Lucca

Massmedia: quando le risposte di un vescovo annullano la velenosità delle domande

Non a caso Grandi, in un editoriale pubblicato il 17 giugno, definisce «anguilla» l’arcivescovo di Lucca, perchè a suo parere sviava, in una sorta di «ping-pong» che non lo ha soddisfatto. Verrebbe da dire, il bello dei punti di vista o, meglio, di «svista» (il gioco di parole è dedicato alla simpatica rubrica delle interviste che lo stesso Grandi intitola «interSviste»). Giulietti infatti è stato molto chiaro, non si è certo negato, anzi nelle risposte ha sempre rilanciato sui temi, senza arretrare davanti al legittimo fuoco di fila del giornalista. A domanda è sempre seguita una risposta, senza alcun sviare per timore o soggezione, anzi spesso annullando del tutto la velenosità di alcuni interrogativi.

Tra i tanti temi affrontati (impossibile sintetizzare qui la lunga intervista), è interessante annotare come Giulietti abbia risposto quando Grandi gli ha paventato il pericolo della «sostituzione etnica» in atto a causa della «migrazione»: per l’Arcivescovo «è un dato di fatto che gli Italiani sono tra i peggio informati sul fenomeno migratorio per quello che riguarda i numeri, la qualità e le conseguenze sociali che esso comporta. Non lo dico io, lo dicono esperti del campoculturale e della comunicazione. Questo comporta che la nostra percezione sia distorta e non corrisponda alla realtà dei fatti. Lo stesso concetto che lei usa di “sostituzione etnica” è espressione di questa disinformazione. Dopodiché la paura, comprensibile, va affrontata con una corretta consapevolezza e con scelte che consentano una gestione ordinata e sapiente di questo fenomeno. Certamente questo richiede una governance ampia. E per questo Papa Francesco sollecita la comunità internazionale nel suo complesso a rendersi protagonista di tale processo». Alla domanda relativa all’entusiasmo della «sinistra radicale» rispetto al magistero di papa Francesco, Giulietti replica: «Non credo che la sinistra radicale apprezzi tutto il magistero di papa Francesco. Per esempio, quando parla in difesa della vita, della famiglia naturale e di altri valori tradizionalmente appartenenti a un’altra visione del mondo e della vita. È normale che ciascuno tenda a sottolineare, nel magistero del pontefice, ciò che è più affine al proprio modo di vedere, trascurando il resto. Chi è onesto e scevro da ideologie prende in considerazione il complesso dell’insegnamento del papa, legge i suoi scritti e non si limita a quello che scrivono i giornali e così può riconoscere che il Papa non è di nessuno». E quando Grandi dice che la gente non ha tempo di leggersi i «saggi pontifici», Giulietti risponde: «Suggerirei che si informasse da fonti oggettive e attendibili. Per esempio Avvenire, Toscana Oggi, Tv2000 e altri organi di stampa che hanno tra le proprie finalità quella di restituire in maniera semplice e immediata gli insegnamenti della Chiesa e del Papa. Se uno si informa superficialmente, saranno superficiali anche i suoi giudizi».

Grandi è libero di dire di essere rimasto deluso, se vuole. Noi altrettanto liberi di dire, invece, l’esatto opposto.