Quando sono arrivati?«Il 22 marzo. Mia sorella con la sua macchina da Kiev ha portato sua suocera e una famiglia, una signora con due bimbi piccoli, con il canino nel baule. Sono venuti con delle bustine piccole, perché la macchina è piccola. Poi è arrivata un’altra famiglia, una mamma e una bimba; dopo un’altra signora con un bimbo. Di giorno stiamo tutti da me (sedici persone in tutto, ndr) mangiamo insieme, così si risparmia. Per la notte c’è stato un grande aiuto da parte dei gombitellesi. Una signora ci ha dato la chiave della casa che ha ristrutturato per i turisti; non chiede l’affitto, pagheremo solo le bollette perché l’acqua e la corrente sono care. Anche un’altra signora, una mia vicina, mi ha dato la chiave di una sua casa a Fibbiano, dove stanno una mamma con bimbo: dovrebbero arrivare altre tre persone dall’Ucraina, magari andranno lì. Non abbiamo ricevuto ancora niente dallo Stato: a me non spetta niente: ho contattato il terzo settore, dicono di aspettare gli aiuti che devono arrivare direttamente ai profughi».Quali cifre?«Trecento euro al mese per tre mesi consecutivi per l’adulto e cento cinquanta euro per il bambino».Sono gli aiuti del Governo. Ma i paesani però continuano ad aiutarvi…«C’è anche un grande aiuto da parte della signora che ha comprato il Bar Cerù, lei è dei Paesi Bassi: ci compra il cibo, ci porta vestiti, ogni giorno ci chiede se c’è bisogno di qualcosa».Come va in casa?«C’è un po’ di disordine, perché ci sono tante persone. Se arrivano altri li accoglieremo perché non possono andare da nessun’altra parte: non conoscono nessuno».Da quali città fuggono?«Una signora è scappata da Irpin’: aveva un appartamento nuovo, preso con il mutuo, e gliel’hanno bombardato. Tutte le altre sono di Kiev: una signora prima stava a Donec’k da dove è dovuta scappare nel 2014, quando è nata la bambina: ora è scappata per la seconda volta».Che cosa fate durante il giorno?«I bimbi stanno insieme, le signore hanno un corso intensivo di lingua italiana di un’ora. Qualcuno lava i piatti, qualcuno prepara da mangiare, qualcuno sta con i bimbi. È una specie di campo estivo, più o meno: cercano di crederlo così: che staranno per l’estate e poi potranno tornare a casa. Stanno al telefono per ore col marito e non vedono l’ora di tornare. Qua è bello, ma dicono “è tutto là, anche i genitori sono là”».Chi altri vi aiuta?«La Caritas di San Martino in Freddana: ogni due settimane, ci aiuta un po’ con il cibo. Hanno trovato un po’ di vestiti. Ora c’è il problema delle calzature per i bambini: qualcuno ci ha trovato qualcosa, ma non è la misura giusta. Con le calzature estive è un problema».Come va nell’orto?«Una signora, la suocera di mia sorella, mi dà una mano a innaffiare le piante. Le piace, aveva anche lei un grande orto in Ucraina e si rilassa».