Firenze
Betori: «Una società dalle culle vuote, lo Stato è assente». L’omelia per la festa di San Giovanni Battista,
Betori ha preso spunto dal brano di Vangelo che racconta la gioia per la nascita di Giovanni Battista: «Una nascita attesa tutta una vita, accolta come un dono in cui si scorge la manifestazione della misericordia, l’intervento della mano di Dio. A tutto questo – dobbiamo confessarlo – molti oggi si sentono estranei. Disillusi da un presente che ci pesa sempre di più e nel quale fatichiamo a orientarci, stentiamo a pensare che la vita possa essere un bene da comunicare ad altri, un progetto di cui farsi carico con tutte le sue difficoltà, convinti che sarà difficile trovare chi ci dia una mano nel compito, tantomeno uno Stato oggettivamente assente su questo fronte, che pur dovrebbe essere il primo di ogni volontà di sviluppo».
«Se vogliamo dare una svolta alla crisi sociale in cui siamo precipitati – ha aggiunto l’Arcivescovo di Firenze – tutto dovrebbe ripartire proprio da questo sguardo positivo sulla vita, vincendo la paura che ci tarpa le ali. Abbiamo bisogno di fiducia nel futuro». In particolare, ha affermato, «Abbiamo bisogno di fiducia nell’altro, che non è un temibile concorrente da schivare o un nemico da abbattere o un intruso da cacciare, ma il fratello di una convivenza in cui ciascuno cresce grazie al riconoscimento nell’altro e dell’altro e ci si edifica nella rete delle relazioni che formano il tessuto di una comunità e di una società, tanto più ricca quanto più ampia, includente, armonicamente varia». Oltre a questo, ha detto ancora, «abbiamo bisogno di fiducia in Dio, che la cultura odierna troppo spesso identifica con un limite imposto all’uomo e quindi come una presenza da emarginare e negare, perché non si riconosce che solo il legame con la trascendenza libera l’uomo dai suoi limiti, lo innalza oltre la schiavitù dei bisogni materiali e di quelli indotti dal sistema dei consumi, per aprirlo agli orizzonti gratificanti della verità, della bontà e della bellezza».
Da un lato dunque ci sono «il riconoscimento della dignità della persona e della ricchezza delle sue relazioni»; dall’altro, Betori ha citato alcuni processi culturali come «i tentativi di legalizzare la cosiddetta “gestazione per altri” – come viene definita nella neo-lingua di stampo orwelliano la mostruosa pratica dell’utero in affitto –, ultima, per ora, forma di mercificazione del tutto, che giunge a toccare il corpo della donna e il mistero della nascita»; tra gli esempi negativi Betori ha citato anche «la diffusione di processi che intaccano il concetto fondamentale di uguaglianza degli esseri umani, con l’introduzione di formule di priorità che negano la pari dignità di ogni persona e, per quanto ci riguarda, vanno a confliggere con il fatto che se c’è una priorità ammessa dal Vangelo – e lo stesso ritengo che si possa di dire della nostra Costituzione – è quella che va riconosciuta ai poveri».
Compito dei cristiani, dunque, è quello di denunciare le contradddizioni della mentalità diffusa, e di illuminarla «per orientarla verso un vero umanesimo»: c’è bisogno, ha affermato, di «purificare il pensare comune per ricostruire un giudizio critico», e di ritrovare le ragioni della solidarietà: «Abbiamo bisogno di ribadire con forza le ragioni della persona e dei suoi legami sociali, ritornando alle radici più autentiche del nostro umanesimo».
Tutto questo, ha concluso, vale in particolare per la città: «Anche la città ha bisogno di sentire la sua chiamata a ricostruire ogni giorno la propria identità». Betori ha indicato l’immagine della città come organismo vivente, in cui «ciascuno è chiamato a dare il suo contributo», salvaguardando «lo spazio delle possibilità e delle responsabilità, secondo il principio di sussidiarietà. Sono queste le condizioni perché restino vive le radici e ci si proietti verso il futuro, in cui continuare la nostra missione di “città sul monte”».
La celebrazione è stata accompagnata da musica sacra eseguita dai Pueri Cantores di Santa Maria del Fiore con la Cappella Musicale della Cattedrale diretti da Michele Manganelli, e dalle Voci Bianche del Maggio Musicale Fiorentino dirette da Lorenzo Fratini, con Daniele Dori all’organo
La Messa è stata preceduta, in Battistero, dall’offerta dei ceri, con il Gonfalone del Comune di Firenze e il Corteo storico fiorentino. Al termine, invece, è stata inaugurata al pubblico la replica della Porta Sud del Battistero collocata in sostituzione dell’originale, in restauro. Dopo la benedizione del cardinale Giuseppe Betori, i saluti del presidente dell’Opera di Santa Maria del Fiore, Luca Bagnoli, dell’assessore alla cultura del Comune di Firenze, Tommaso Sacchi e dell’amministratore delegato della Galleria Frilli, Federico Marinelli.
Un saluto particolare è andato a mons. Andrea Bellandi, «già nostro Vicario generale, che il Santo Padre ha eletto Arcivescovo metropolita di Salerno-Campagna-Acerno. Lo accompagna la nostra gratitudine e la nostra preghiera in attesa della sua ordinazione episcopale il prossimo 6 luglio a Salerno».
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