Firenze

Don Paolo Bargigia, ricordo a un anno dalla morte: «Il miracolo della fede che rende la vita piena»

«La vita di don Paolo Bargigia, come quella di ognuno di noi – scrive don PAccosi – è stata segnata dalla misericordia e dall’amore premuroso del Signore. In lui, però, la sofferenza e la gioia sono state sempre grandi. Nessuno che l’abbia conosciuto può dimenticare il suo sguardo franco, il suo volto sorridente e accogliente, la sua voce squillante, la sua umanità e gioia di vivere, la sua prontezza a dare tutto e gustare di tutte le cose. Poi gli ultimi tempi, in cui tutte queste cose, che sembravano negate, e in cui rimanevano sotto l’impotenza, ancora segno evidente della loro origine: il rapporto con Gesù».Don Paccosi ricorda gli anni della malattia, la SLA, che ha visto don Paolo «farsi niente poco a poco e nello stesso tempo diventare sempre più lui, sempre più quello che era sempre stato, cioè un uomo pieno di Cristo e perciò felice, anche nel dolore (…) Centinaia di persone che sono venute a fargli compagnia e aiutarlo sono uscite dall’incontro con lui con la coscienza di aver visto il miracolo della fede, che rende la vita intensa e piena, anche nella situazione più greve».Ma il ricordo di don Paccosi inizia da lontano, dal 1976, quando entrambi avevano 16 anni: «diventammo amici davvero, quando, durante una vacanza in montagna, ci scoprimmo appassionati della cosa essenziale, cioè di quell’incontro con Cristo che si era fatto per noi esperienza nella compagnia dei ragazzi delle medie superiori di Comunione e Liberazione. Da allora credo non si sia stato giorno in cui non abbiamo condiviso il cammino della vita e poi, per grazia, anche quello della vocazione. Per me, avere accanto Paolo era imparare sempre da lui. Lui era il leader e io il suo secondo (mi sentivo così), lui Tex Willer e io Kit Carson, per prendere a esempio i nostri eroi a fumetti di tutta la vita».Nel ricordo, anche il racconto che lo stesso don Bargigia aveva fatto a un gruppo di ragazzi riguardo alla sua nascita: i genitori non riuscivano ad avere figli, la mamma aveva avuto 13 aborti spontanei. Fecero un pellegrinaggio a Boccadirio: «Dopo poco tempo la mia mamma concepì e questa volta nacqui io, piccino piccino, 1 chilo e 200 grammi, stavo in una mano. Piccino ma resistente!»