Lucca

L’Associazione Musicale Lucchese compie 50 anni, parla il presidente Parducci

Nella nostra città, grazie all’Aml, si sono esibiti artisti prestigiosi come Franco Mannino, Luciano Berio, Sylvano Bussotti, Roman Vlad, Goffredo Petrassi, Maurizio Pollini, Tommaso Campanella. Tutto cominciò nel 1964, grazie a Herbert Handt che volle dare il via al recupero di una tradizione ormai appannata.

Lucca, città della musica così ricca di artisti: Guami, Geminiani, Catalani, Landi, Luporini, Puccini e i suoi antenati, doveva tenere ancora accesa la fiaccola dell’arte dei suoni. L’iniziativa di Handt, cinquant’anni fa, ebbe subito l’appoggio di intellettuali come Arrigo Benedetti, Ardinghi, Petroni, la mecenate Carol Mac Andrew, che fu anche il primo presidente, poi alla presidenza si alternarono Egidio Ceragioli, Giovanni Cattani, Guido Veronesi. Dal 2001 è presidente dell’Aml Marcello Parducci (foto), un agente di commercio settantaquattrenne, esperto e appassionato di musica, buon organizzatore, a cui abbiamo rivolto alcune domande.

Presidente, come vede questo traguardo di mezzo secolo?«È un motivo di orgoglio da parte di tutti. Abbiamo avuto la targa del presidente della repubblica, il patrocinio della regione toscana. Le istituzioni culturali più prestigiose, si stanno occupando di noi. Continua l’interessamento alla nostra attività di artisti famosi. Lo dimostra anche il programma del nostro festival LuccainMusica che vedrà esibirsi nella nostra città prestigiose orchestre come quella della Rai o quella Toscana. Quando nacque l’associazione musicale ebbe gli elogi del famoso critico Pinzauti e ora riscuote i consensi di esponenti culturali di tutt’Italia». In questo periodo si dibatte su Puccini, sulle varie iniziative che coinvolgono la nostra città anche per il novantesimo della morte dell’artista. L’Expo a Milano si aprirà con Turandot col finale di Berio, sul brand per il Maestro che ne pensa?«Non voglio entrare nelle polemiche. Per me la cultura è una cosa, il turismo è un’altra. Bisogna creare le strutture necessarie perché la musica arrivi a tutti. Il turismo è una conseguenza della cultura. Lucca si deve attrezzare per valorizzare non solo Puccini, ma anche gli altri musicisti. Bisogna coinvolgere di più le scuole, e poi c’è necessità di un teatro grande, di un auditorium. Per me il Giglio dovrebbe essere lasciato com’è. È un teatro del Seicento e non è possibile cambiarlo. Bisogna pensare al futuro. Per questo c’è bisogno di una volontà politica che voglia modificare la situazione pensando anche ai giovani». Si parla di Salisburgo, facendo confronti a scapito di Lucca.«A Salisburgo, c’è Mozart, ma c’è stato e ci sono anche grandi direttori che attirano sponsor, perché offrono rappresentazioni di grandi qualità. Per gli artisti è una gara a partecipare a questo evento e si muove tutto un grande indotto, cominciando dal turismo. Per me è un paragone che non regge per Lucca». E ora e in futuro dunque che bisogna fare?«Coinvolgere l’intera provincia con l’unione e la collaborazione delle varie realtà, soprattutto nel nome di Puccini. Si parla di sinergie, ma per ora si discute e basta». Chi vuole ringraziare per questo cinquantenario?«Anzitutto i 180 soci, i musicisti e le orchestre che vengono con entusiasmo da noi, i giovani artisti, i collaboratori che si impegnano alla buona riuscita degli eventi e gli sponsor».