Lucca

Chef Donata Orsi da Lucca alla Rockaway Beach di New York

Quali sono le tue attività lì?«All’inizio è nata una collaborazione con Peaches Nyc, una compagnia di catering per cui sono diventata executive chef e partner. Nel 2019 l’apertura del caffè ristorante Thank You, ho partecipato alla creazione dell’intero progetto e ricevuto la prima importante revisione gastronomica pubblicata sul sito Gothamist, dallo scrittore Scott Lynch. Con l’arrivo della pandemia, Thank You ha sofferto la crisi che ha coinvolto i ristoranti, fino alla chiusura definitiva ad inizio anno. Dopo una fase iniziale di confusione e stress per la perdita dei miei progetti, ho cercato di rimanere attiva, cucinando per clienti privati e lavorando come chef negli stabilimenti durante la stagione estiva». Come è nata la passione per il cibo?«Credo di essermi appassionata veramente al cibo intorno ai 20 anni. Verso quell’età ho dovuto occuparmi maggiormente di mia madre che si era ammalata da qualche anno. Ho capito che prendersi cura degli altri attraverso il cibo era qualcosa di speciale e appagante. La creatività unita all’aspetto manuale del cucinare serviva da distrazione verso i problemi del presente. Quindi il cucinare come uno strumento per ritrovare la positività nella quotidianità». Qual è stato poi il tuo percorso?«Dopo la morte di mia madre nel 2004 ho deciso di intraprendere la carriera nella ristorazione. Ho lavorato in Lucchesia, a Pisa e sulla costa, imparando le basi della cucina regionale toscana e italiana. Nel 2010 mi sono trasferita a Londra dove il mio compagno, anche lui lucchese, lavorava già come ricercatore nell’ambito medico. Qui ho iniziato ad impratichirmi sia con la lingua inglese che con una cucina internazionale. Nel 2013 ci siamo trasferiti a New York City, inseguendo nuove possibilità di lavoro». Progetti per il futuro?«Tra i progetti futuri c’è sicuramente quello di passare del tempo con la mia famiglia a Lucca da cui sono separata da molto, anche per la pandemia. Spero una volta in Italia di riuscire a trovare nuove possibilità lavorative e dar vita a nuovi progetti». C’è qualcosa che porteresti a New York dall’Italia?«Senza dubbio gli ingredienti della nostra terra. I prodotti italiani sono largamente diffusi qui negli States. Nonostante ciò non mi ha mai abbandonato negli anni la nostalgia, in particolare per il sapore della frutta, le verdure e le materie prime fresche». E qualcosa che porteresti in Italia?«Porterei l’innovazione per esempio in ambito tecnologico, applicata alla ristorazione permette un controllo maggiore sulle operazioni, migliora la qualità del servizio ai clienti e crea un ambiente di lavoro più organizzato e formativo per i dipendenti stessi. Un’altra cosa che porterei dagli States è l’ottimismo, soprattutto legato al mettere in piedi nuove iniziative. Questa mentalità qui è supportata sia da un sistema burocratico più flessibile sia da prestiti più agevolati. Spero che in Italia si possa capire, soprattutto in un momento come questo, che abbiamo bisogno di cambiamenti concreti che possano agevolare la piccola e giovane impresa e stimolare la rinascita dei ristoranti su tutto il territorio».

Chef Donata Orsi è molto seguita anche su Instagram: @chefdonata

Foto di Francesca Magnani su Instagram: @magnanina