Livorno

Offrite a Dio le fatiche del cuore

Le linee guidaSi riparte. Come ogni anno, con la festa della nascita di Maria, la nostra diocesi dà il via a tutta l’attività pastorale. Il Vescovo, parlando con i giornalisti al termine della celebrazione, ha indicato i due punti su cui si muoverà la chiesa livornese nei prossimi mesi: «Prima di tutto ci metteremo a servizio della città, dimostrando come sia possibile creare mille posti di lavoro nel giro di un anno. Ho già parlato con persone che lavorano nell’ambito portuale». Ma mons. Giusti è andato anche diretto verso un altro argomento molto importante per la città, le prossime elezioni amministrative: «La campagna elettorale dovrà unire, così si potrà creare lavoro. Noi saremo a disposizione anche in questo caso, suggerendo ai futuri amministratori, come tornare ad assumere». Un pensiero anche agli operai della Delphi («che a gennaio perderanno ogni assicurazione sociale»). L’altro punto pastorale su cui si muoverà la Diocesi, invece, «sarà quello di andare a cercare le persone, proprio come ha chiesto papa Francesco». E riprendendo le parole dette dal Santo Padre all’Angelus domenicale, il Vescovo ha ribadito la sua ferma condanna alla guerra: «Non risolve nulla, anzi, aumentano i danni e il terrorismo. Bisogna puntare al dialogo. Come ha detto il Papa, le guerre sono quasi sempre commerciali, fatte per vendere le armi». Infine, mons. Giusti è tornato a parlare della Madonna dei Popoli, ammettendo il suo stupore «per il grande consenso che ha suscitato quest’opera». L’omeliaLa celebrazione è cominciata dal piazzale Giovanni XXIII, da dove i fedeli livornesi, che hanno risposto in massa, si sono incamminati verso il sagrato del Santuario, recitando il Rosario. Anche il clero era quasi al completo, presenti anche le autorità e le associazioni del volontariato. Commentando la Parola, il Vescovo ha messo al centro la figura di Maria, indicandola come colei che «ci fa accogliere le croci», infatti, «Maria è detta anche madre addolorata, perché ha visto suo figlio, che aveva fatto del bene, soffrire ed essere crocifisso. Ma Lei non si è scagliata contro gli assassini di suo figlio». E proprio guardando alle croci della vita che mons. Giusti ha voluto parlare al cuore dei suoi fedeli: «Non vi dico di andarvele a cercare, né di sfuggirle, poiché fanno parte della vita. Vi suggerisco solo di accoglierle. Offrite le vostre sofferenze come ha fatto Maria». Infatti, «bisogna dare un senso al dolore, accogliere la croce e offrirla a Dio, solo così potremo capire che è un dono e far avvenire il miracolo della redenzione. Maria ha saputo amare fino in fondo, ci insegna le fatiche del cuore e dell’essere soltanto amore. Se faremo entrare Gesù nella nostra vita sarà lui a portare le nostre croci». Il Vescovo ha menzionato Giovanni Paolo II, («che aveva definito Maria, “il contatto continuo della verità del suo figlio”»), ma anche Paolo VI («che vedeva nella Madonna l’esempio di come mettere in pratica la volontà di Dio»). Mons. Giusti ha ricordato anche l’importanza dei miracoli, «che ci sono dati per accrescere la fede» e di come Maria abbia manifestato la sua vicinanza, apparendo più volte. Infine, il Vescovo ha dato anche un suggerimento: «Andatevi a leggere la biografia di santa Gemma da Lucca». Il seminarioMonsignor Razzauti, attuale Rettore del seminario, ha voluto porgere un saluto particolare ai seminaristi: «Abbiamo sette nuovi ragazzi, provengono da fuori città. In totale adesso sono quindici. Sono state rifiutate anche nove richieste, poiché non le abbiamo ritenute pronte, ci vuole un discernimento importante per fare certe scelte. Ringraziamo Maria per queste vocazioni». Infine don Paolo si è lanciato con una preghiera e un auspicio: «Attendiamo che il Signore mandi nuove vocazioni tra i livornesi, le famiglie aiutino in questo, non devono avere paura del sacerdozio dei figli».