Firenze

Primo Maggio, Betori: «Dobbiamo considerare essenziale il problema di un lavoro certo e dignitoso»

Parlando della ricostruzione del tessuto sociale ed economico, l’arcivescovo di Firenze ha aggiunto: “sentiamo questo progetto come una cosa che ci sta a cuore, come una responsabilità a cui non dobbiamo sfuggire, come un lavoro da compiere per dare identità a noi stessi e ai nostri fratelli, carpentieri di un mondo nuovo nella carità”.

“Lasciamoci illuminare dalla figura di San Giuseppe per comprendere quale messaggio oggi la Chiesa deve offrire al mondo del lavoro” ha detto Betori, facendo riferimento alla lettera di Papa Francesco “Patris Corde” secondo cui «San Giuseppe era un carpentiere che ha lavorato onestamente per garantire il sostentamento della sua famiglia. Da lui Gesù ha imparato il valore, la dignità e la gioia di ciò che significa mangiare il pane frutto del proprio lavoro». Il Papa dunque, ha aggiunto Betori, ci ricorda che il lavoro è “una componente essenziale della dignità delle persona umana, un richiamo particolarmente attuale” in questo tempo dio crisi. Betori ha parlato anche di come la mancanza di lavoro possa mettere in crisi le famiglie: “tutti siamo consapevoli delle fragilità della famiglia oggi, in cui dobbiamo dunque considerare essenziale il problema di un lavoro certo e dignitoso”.

La celebrazione è stata promossa dall’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro, in collaborazione con il settore lavoro della Consulta diocesana delle aggregazioni laicali: a portare il saluto iniziale, Giuseppe Carriero. Al termine, il saluto di don Giovanni Momigli.