Lucca

Lucca, risponde il candidato sindaco Matteo Garzella

Garzella ha 39 anni, laureato in storia, libero professionista, sposato, con figli. È il Presidente del Consiglio Comunale uscente. Viene sotentenuto da due liste: «Lucca avanti tutta» e LiberaMente».

Quali sono i progetti della vostra amministrazione per le associazioni e le realtà giovanili presenti sul territorio lucchese?Le mie proposte sul rapporto con le associazioni e più in generale con le realtà giovanili del nostro territorio, riguardano una serie di interventi diretti, da effettuare direttamente dalla Amministrazione Comunale con modalità di determinazione di spazi, regolamenti, informazioni e altri che invece rivestono carattere di coordinamento tra diverse realtà che devono essere messe in contatto tra loro e per le quali l’Amministrazione può svolgere un ruolo di garanzia e controllo.La prima fra tutte le proposte che presentiamo alla città che voglio sviluppare è la creazione di una cittadella dei giovani da organizzare negli spazi ad oggi occupati da quello che resta del Mercato Ortofrutticolo nella zona dei Macelli. Questa area già di per sé organizzata in anfiteatro, avente ampi spazi esterni da poter organizzare e con i necessari parcheggi a disposizione, può essere riconvertita creando una serie di spazi multidisciplinari, di ristoro, di svago che possono essere utilizzati sia direttamente dalle varie associazioni chiedendoli in uso, sia da attività private, favorendo in questo l’imprenditoria under 26 e la progettualità da condividere con la vita della struttura. Sarebbe un modo nuovo di incontrarsi e dialogare per le comunità giovani della città e del territorio, fornendo occasioni di confronto che possono spaziare dall’offerta culturale, alla creazione di eventi musicali o artistici, ai momenti di relax piuttosto che della formazione.Insieme a questo, credo che sia importante individuare uno spazio nel centro storico della città dove si possa installare uno spazio espositivo per i giovani, dove possano essere allestite mostre temporanee piuttosto che eventi collegati alla creazione artistica o al confronto con esperienze di pari età che provengano dall’Italia e dall’Estero. Creare uno spazio che aiuti a crescere sia chi produce arte, sia chi ne fruisce, elevando il percorso attraverso le esperienze personali dialoganti con altri punti di vista.Per favorire invece il dialogo e il confronto tra le varie realtà più o meno organizzate del mondo giovanile, propongo un osservatorio che analizzi e metta in contatto chi a diverso titolo e con diverse visioni opera nel settore, ricollegando in questo modo ad una rete virtuale che consenta di incontrarsi anche nelle differenti idee e strategie di azione. Legato strettamente all’osservatorio è la creazione di un portale giovani che sia parte integrante del sito del Comune di Lucca. Questo dovrà diventare una finestra sul mondo che dia la possibilità di aprire collegamenti, cooperazioni, interscambi tra la nostra comunità locale e tutto quanto esiste fuori. La promozione e l’incentivo a questi fenomeni dovrà essere un punto fermo con il quale misurarsi nell’azione di governo della città, dando un maggior numero di opportunità alle fasce più giovani della popolazione, in modo di aprire un dialogo continuo con nuove realtà, il tutto per alimentare una crescita culturale, sociale ed economica del territorio.L’obiettivo della mia proposta è di aiutare a crescere non solo anagraficamente, ma attraverso una continua serie di proposte e spazi che alimentino la curiosità individuale e di gruppo, creando in questo modo un circolo virtuoso che possa fornire nuova linfa alla nostra comunità. Quali forme di partecipazione intende promuovere per coinvolgere la cittadinanza nelle scelte comuni e favorire un superamento della diffusa disaffezione nei confronti della politica?Credo e sono convinto che la partecipazione diffusa alle scelte pubbliche debba essere uno strumento di confronto per chi amministra la città al quale non si può rinunciare. Non deve essere però un alibi tramite il quale si sceglie di derogare alle proprie responsabilità decisionali, responsabilità che ci assumiamo fin dal momento della candidatura, demandando tutto ad una cabina di regia esterna alle istituzioni democraticamente elette e rappresentative della totalità della popolazione tramite i vari organi che la compongono.Confrontarsi quindi, specialmente con un precedente momento informativo non unidirezionale