Livorno

I catechisti: testimoni di fede

Nell’Anno della Fede, si è svolto a Roma il Congresso internazionale di Catechesi e il Pellegrinaggio dei catechisti, a cui sono stati invitati i Presidenti delle Commissioni episcopali di Catechesi ed Evangelizzazione, i direttori degli Uffici Catechistici Nazionali e di ogni diocesi, una delegazione di catechisti da ogni parte del mondo.Noi rappresentanti della Diocesi di Livorno, siamo partiti all’alba di giovedì 26 settembre insieme al direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano, don Fabio Menicagli.La prima parte dell’evento è stata caratterizzata dal Congresso e dall’incontro diretto con Papa Francesco e si è svolta in Vaticano, presso l’aula Paolo VI; nella seconda parte si è svolto il pellegrinaggio dei catechisti, che hanno raggiunto la delegazione, sabato 28 settembre. la conclusione è avvenuta con la Santa Messa dominicale e l’Angelus in piazza S. Pietro.Dopo i saluti e la presentazione del Congresso da parte del Mons. Arenaz, Segretario del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione, c’è stata la visione del video d’arte e nuova Evangelizzazione “Credo”, una catechesi narrativa e simbolica per riflettere sulla Professione di Fede. Mons. Fisichella, Presidente del pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Catechesi,ha introdotto il Congresso parlando della catechesi nel contesto della Nuova Evangelizzazione, sottolineando l’importanza del catechista che ha ricevuto una missione dalla Chiesa, un mandato eccezionale: comunicare con testimonianza la vita di Gesù, affinché la catechesi sia Parola che si trasmette, memoria viva e testimonianza di vita. Le relazioniDopo una Lectio sul brano del Vangelo di Luca 24,13-35 “I discepoli di Emmaus” del Prof. Costacurta, Direttore del Dipartimento di Teologia Biblica alla Pontificia Università Gregoriana, sono iniziate le relazioni.La prima relazione ” Dio cerca l’uomo e si rivela” del dr. Willey, Deputy Director del Maryvale Institute in Birmingham, ha indicato la catechesi come opera preziosa della Chiesa di trasmettere la rivelazione di Dio, che cerca l’uomo umile per comunicare se stesso; la seconda relazione “La Chiesa primo soggetto della fede” del re.do Rodriguez Cappellano dell’Università nazionale della Colombia, del Dipartimento della Catechesi Episcopale Colombiana, ha invece evidenziato l’urgenza della Chiesa di una nuova evangelizzazione per trasmettere la fede e fare catechesi, spinti da una duplice convinzione “cristiani non si nasce, ma si diventa” e “non si nasce nella Chiesa, la si sceglie”. La Chiesa è la prima a credere e a professare il Signore, con essa ed in essa tutti siamo portati a professare anche noi ” credo”.Il secondo giorno del Congresso è stato molto partecipato anche a causa della prevista catechesi con Papa Francesco: al mattino il Prof. Mons. Sequeri, preside della Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale, ha illustrato chiaramente i concetti di “Memoria Iesu” e “Memoria fidei” nella relazione ” Memoria fidei: il dinamismo dell’atto di Fede”. Mons. Sequeri ha detto che la trasmissione di fede e la purificazione della religione devono rendere trasparente- in segni e parabole adatte- il profondo legame di Dio con l’origine e la destinazione dell’umano. Non possiamo più ripeterci in una lingua che è domestica: dobbiamo trovare parole di vita eterna, non un gergo di sopravvivenza. E non possiamo perdere la memoria della fede apostolica, senza la quale saremmo semplicemente una provincia ideologica dell’impero secolare. Dopo la relazione del Preside dell’Institutum Patristicum Augustinianum della Pontificia Università lateranense “Traditio e redditio symboli”,  nel pomeriggio, in attesa della catechesi di Papa Francesco, il Congresso ha proseguito con varie   Comunicazioni: ” Credibilità della fede: rapporto tra fede e ragione nella trasmissiomne della fede” del re.do Kaucha docente di Teologia fondamentale all’Università Cattolica di Lublino in Polonia ; ”  Per una pedagogia dell’atto di fede” del dr. Sullivan docente di Catechetica presso la Pontificia Facoltà dell’Immacolata Concezione della Domenican House of Studies USA; “Nel fiume della Traditio Verbi: armonia tra Scrittura, Tradizione e Magistero ” del re.do Franzini parroco di Cremona; “Accoglienza del catechismo della Chiesa Cattolica nella catechesi. Esperienze e criteri per una piena ricezione” del prof. Molinario. La catechesi del PapaNel tardo pomeriggio l’arrivo di Papa Francesco è stato il momento più emozionante e intimo per tutti i presenti: come è suo stile, con grande umiltà il Santo Padre è passato a salutare personalmente i catechisti, trattenendosi qualche minuto con le persone che acclamavano il suo nome. La sua catechesi è arrivata dritta al cuore, illuminando le menti; ha detto che bisogna: ” Essere catechisti, e non lavorare come catechisti”, “voglio una Chiesa che esca, che sia incidentata, altrimenti sarebbe malata dentro”, “il catechista deve lasciarsi guardare dal Signore…Voi vi lasciate guardare dal Signore? Come state tavanti al tabernacolo? Lui ci guarda, poi siamo noi a pregare, anche se ti addormenti mentre preghi, stai tranquillo sei sicuro che lui ti guarda, ti è vicino e ti vuole bene”. Il messaggio del Papa è forte e chiaro: si è veri catechisti se ci mettiamo il cuore e la passione, perchè educare alla fede è bello, è una vocazione in cui bisogna dare testimonianza di fede, bisogna guidare all’incontro con Gesù con vita e parole e -la chiesa cresce per attrazione, come diceva S. Francesco “predicate il Vangelo”. Bisogna dare amore, amore in Cristo che non si compra nei negozi, ma viene da Cristo. Bisogna ripartire da Cristo-. Papa Francesco raccomanda a tutti i catechisti, definendosi lui stesso catechista, di avere familiarità con Gesù Cristo, imitarlo nell’uscire da sé, non avendo paura di andare con lui nelle periferie e aiutando gli altri a conoscerlo, incontrarlo e amarlo.

