Firenze

Cammino sinodale, al via la fase 2. Lettera del cardinale Betori: «dialogo tra Chiesa e mondo»

Questa nuova fase, scrive l’arcivescovo, «deve coinvolgere tutte le nostre comunità, nelle forme che si riterranno localmente più opportune e coinvolgendo ogni possibile interlocutore disponibile al dialogo». La lettera è stata presentata durante l’ultimo incontro del Consiglio pastorale diocesano. Il Cammino sinodale, ricorda l’arcivescovo, è stato aperto tre anni fa in risposta  all’invito che Papa Francesco aveva rivolto nel suo discorso alla Chiesa italiana, il 10 novembre 2015 nella cattedrale di Firenze: «In ogni comunità, in ogni parrocchia e istituzione, in ogni diocesi e circoscrizione, in ogni regione, cercate di avviare, in modo sinodale, un approfondimento della Evangelii gaudium, per trarre da essa criteri pratici e per attuare le sue disposizioni». In questi tre anni, ricorda ancora Betori, «abbiamo messo in atto molte iniziative per concretizzare questo proposito e abbiamo avuto modo di cogliere istanze significative e orizzonti convergenti, dapprima nelle Assemblee zonali, nei mesi di settembre e ottobre 2018, poi nell’Assemblea diocesana del 10 novembre 2019». Allegato alla lettera infatti viene diffusa anche la sintesi delle schede che furono raccolte tra i partecipanti all’assemblea diocesana di novembre da cui emergono considerazioni e proposte. Per questa seconda fase del Cammino sinodale, il cardinale Betori propone  «che vengano anzitutto valorizzati quelli che Papa Francesco ha indicato nell’Evangelii gaudium come “quattro principi che orientano specificamente lo sviluppo della convivenza sociale e la costruzione di un popolo in cui le differenze si armonizzino all’interno di un progetto comune”».Il tempo è superiore allo spazio: è necessario quindi iniziare processi, piuttosto che occupare spazi. L’unità prevale sul conflitto: un invito ad avere orizzonti ampi superando le frammentazioni. La realtà è più importante dell’idea: evitare quindi il rischio che le nostre idee si allontanino dalla realtà. Il tutto è superiore alla parte: allargare lo sguardo, spiega il Papa, «per riconoscere un bene più grande che porterà benefici a tutti noi» pensando la comunità come un poliedro in cui confluiscono le parzialità.«Rileggere le diverse problematiche presenti nei nostri territori alla luce di questi quattro principi – scrive Betori – sarà un utile esercizio di discernimento, da poter condividere con chi ha a cuore le sorti della nostra gente. Questi principi possono essere proiettati su ogni ambito dell’esperienza umana – famiglia, educazione, ambiente, convivenza sociale, accoglienza, povertà, ecc. –, da cui far scaturire nuove comprensioni e nuove soluzioni per i problemi che ci affliggono. Il riferimento ai quattro principi proposti dal Papa permette di dare una cornice unitaria alle varie modalità e tematiche che in ogni situazione locale si riterrà opportuno privilegiare».Tra le tematiche emergenti, l’arcivescovo indica in particolare quelle che fanno riferimento all’ecologia integrale di cui parla Papa Francesco nella Laudato si’: sono argomenti, sottolinea Betori, che «possiedono particolare urgenza e capacità di coinvolgere nel dialogo» e che, implicando una chiara visione antropologica, «possono diventare argomenti di confronto con i nostri interlocutori». Su questi temi, il Comitato organizzatore del Cammino sinodale sta preparando un sussidio, semplice e di facile utilizzo, per aiutare la riflessione e l’accompagnamento delle iniziative delle comunità.«Il percorso che ci attende – conclude l’arcivescovo – non è facile, ma è necessario per iniziare ad attuare quella conversione missionaria, personale e comunitaria, da cui far scaturire un autentico servizio di evangelizzazione, che costituisce l’identità stessa della Chiesa così come l’ha voluta il Signore. Se il posto della Chiesa è nel mondo e la sua missione è per il mondo, abbiamo bisogno di un dialogo, che non significa adeguarsi alla mentalità che domina nel mondo, ma ascolto delle sue attese e collaborazione con ogni istanza di bene comune. Sono certo che non mancherete di impegnarvi con convinzione, dedizione e creatività». La parola adesso alle parrocchie e ai vicariati, alle associazioni e ai movimenti, per rispondere a questo invito.