ma aperto a diverse possibilità di risolvere i temi in dibattito, per dare un aiuto a chi deve poi tirare le somme e prendere responsabilmente decisioni per conto di tutta la comunità lucchese.In tutto questo però l’ostacolo maggiore è la generale e crescente disaffezione al fare politica inteso come impegno personale e sociale al miglioramento della Cosa Pubblica. È fondamentale a mio avviso recuperare una maggior formazione della coscienza civica propria, cosa questa che da sempre ha connotato le popolazioni lucchesi, lavorando sui momenti di proposta e formazione che partano fin dalle scuole primarie. Credere in un impegno sociale che passi dalla conoscenza dell’importanza di tutto quanto è “altro” da noi, sia che si consideri questo in termini di ambiente, territorio, sociale piuttosto che antropologico, è fondamentale per poter veramente e fattivamente crescere nella consapevolezza che Fare Politica è in estrema sintesi interessarsi al proprio Bene coincidente con il Bene comune.Perché questo accada l’amministrazione deve essere di esempio per chi ne è amministrato, sia per correttezza che per consapevolezza che la creazione di un mondo migliore passa attraverso atti concreti, siano questi di governo del territorio piuttosto che di creazione di momenti di formazione, ascolto, dibattito e confronto con la popolazione.Il confronto è quindi visto come strumento di superamento della disaffezione. La presenza di una visione certa del Comune come “amico” del Cittadino è fondamentale sia per il rispetto che le due parti devono avere tra loro, sia per l’empatia che deve venire a formarsi tra il senso Pubblico e il sentire Privato che ognuno di noi ha dentro di sé. Non è solo e soltanto l’organizzazione di momenti di incontro fisico tra amministratori e cittadini che crea la partecipazione alle scelte della città, è piuttosto il rapporto formativo di una coscienza libera che senta dentro di sé il desiderio, il bisogno di interessarsi alla Cosa Pubblica, approfondendo quindi le occasioni di porre questa volontà in atti concreti che possano arrivare fino alla volontà di arrivare a candidarsi a Sindaco della città come ho sentito io.Momenti di questo tipo possono essere individuati sia nella formazione in senso lato sia in esperienze concrete di partecipazione come possono essere i dibattiti aperti in Consiglio Comunale, magari con modalità più aperte di quanto ad oggi possibile, oltre che nella condivisione delle diverse vedute e preoccupazioni PRIMA che vengano adottate definitivamente le decisioni operative e non dopo come purtroppo ultimamente è spesso accaduto.In sintesi, credo che formare coscienze nuove che si possano confrontare e partecipare attivamente nei processi decisionali del governo del territorio, deve andare di pari passo con l’assunzione piena delle responsabilità derivanti dalla rappresentanza amministrativa della Città, formando così un binomio inscindibile che dia fiducia e sicurezza a chi vive nel nostro territorio. Che cosa pensa di fare per la trasparenza della pubblica amministrazione?L’impegno che assumo in merito alla trasparenza dell’amministrazione della città, è di far si che il Comune e chi lo governa siano da considerare com “la moglie di Cesare” sopra la quale nessun dubbio e nessuna incertezza deve cadere. Il pieno accesso agli atti da parte di opposizione e maggioranza dovrà essere garantito prescindendo dai ritardi, dai giochi e giochetti che fino ad oggi hanno impedito una piena conoscenza di quanto realmente viene deciso nel nome della Città e, quindi, di tutti noi. Una massima trasparenza da adottare anche con modalità di accesso e richiesta da poter effettuarsi on line e con tempi certi di risposta è l’obiettivo che mi pongo per l’approccio a questa problematica. Per fare questo deve essere però agevolato il lavoro di chi opera nella Pubblica Amministrazione, garantendo loro la necessaria conoscenza legale, formale e partecipativa per consentire di adottare ogni possibile modo diretto ad agevolare la trasparenza del lavoro svolto nei vari Uffici pubblici.Fare in modo che il Comune sia una “casa di vetro” non vuol semplicemente dire che tutti i documenti siano tendenzialmente -e fatte salve le dovute tutele- consultabili direttamente. Vuole anche e soprattutto dire che chi fa parte della macchina comunale, sia in settori di dipendenza che di dirigenza piuttosto che di rappresentatività, deve essere messo in condizione di operare al meglio e con la massima