Come hai vissuto l’esperienza di guida turistica nei primi anni?«Prima della pandemia avevamo a che fare con un turismo molto differenziato. Si andava da gite scolastiche ai tanti turisti anche dall’estero: in particolare dagli Stati Uniti e dal Nord Europa».Ora ci sono meno stranieri?«Sì, oggi invece dopo il lockdown ci rapportiamo prevalentemente a famiglie e piccoli gruppi di italiani. Però credo davvero che questa situazione possa pure essere un’opportunità. Perchè gli italiani potranno conoscere di più le bellezze del loro Paese per esserne poi ambasciatori più consapevoli».In questi anni hai messo a frutto il patrimonio dei tuoi studi e le tue capacità per un’associazione. Puoi dirci di più?«Sono presidente dell’associazione culturale Lucca Info&Guide nata nel 2014 e composta da 25 soci tra accompagnatori, guide turistiche e ambientali. Ci occupiamo di promozione e valorizzazione di Lucca e provincia, organizzando visite guidate settimanali – il “tour delle 11”, il “tour in bici ” e corsi di formazione. Di recente è nata una importante collaborazione tra la nostra associazione e il Lucca Center of Contemporary Art, volta ad avvicinare il pubblico all’arte contemporaea. Così attraverso visite guidate su misura, giovani e famiglie scopriranno gli artisti protagonisti della mostra “Storie del Novecento in Toscana”. Abbiamo una pagina facebook “Lucca Info&Guide”, una mail luccainfoguide@gmail.com e un numero di cellulare 345 0224989».Nonostante le difficoltà, vi date da fare.«L’emergenza coronavirus ha stravolto il mercato del turismo. Vedere le nostre città prive di stranieri e con una presenza ridotta di visitatori ci fa capire che c’è un grande problema. Ma come dicevo, il turismo di prossimità ci viene in soccorso. Tutti possono scoprire luoghi vicini da guardare con occhi nuovi. Il tusmo di prossimità è occasione per riappropriarci della nostra storia. Poi se penso ad esempio alla recente scoperta relativa Volto Santo, in prospettiva questa può incrementare visitatori a Lucca di credenti e non, per promuovere belle relazioni tra i popoli».Come hai personalmente vissuto la ripresa dopo il lockdown?«Adesso sono impegnata con visite a Villa Torrigiani e poi alla Villa Reale. I primi turisti che ci hanno contattato, a parte i lucchesi, provenivano da Udine, Milano, Bergamo e Parma. E c’era dell’imbarazzo iniziale. Adoperare mascherine e disinfettante, le distanze da rispettare, insomma l’esperienza è diversa. Può apparire una modalità più fredda, ma la gente alla fine comprende».