Lucca
Gioia e sorpresa: Mansueto Bianchi assistente generale di Azione Cattolica
Siamo ancora un po’ frastornati, tanta è stata la sorpresa che ci ha fatto Papa Francesco e, con lui, la Conferenza Episcopale Italiana, di cui va ad entrambi la nostra sincera gratitudine.
Appartenere all’Azione Cattolica Italiana è essere parte di una lunga e grande storia che si è variamente colorata nel tempo. L’Ac, infatti, con accenti diversi e con varie sfumature nel corso di quasi centocinquant’anni (ma per noi lucchesi, potremmo parlare addirittura di centosettant’anni), ha servito con amore e dedizione la Chiesa e l’Italia, le singole diocesi come i vari territori.
Quella dell’Ac è una storia robusta, concreta, vivamente intessuta con itinerari ecclesiali e civili che ha avuto – e grazie a Dio mantiene – una singolare luce, un arcobaleno che splendente si staglia nel cielo, di santità. Alcuni santi e beati (anche lucchesi) sono sugli altari e suscitano fede e devozione. Altri – molti altri sono «santi nascosti» – hanno percorso, da laici e assistenti, ordinari itinerari di vita, portando nel cuore e nella luce del Vangelo l’aspirazione a quella perfezione che il Signore Gesù ha indicato.
Il lavoro di riordino del nostro archivio, intrapreso per recuperare la memoria storica dell’associazione diocesana, sta facendo emergere figure di uomini, donne e presbiteri che sono semplicemente meravigliosi. In questa cornice di vita e di storia possiamo comprendere la nomina del vescovo Mansueto ad Assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica, una vita spesa «gomito a gomito» con noi laici, con amore, dedizione e passione, senza riserve, a pranzo, a cena, in macchina, ai campi-scuola, in Chiesa, nello studio-confessionale…
Tutto per formare una coscienza cristiana di laici, giovani e adulti, che quotidianamente cercano di testimoniare e trasmettere il volto umile e amorevole di Gesù. Ora il suo impegno è l’Italia, ma sappiamo che la sua missione, come quella dell’intera Ac, è teologicamente e strategicamente la chiesa particolare, come più volte ci ha insegnato: «Il tratto originalissimo dell’Azione Cattolica, che la individua e la qualifica tra le altre aggregazioni laicali, e motiva la peculiare attenzione che dall’episcopato riceve, sta nella scelta forte che essa fa della Chiesa e particolarmente della Chiesa locale. Non un ambito di vita, non una fascia di esperienza o di età, men che meno la comunità cristiana come fornitrice di persone o di risorse da sottrarre per il raggiungimento dei propri parziali obiettivi, ma la Chiesa scelta come propria casa, come termine della propria dedizione, come motivo della propria fatica».
L’associazione diocesana lo accompagna nella preghiera, sarà presente alla XV Assemblea Nazionale, dove porterà tutto l’affetto e la stima nei suoi confronti, e lo vuole oggi ricordare con un altro pensiero che ci ha lasciato diversi anni fa, sempre attuale, un’esortazione a «camminare insieme», che non vogliamo sicuramente tradire e che affidiamo alla nostra diocesi: «Se l’Azione Cattolica sceglie la Chiesa, si pone cioè al servizio delle scelte pastorali della chiesa locale, questo significa che essa rinuncia a quelle risorse che caratterizzano gruppi e movimenti: una idea “dominante”, il leader, il carisma ecc… Sua risorsa e suo specifico è la piena dimensione ecclesiale. Ma se l’Azione Cattolica fa la scelta della Chiesa, della Chiesa particolare, è necessario che la Chiesa particolare faccia la scelta dell’Azione Cattolica, altrimenti si avvia un dinamismo che finisce per essere il suicidio dell’Associazione. In questo caso la legge della reciprocità è vitale, se non si vuole devitalizzare l’Associazione e, in certa misura, anche la Chiesa».
*Presidente diocesano di Azione Cattolica