Livorno

In dialogo con i ragazzi e le famiglie

Ogni fase della nostra vita è caratterizzata da momenti più o meno belli, ma sicuramente ogni esperienza vissuta diventa parte della nostra esistenza e ne caratterizza il prosieguo.

Inizia con queste parole la lettera che la dottoressa Elisa Amato ha scritto alle autorità e a tutte le componenti scolastiche, nel suo saluto di commiato prima della pensione. Proprio all’inizio di questo anno scolastico l’abbiamo intervistata per conoscere le sue opinioni sul mondo della scuola e su come è cambiata in questi anni.«Indubbiamente – premette la dottoressa – sono stata una donna fortunata perché nella vita ho fatto ciò che volevo: prima insegnante, poi grazie al sostegno del professor Schiavone, il padre di don Raffaello, che mi ha convinto a fare i concorsi per diventare dirigente scolastico e poi l’incarico qui a Livorno è stata davvero una soddisfazione.Io ho iniziato come insegnante di ruolo nel 1978 e devo dire che la scuola allora era diversa. C’erano meno mezzi multimediali, minori attrezzature, gli insegnanti usavano ciò che avevano a portata di mano come supporto all’attività didattica. Il mio primo incarico è stato alla scuola media Pistelli in Corea, lì ho toccato con mano diverse problematiche, sia ambientali, sia sociali, con bambini che avevano sia problemi di apprendimento che familiari, è qui che ho imparato quanto sia importante stare accanto ai ragazzi e alle loro famiglie. I genitori – lo dico sempre – sono al primo posto: io posso conoscere bene l’alunno che ho in classe solo se riesco ad avere un dialogo continuo con i genitori, perché i ragazzi non sempre in classe si comportano come a casa e viceversa. Ma conoscere tutti gli aspetti di un ragazzo significa anche comprenderne le potenzialità e dargli un maggiore sostegno nel suo percorso di vita. Certo, prima i genitori erano più “rispettosi” nei confronti della scuola:, avevano anche più fiducia: oggi questa è andata diminuendo. E questo è un aspetto veramente negativo: compito degli insegnanti adesso è anche conquistarsi la fiducia delle famiglie». Supporti multimediali e edifici fatiscenti…nella scuola di oggi assistiamo a evidenti contraddizioni?«Sì, ma solo fino ad un certo punto. Ho visto che in questi ultimi anni al Ministero ci sono programmi e fondi per ristrutturare gli edifici e mettere in sicurezza le strutture scolastiche, però docenti e dirigenti scolastici, nonostante le strutture carenti e il periodo difficile che sta vivendo la scuola, ho visto che si impegnano al massimo, credendo nel loro lavoro e credendo nella suola. Ho definito i docenti “i professionisti dell’istruzione”, ho visto che anche a costo di sacrifici si pongono come obiettivo primario il bene dei loro alunni. E questa è la cosa più importante». Come si colloca Livorno in questo panorama, è diversa rispetto ad altre città?«Come dirigente dell’ufficio scolastico provinciale ho avuto esperienza anche di altre città e posso dire che Livorno è una città dove il mondo della scuola è molto attivo: ci sono tantissimi progetti tutti rivolti ad accrescere le competenze e le conoscenze dei nostri ragazzi. Un altro aspetto secondo me molto significativo che ho riscontrato a Livorno è il lavorare in sinergia: mondo della scuola e tutti gli enti, le associazioni, le istituzioni, il mondo del volontariato: veramente un impegno capillare in tutta la provincia, avendo tutti, a prescindere dai propri ruoli e dalle proprie idee un unico obiettivo: la centralità della scuola e della persona umana». Si ricorda qualche episodio particolare in questa lunga carriera?«Ogni azione, ogni episodio che ho vissuto in questi anni, anche il più piccolo è stato importante e sono convinta che abbia lasciato qualcosa sia a me che ai nostri ragazzi. Anche noi come docenti, come dirigenti scolastici cresciamo e maturiamo insieme a loro, giorno dopo giorno, di questo ne sono sempre stata convinta». Un tasto delicato…le scuole paritarie, cosa ne pensa?«Personalmente credo molto nel valore delle scuole paritarie: in questi anni ho incontrato i responsabili di queste scuole e i docenti e posso affermare che il loro lavoro è davvero ammirevole. Nell’ultimo incontro che ho avuto con il Ministro Carrozza a Pisa, mi sono rivolta a lei parlando proprio di questo problema, dei contributi che vengono a mancare a queste scuole e l’ho vista molto attenta; spero che faccia qualcosa, perché perdere questa opportunità educativa sarebbe davvero un peccato, sia per la città che per tutte quelle famiglie che credono nell’importanza di una scuola, quella cattolica, che estende la formazione dei ragazzi anche ad una visione religiosa della vita». Un augurio ai ragazzi e agli insegnanti in questo inizio di anno scolastico«Il mio augurio va naturalmente anche alle famiglie, perché come dicevo prima mondo della scuola e genitori devono lavorare insieme per il bene dei ragazzi. Auguro a tutti un maggiore ascolto: ai docenti che ascoltino di più i ragazzi e le loro famiglie, ai genitori che ascoltino di più i loro figli e gli insegnanti e ai ragazzi che siano attenti a ciò che dicono loro le persone che hanno a cuore il loro futuro».