serenità possibile, eliminando in questo modo reticenze dovute non tanto ad illegalità di comportamenti quanto ad incertezza sulla piena compiutezza normativa di quanto viene prodotto. Scegliere quindi una dirigenza preparata ed unirla ad una formazione continua del personale, son le basi che devono esistere per rendere obbligata la scelta di dare la massima trasparenza possibile all’azione dell’Amministrazione Comunale. Pensare di relegare solamente a slogan e a convenienze di facciata l’adozione di comportamenti doverosi piuttosto che auspicabili, è solamente non voler affrontare la problematica nel suo insieme. Chi volesse semplicemente dire che l’onestà sarà la garanzia di una piena possibilità di libero accesso, direbbe solamente una parziale verità, legata ad una volontà di affascinamento dell’elettorato piuttosto che alla non conoscenza della complessità dell’apparato amministrativo di una Città come la nostra. Adottare ogni misura che riformi le azioni e la responsabilizzazione piena di chi li atti li produce è invece la reale chiave di volta per consentire una piena serenità di rapporto fondato sul reciproco rispetto di ruoli e competenze e non, solamente, su una superficiale attitudine ad un dialogo troppo spesso solo preannunciato. Uno dei problemi che più affligge i giovani, anche a Lucca, è una persistente instabilità di vita. Spesso e volentieri, si fondono mancanza di lavoro e, di conseguenza, impossibilità a costruire un’esistenza autonoma dalla famiglia di origine. Quali saranno le proposte della vostra amministrazione sul binomio casa-lavoro, per consentire l’indipendenza dei giovani?Il problema dato da una incertezza nelle condizioni di vita, sia questa considerata nell’immediato che in proiezione futura, è una delle massime emergenze che ci propongono i tempi attuali. La necessità di mettere in atto quanti più accorgimenti possibile per facilitare la ripresa di speranza nel futuro e la volontà di assumersi responsabilità che vadano oltre alla singola persona, è di fatto un obbligo più che una scelta di campo per chi considera come me l’azione di governo del territorio come uno strumento che possa incidere positivamente sulla coesione sociale e lo sviluppo migliorativo delle condizioni di vita.In concreto gli accorgimenti che credo necessari adottare sul binomio lavoro e casa, sono legati al sostegno della formazione sia scolastica che professionale che abbia però un riscontro sull’effettivo sui risultati occupazionali concreti che porta a chi la frequenta. In sintesi, credo che vadano premiate maggiormente le occasioni formative che hanno una effettiva ricaduta occupazionale sul territorio piuttosto che il fatto che siano legate ad organizzazioni, strutture o proprietà che attirano risorse indipendentemente dal fatto che diano una risposta positiva alle speranze di chi vi partecipa.Oltre a questo, voglio realizzare una sistema di incentivi fiscali legati alle tasse comunali che premino in varia misura chi realizzerà nuovi posti di lavoro per le fasce più giovani della popolazione. Tutto questo chiaramente organizzato in maniera tale da facilitare l’incontro tra offerta e richiesta di occupazione mediante l’utilizzo di piattaforme informatiche collegate al sito del Comune di Lucca, come ad esempio il portale giovani che ho precedentemente illustrato. Altra idea che intendo portare avanti è il recupero dei rapporti con le città gemellate con la nostra; è mia intenzione infatti proporre una modalità di interscambio formativo professionale tra giovani delle varie città che si rechino a frequentare stage di formazione in aziende locali che formino nuove professionalità, in modo tale da riprodurre nel nostro territorio esperienze e modalità di lavoro diverse che aiutino la crescita e lo sviluppo della nostra comunità, migliorando le conoscenze linguistiche e la capacità di relazionarsi per quanti ne volessero prendere parte. Ma la predisposizione di facilitazioni nell’accesso al mondo del lavoro da solo non basta per poter essere messi in condizione di pensare alla costituzione di nuove famiglie e della responsabile paternità e maternità di nuove vite. Voglio sottolineare come l’istituto della famiglia sia la base sulla quale è costituito il patto sociale di convivenza per come è strutturata la società di oggi; aiutare la formazione di nuovi nuclei familiari tramite politiche legate al mondo del lavoro e al reperimento di alloggi è quindi fondamentale per poter pensare ad