volevano farci fare niente dei lavori per il pranzo e altre signore che hanno coadiuvato Sabina: venerdì a pranzo eravamo un’ottantina con il passaggio di un pullman dell’AC di Trapani (canti siciliani e assessore di Alcamo, Comune gemellato con lo «SpinoFiorito» di Massa).

Ma anche Giuseppe, Piero e altri papà che ci hanno scarrozzato nei trasferimenti: il ritorno dal pellegrinaggio sulla collina di Monteprandone dove abbiamo venerato le spoglie di S. Giacomo della Marca (un francescano niente male), l’escursione a Acquaviva Picena con le pesche alla Nutella a mezzanotte, la visita al lungomare di S. Benedetto del Tronto (record da guinnes per il numero di palme).

Venerdì sono arrivati anche i due pullman con un’ottantina di ragazzi, adulti e altri nove giovani: i giovani sono rimasti in canonica, ragazzi e adulti sono stati ospitati dalle famiglie delle tre parrocchie di Porto. Per finire sulla speciale accoglienza che abbiamo sperimentato le parole di Stefano «Non so se noi saremo capaci di tanto calore e disponibilità». Anche i giovanissimi dalla prima accoglienza così attenta, hanno iniziato ad essere pellegrini, manifestando tutta la vera gratitudine verso chi ci offriva così gratuitamente.Giovedì mattina, dopo le lodi alla parrocchia limitrofa di Cristo Re, ci siamo fatti ospitare in una sala dal viceparroco don Pierluigi (con crostata e succhi di frutta inclusi), per focalizzare meglio il senso di quello che stavamo vivendo.Claudia, ripetendo quello che aveva fatto all’Argegna, ha impersonato Maria in una drammatizzazione, cercando di esprimere il suo possibile vissuto, la modalità di scoperta dell’essere incinta, i suoi dubbi, le paure e la sua grande fede in Dio. Francesco ha iniziato a pensare che quel brano come altri della Bibbia non siano da leggere come favole, Marco ha espresso la sua fiducia nell’avere di fronte una compagna di cui capire la sincerità anche nelle avventure più difficili e misteriose, Alessandro ha visto Maria un po’ meno superdonna e più vicina all’esperienza di ciascuno.

NOTTE DI PREGHIERA

Sabato: zaino in spalla alle 7,30 aggregando altri 6 giovani arrivati nella notte alla canonica. Loreto, trasferimento a piedi alla Piana di Montorso (3, 4, o 5 KM ?) Sistemazione nel prato con tende a carico, gioia grande nell’esserci con altri quarantamila giovani, a cantare sotto il palco con Alex Britti, Linda, la Ruggiero ma anche a fare cerchio con i giovani di tante altre diocesi per i vari giochi e bans. Alle 22 l’inizio della veglia di preghiera, il percorso a ritroso verso la Santa Casa con le candele accese nella notte, il Rosario meditato attraverso una radiolina consegnata ad ogni partecipante: alle 2 di notte l’ingresso fugace nella casa della giovane Maria di fronte alla effigie della Madonna Nera. Alle 3,30 finalmente le tende nella spianata di Montorso.

Alle 7 le lacrime: la Madonna Nera avanza portata a spalla dai giovani e chiude il pellegrinaggio ininterrotto dalla sera precedente. Al suo arrivo le teste sbucano dai sacco a pelo e sgorga un applauso forte e spontaneo che man mano svegliava tutta la vallata.L’ARRIVO DEL PAPA Alle 9,50 sopraggiunge l’elicottero del Papa.Tutti con il naso all’insù per esprimere la soddisfazione di poter stare ancora una volta vicino a questo uomo tenace e coraggioso che con forza ha fatto venti minuti di percorso sotto il sole in mezzo ai pellegrini ormai divenuti diverse centinaia di migliaia e ha voluto dire tutto quello che doveva lottando con la malattia e la stanchezza. La nostra associazione diocesana era lì con lui, con tutta la Chiesa, con i suoi ragazzi, i suoi giovani, i suoi adulti, i suoi vecchi (c’era anche Giulietta con i suoi novant’anni) e i suoi bambini (Giulia ed Elisa) e con il nostro assistente don Luca, con il nostro vescovo, con Davide che al telefono hanno voluto dirci di essere un’unica grande famiglia.