Livorno

Tra cielo e terra: aperti al Mistero

In questo momento in cui le scoperte scientifiche si moltiplicano, occorre avere il coraggio di ripensare i modelli scientifici interpretativi.

Oggi il rischio è di avere una scienza che cade nell’accademismo, che si è data delle definizioni di cosa è scientifico e cosa non lo è, ma dinanzi alle novità dirompenti non è capace di rimettere in discussione certe definizioni e vorrebbe comprimere la realtà in esse.

Un eccesso di accademismo che arriva anche ad affermazioni paradossali quali ad esempio: è reale solo tutto ciò che è riproducibile in laboratorio; ma se pensiamo alla vita, essa è un’opportunità che nella storia si è manifestata solo una volta e non è ancora di fatto riproducibile in laboratorio, questo forse significa che la vita non sia reale e quindi che non sia vera?

Ecco quindi il coraggio di “rivedere” certe definizioni ed i modelli interpretativi. La scienza ha bisogno di nuovi schemi che le aprano ad ulteriori orizzonti e quale significativa apertura sarebbe quella al Mistero? Alla fede?

E poi ancora: Ciò che sappiamo non è il Tutto, ma solo ciò che crediamo di sapere? Ed ancora: qual è l’uso che l’uomo fa della conoscenza? Quanto quest’uso incide sui suoi comportamenti per il bene comune?

Interrogativi diversi e ampi che saranno sollevati nel corso della giornata di studi promossa dal Progetto Culturale diocesano per il 6 dicembre, nelle sale del Museo di Storia Naturale (per gentile concessione della Provincia).

Nell’occasione saranno presentati anche due libri, editi dalla casa editrice diocesana Pharus editore librario, nella collana Stenone : Tra il fiore e il computer di Valfredo Zolesi, che si arricchisce di una storyboard disegnata da Lorenzo Bernardini e di schede didattiche preparate dal professor Filippo Arru e In Saecula Saeculorum di Piero Benvenuti sulle dinamiche spazio temporali.