Sabato poi è iniziata la seconda parte dell’evento: la celebrazione della Santa Messa e Profissio fidei nella basilica di San Pietro, Altare della Cattedra, la quinta relazione di Mons. Vinals Vescovo di Mallorca e membro del Consiglio Internazionale per la Catechesi in Spagna  ” La Diaconia della come espressione della comunità ecclesiale”. Mons. Arenas, Segretario del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione e l’accoglienza dei catechisti pellegrini, provenienti da tutto il mondo. Tutti i catechisti hanno avuto tempo a disposizione per il Pellegrinaggio sulla tomba dell’Apostolo Pietro e per partecipare a varie catechesi divise per aree linguistiche in alcune chiese di Roma. L’evento mondiale si è concluso domenica 29 settembre in piazza San Pietro con la Santa Messa presieduta dal Santo Padre e l’Angelus, momento in cui è stata forte la preghiera per la pace in Siria e nel medio Oriente. Durante l’omelia Papa Francesco si è rivolto a tutto il popolo di Dio, in particolare ai catechisti, ammonendoli di non comportarsi come il ricco del Vangelo davanti ai tanti Lazzaro che chiedono aiuto: nella vita non contano i beni materiali, sono solo averi che non danno l’identità all’uomo. Il catechista è colui che riesce ad alimentare e a risvegliare la memoria di Dio, se invece agisce per se stesso il suo servizio si appiattisce e perde il vero volto. Una grande lezione di vita che in ogni suo intervento il Papa lascia a tutta l’umanità: siamo fatti ad immagine di Dio, non ad immagine degli idoli. Fidandosi di Cristo, avendo memoria di Lui, vivendo come Lui, essendo uomini di carità e di amore per i fratelli, potremo affrontare le varie difficoltà della vita con la Speranza ed essere veri testimoni della fede cristiana..