uno sviluppo futuro della Città. Trovare una casa sia questa in affitto che ancor meglio in proprietà deve essere agevolato e per questo ho in mente di proporre modelli di cohousing per giovani coppie, con elementi di servizio in comune che aiutino a costruire una prossimità di rapporti positiva, che creino una proposta di vita accogliente e rispondente al bisogno di aiuto, sia questo economico che di servizio, necessario per chi comincia il cammino di coppia. Incentivazioni fiscali, creazione di convenzioni e meccanismi agevolativi con il mondo bancario, proposta di modelli di contratto agevolato che consentano anche ai privati di concorrere nell’offerta di nuove abitazioni, reperimento di spazi idonei alla creazione dei servizi necessari alla semplificazione delle problematiche quotidiane, sono solo alcuni degli aspetti da affrontare e risolvere per poter intervenire su questi argomenti. La risposta che voglio dare a questa emergenza sociale di mancanza di lavoro e casa è quella di un Comune che sia presente nell’aiuto necessario ad affrontare e risolvere i problemi, tramite atti concreti legati, di ordine sia economico che organizzativo, in modo tale da avere un risultato finale che migliori il rapporto di legame tra la popolazione e il nostro territorio, creandone le condizioni di sviluppo futuro. Quali processi a lungo termine (ovvero pensando a figli e nipoti) intende avviare nei confronti dei paesi e del territorio lucchese, dalle sue tradizioni al suo ambiente naturalistico?Su questo tema ho già avuto modo di esprimermi, ma voglio ribadire che secondo me tutto passa dalla rivisitazione del nuovo Piano Strutturale predisposto e approvato dalla Giunta Tambellini in fretta e furia. Il Piano Strutturale non è altro che una cornice che detta le linee di come sarà eseguito il quadro al suo interno; in esso sono presenti le indicazioni che aiuteranno a realizzare la Lucca del domani, come sarà tra dieci, venti anni. Dentro a questo non solo viene definita l’edificabilità dei suoli, emergenza tra le emergenze per come ha visto nel tempo una “distratta” cura ed attenzione nel controllo delle precedenti previsioni, ma viene anche strutturato l’intero territorio, abbracciandone sia gli aspetti ambientali che di mobilità, aspetti questi lasciati purtroppo ad oggi solo al caso piuttosto che alle scelte fatte cinquanta e più anni fa.La necessità di rivedere questo strumento che lascia anche alcune perplessità formali su come sia stato redatto, è data dal fatto che a mio avviso deve essere aperta e proposta una discussione ampia precedente a quello che è il momento tecnico di redazione del piano. Mi spiego meglio dicendo che credo che l’organizzazione di confronti, conferenze eventi e momenti espositivi dove si possano conoscere e confrontare diversi modelli di sviluppo e di azione che possano essere presi in considerazione a livello locale in ambiti come ambiente e biodiversità, gestione dei rifiuti, mobilità e assi viari piuttosto che urbanistica e rapporti tra i vari agglomerati del nostro territorio, è fondamentale ad una ricerca di formazione di un Piano Strutturale che indirizzi lo sviluppo della Città secondo un insieme armonico di norme che pongano le basi della sua realizzazione futura.Bisogna appropriarsi della volontà di formare una Idea di Lucca che si debba col tempo trasformare in una Idea Compiuta di Lucca. La formazione di un Piano Strutturale di alto respiro che veda ampi momenti formativi e partecipativi precedenti alla discussione tecnica che ne deve tradurre le volontà in norme, è fondamentale per poter veramente dire di avere una Idea sulla Lucca che sarà. Rincorrere i singoli problemi attuali come le destinazioni possibili delle aree dismesse piuttosto che degli sforamenti delle volumetrie presenti nelle vecchie previsioni delle UTOE, è solamente una parte delle risposte che deve dare un Piano Strutturale, soprattutto se queste sono ricercate sull’immediato e non su una visione di larga prospettiva che consenta di immaginare il territorio che avremo e che avranno i nostri figli. La cura che decidiamo di dare oggi o piuttosto di non dare oggi, alla predisposizione degli strumenti con i quali ci dobbiamo confrontare nei prossimi anni, è inversamente proporzionale alla soddisfazione che avremo nel vederne realizzate le previsioni. La cura che dobbiamo avere nel discutere, predisporre e applicare tutto questo, lo dobbiamo non solo a noi ma a tutti quelli che dopo di noi verranno.