Firenze

Elia Dalla Costa, parole di pace tra due Guerre mondiali: una lettura di testi in Battistero

«Io credo che nessuno di voi ha pregato più fervidamente di me perché all’Italia fosse risparmiata tanta sciagura. Io avevo veduto gli orrori della guerra 1914-1918; avevo sperimentato il flagello delle incursioni; avevo veduto i Tedeschi minaccianti di invadere il suolo della patria dalle cime del monte Novegno; avevo misurato i sospiri, avevo contato le lacrime dei miei parrocchiani profughi, avevo raccolto le lacrime di tante vedove e di tanti orfani… sapevo che cosa è la guerra… »Così nel 1944, durante la Messa di ringraziamento per la fine della Seconda Guerra Mondiale, il cardinale Elia Dalla Costa esprimeva ai fiorentini il suo dolore. E forse rendeva più evidente le motivazioni delle parole forti e coraggiose che l’Arcivescovo di Firenze aveva espresso negli anni precedenti per condannare ogni violenza e sopraffazione. E le parole forti e coraggiose di Dalla Costa in quegli anni terribili sono il terreno su cui è germogliato, negli anni successivi, il grande impegno per la pace di Giorgio La Pira, che avrebbe visto diventare Firenze la «città sul monte» capace di irradiare un messaggio di riconciliazione tra i popoli e di unità della famiglia umana.Dalla Prima Guerra Mondiale, di cui Dalla Costa, allora Arciprete di Schio, ha conosciuto gli orrori attraverso le lettere dei suoi giovani parrocchiani dal fronte e i boati dei cannoni che giungevano dai monti, alle esplosioni che nel 1944 devastarono Firenze: questo percorso, che è anche un pezzo importante della storia d’Italia, sarà raccontato attraverso immagini, musica e parole in una serata nel attistero di Firenze, lunedì 5 febbraio alle 18.L’iniziativa è promossa dalla Fondazione La Pira, nell’ambito delle celebrazioni per il quarantennale della morte di Giorgio La Pira, insieme all’Arcidiocesi di Firenze e all’Opera di Santa Maria del Fiore, con la collaborazione di Opera La Pira, Centro Studenti Giorgio La Pira, Istituto storico toscano della Resistenza e grazie al prezioso lavoro del Centro di Cultura «Card. Elia Dalla Costa» di Schio, che ha raccolto le lettere inviate al loro arciprete dai giovani soldati.Testi e immagini a cura di Riccardo Bigi, musiche a cura di GAbriele Centorbi e Marco Campinoti; a leggere Massimiliano Bardotti, Lorenzo De Paoli, Chiara Martini, Pietro Milani. Nel maggio scorso, Papa Francesco ha firmato il decreto che riconosce le virtù eroiche del Cardinale Elia Dalla Costa, che ha assunto così il titolo di Venerabile. Alla celebrazione di questo atto, che pone Elia Dalla Costa tra i modelli di virtù proposti dalla chiesa, si aggiunge il ricordo di un anniversario: i cento anni dalla conclusione della Prima Guerra Mondiale.Significativa è anche la condanna della violenza che Dalla Costa esprimerà più tardi, da Arcivescovo di Padova, denunciando le sopraffazioni delle bande fasciste. Ben noto poi è il gesto che lo vide rifiutare, a Firenze, di imbandierare il palazzo arcivescovile durante le visite di Hitler alla città, lasciando spoglie le finestre e chiuso il portone. Ancora molto ci sarebbe da scoprire invece sulla rete clandestina che il Cardinale, insieme al Rabbino Nathan Cassuto, costruì per salvare intere famiglie ebree dalle deportazioni, alleggerendo il tributo di vite umane, che resta purtroppo drammaticamente ingente, pagato dalla comunità ebraica fiorentina tra il 1943 e il 1944.