Firenze

Funerali di don Corso Guicciardini, Betori: “Ha avuto un posto nel cuore di tutti noi”

Parlando del sacerdote che nel 1958aveva raccolto da don Giulio Facibeni il timone dell’Opera Madonnina del Grappa, di cui è rimasto presidente a vita, Betori ha affermato: “Nella vocazione da lui accolta come ciò che poteva dare pienezza alla sua esistenza – una vocazione maturata sotto la guida spirituale di don Raffaele Bensi, illuminata dal colloquio decisivo con Giorgio La Pira, concretizzata nell’incontro con don Giulio Facibeni e i ragazzi dell’Opera –, don Corso diresse la sua vita verso un esito che gli ha chiesto di rileggere le proprie radici di nobiltà come un’esigenza a dare un volto alto alla vita, in cui imitare sempre più Gesù. Perché questo è la fede: un’esperienza di Cristo capace di dare forma nuova, nobile, intensa, piena alla vita”.

“I nostri preti – ha proseguito l’arcivescovo di Firenze – passano, resta la missione affidata alla Chiesa di testimoniare il vangelo di Gesù, quel Vangelo che i preti delle generazioni che ci stanno lasciando hanno predicato e vissuto tra noi e ci consegnano come un’eredità a cui restare fedeli. Un’eredità particolarmente significativa quando ci viene consegnata da un prete come don Corso, che appartiene a quanti riconosciamo come la cerniera tra gli anni gloriosi della Chiesa fiorentina della metà del secolo scorso e questi nostri giorni, che sperimentiamo più faticosi, anche per i limiti di noi che ne siamo responsabili. In questi tempi di fatica don Corso, che ci lascia, ci ricorda che non ci è lecito offuscare la luce che proviene dai nostri grandi testimoni della fede del recente passato: dalla loro vita splendente di Vangelo dobbiamo lasciarci ispirare.

In don Corso, ha aggiunto ancora Betori, “era evidente quanto Gesù rivela nella parabola evangelica. La carità non è semplice solidarietà tra gli umani, ma virtù che permette di vedere Dio nel volto dei fratelli e di vedere i fratelli e le loro necessità nella nostra contemplazione di Dio. Una tessitura di ricerca spirituale e operoso servizio che è stato il segreto della vita cristiana e del ministero sacerdotale di don Corso”.

Alla presentazione del libro di memorie di don Corso, due anni fa, ha ricordato Betori, “Ebbi modo di dirgli che incontrarlo significava incontrare la bontà, l’umiltà, la mitezza, la povertà che sono al cuore delle Beatitudini evangeliche, e conclusi: «Per questo ti vogliamo molto, molto bene». Te lo ripeto anche oggi, caro don Corso. Continueremo a volerti molto bene, non come espressione di un sentimento, ma come impegno a convertire i nostri cuori, così da saper raccogliere e continuare a far vivere qualcosa dell’eredità di fede e carità che ci lasci”.

Al funerale celebrato nella cattedrale hanno partecipato tante persone che hanno avuto modo di conoscere monsignor Guicciardini nella sua lunga vita e nel suo generoso servizio. Al termine, monsignor Giancarlo Corti ha ricordato la biografia di don Corso e ha portato il saluto dei preti fiorentini, ed è stato letto il messaggio scritto da don Vincenzo Russo, che per tanti anni è stato vicino a don Corso e che ha condiviso con lui anche questo periodo di malattia. Molti hanno potuto anche seguire la celebrazione attraverso la diretta streaming curata da Toscana Oggi, e trasmessa anche sui siti della Diocesi di Firenze e di Radio Toscana.