Firenze

Battesimi degli adulti nella veglia di Pasqua: tante strade per diventare cristiani

«Sono venuta in Italia alcuni anni fa per raggiungere mia madre che lavora qui. Io studio e lavoro. Attendo con gioia il Battesimo che riceverò la notte  della Santa di Pasqua, e di poter far parte della nuova famiglia dei cristiani». Analy è una ragazza peruviana che si prepara a ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana (Battesimo, Comunione e Cresima) durante la veglia di Pasqua. «Sarebbe lungo descrivere – racconta – le tante peripezie che mi hanno impedito di ricevere questo bellissimo Sacramento, una delle tante è stata quella della distanza dall’abitazione dal luogo di culto. Il Signore però mi è venuto incontro alla mensa della piccola Opera di Carità Fraterna del Sacro Cuore di Gesù nella parrocchia di Badia a Ripoli, ove alla fine del pranzo che è offerto il sabato viene annunciato il Vangelo in piena libertà. Lì ho ascoltato il Vangelo e ho chiesto di ricevere il Battesimo».A Firenze è attivo ormai da anni, all’interno dell’Ufficio catechistico, un Servizio diocesano per il catecumenato che segue il percorso degli adulti che chiedono il battesimo. «Quest’anno – spiega il responsabile Filippo Margheri – i catecumeni sono 16: otto stranieri di diverse nazionalità, otto italiani. Le motivazioni sono varie: alcuni hanno chiesto il Battesimo per potersi sposare, all’interno di un cammino di fede fatto insieme al fidanzato o alla fidanzata. Altri, per un riavvicinamento alla fede dovuto ad eventi che hanno messo in discussione le loro certezze. Per gli stranieri, a volte si tratta di riprendere un’educazione religiosa che avevano iniziato nel loro paese, altre volte l’avvicinamento alla fede cristiana avviene attraverso l’incontro con le persone che li hanno accolti o assistiti, o con le persone con cui lavorano: una fede, quindi, scoperta attraverso la testimonianza dei cristiani con cui sono venuti in contatto».Una di loro riceverà i sacramenti in Cattedrale: è Elisa Fuksas, figlia del celebre architetto, oltre che scrittrice e regista. L’ha seguita nel suo percorso un giovane prete fiorentino che studia a Roma, don Elia: per questo il Battesimo sarà a Firenze. Gli altri catecumeni saranno battezzati nelle rispettive parrocchie di appartenenza, dove hanno seguito anche il cammino di preparazione. Rodrigue, ad esempio, sarà battezzato nella parrocchia dei Salesiani di Torregalli, a Scandicci, dove ha trovato una comunità accogliente. Ha 21 anni, è arrivato in Italia fuggendo dal Camerun: «Ho parlato a lungo con la mamma, al telefono: sapere che riceverò il battesimo l’ha resa felice, era una cosa a cui lei teneva da sempre!» «Mio padre era ateo e non ha voluto che io e mio fratello fossimo battezzati» racconta ancora Rodrigue, che è arrivato in Italia fuggendo da violenze e minacce, attraversando il deserto e il mare, vedendo morire altre petrsone vicino a lui. «Perché ho scelto di battezzarmi? Perché il Signore Dio ha fatto tante cose nella mia vita».Niccolò invece parla di un percorso «lungo e denso di segni», che l’ha portato a bussare alla porta della parrocchia di San Piero in Palco. «Sebbene fossi nato in una famiglia cristiana – racconta – i miei genitori scelsero di non battezzarmi per lasciare a me, un domani, la decisione di abbracciare liberamente la fede cristiana con convinzione e consapevolezza. Oggi, all’età di 35 anni, pur rispettando la decisione operata da mio padre e mia madre all’epoca, sono consapevole del fatto che la Fede sia unicamente un dono di Cristo». La preparazione al Battesimo ha consentito a Niccolò anche di rileggere la propria vita alla luce della fede: «La morte prematura di mio padre, quando avevo solo otto anni, ha segnato profondamente il proseguo di tutta la mia vita; dopo tale accadimento, fin dai primi giorni seguiti alla sua scomparsa, non ho mai smesso di interrogarmi sui motivi che avessero spinto il Signore a chiamare a se quell’uomo di soli 42 anni, che aveva così tanto amato sua moglie ed i suoi due piccoli figli. Il dono del sacramento del battesimo, a distanza di tanti anni, è stata la risposta alle mie tante domande: nella morte di mio padre ho potuto finalmente riconoscere la presenza di Cristo e la stessa materializzazione della croce che Gesù aveva chiesto a me ed alla mia famiglia di portare per il resto delle nostre vite, nella consapevolezza che Dio non affida mai una croce superiore alle forze di chi deve portarla. Una croce fatta di sofferenze e momentanei smarrimenti ma anche – e soprattutto – di immenso amore verso la famiglia e verso i doni del creato». Una persona, in particolare, è stata importante in questo cammino verso il Battesimo: «Ringrazio mia moglie Anastasia per avermi aiutato a riconoscere la presenza di Gesù nella nostra nuova giovane vita insieme».