Firenze

Vescovi ucraini a Firenze, Betori: «testimonianza di unità della Chiesa e riflessione su un popolo che soffre»

«Bisogna ricordare infatti – ha sottolineato Betori – che la Chiesa greco-cattolica ucraina ha passato un’epoca di persecuzione e che oggi si trova all’interno di un popolo che sta soffrendo a causa di una condizione di guerra che tocca il Paese». «Un richiamo alla sofferenza – ha proseguito il porporato – legato anche alla figura di san Crisostomo che ha terminato la sua vita in esilio, nella persecuzione, e che proprio da questa esperienza di dolore ha colto il suo magistero». Una figura simbolo di unità tra Oriente e Occidente: “unità che i greco-cattolici ucraini, hanno cercato di portare avanti fin dal 1439 con il Concilio dell’Unione che poi, per ragioni più politiche che ecclesiali, non è stato possibile perfezionare”. “Cammino che rappresenta ancora oggi un punto di riferimento per chiunque desideri l’unità della Chiesa”, ha concluso l’arcivescovo.

«L’Ucraina ha bisogno di ricordare all’Europa le sue radici cristiane. È un Paese che soffre. Da 5 anni vive in stato di guerra a causa della Federazione Russa». Ad affermarlo sua beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, al termine del pellegrinaggio dei 22 vescovi ucraini, arrivati a Firenze, per venerare la reliquia di san Giovanni Crisostomo.«Nell’ultimo anno – ha precisato – abbiamo registrato un calo del 25% del potenziale industriale, che ha determinato un ulteriore flusso migratorio. Ad aggravare la situazione, il fatto che le notizie sull’Ucraina non raggiungono l’Europa occidentale, di fatto è una guerra dimenticata». Nonostante ciò, ha commentato, «l’Ucraina cerca di ricostruirsi e di liberarsi dal gioco coloniale». Sviatoslav Shevchuk, ha infine dichiarato: «credo che questo pellegrinaggio sia testimonianza viva dell’importanza di creare ponti, di dialogare, per poter ridisegnare una nuova Europa sulla scia di quella che auspicava il ‘sindaco santo’, Giorgio La Pira». Nella giornata di ieri, dopo la celebrazione della Divina liturgia in duomo, l’incontro con i rappresentanti del Comune a Palazzo Vecchio, per ringraziarli della vicinanza di Firenze verso Kiev, capitale ucraina, con cui il capoluogo toscano è gemellato da 52 anni. Alla tre giorni fiorentina ha partecipato anche il cardinale albanese Ernest Simoni.