Firenze

Mensa di via Baracca: la Caritas di Firenze chiede aiuto

Dal mese di luglio, il Comune di Firenze ha interrotto il finanziamento per la struttura che la Caritas diocesana gestiva proprio in virtù di un bando comunale. Il nuovo bando invece prevede soltanto la concessione gratuita dei locali, senza nessun pagamento per i pasti che vengono erogati ogni giorno. La Caritas è l’unico ente che ha partecipato alla gara d’appalto: potrà quindi continuare a usufruire della sede (di proprietà comunale) ma dovrà trovare altri modi per far fronte all’impegno economico che il servizio richiede. «Grazie a Dio abbiamo tantissimi volontari – sottolinea Martini – che vengono dalle parrocchie, dalle associazioni: tra la mensa di via Baracca e quella di piazza Santissima Annunziata sono una trentina di persone ogni giorno. Per mandare avanti la mensa però occorre anche personale fisso, che garantisce la continuità del servizio, e l’acquisto dei prodotti con cui realizziamo i pasti».Per far fronte alla situazione, la Caritas sta pensando varie soluzioni: la strada comunque è quella di chiedere il contributo di tutti. Non solo per i turni di volontariato, ma anche donando generi alimentari; una proposta a cui si sta pensando è anche una formula del tipo «adotta un pranzo»: con una cifra che potrebbe essere intorno ai 2 euro si dona un pasto a una persona bisognosa.La Caritas parteciperà anche al bando del Comune per gestire il servizio docce; a settembre invece ci sarà probabilmente un nuovo bando per la gestione delle «mense diffuse». Piccole strutture distribuite nei quartieri, che saranno destinate a cittadini residenti segnalati dai servizi sociali. Difficilmente però con questo sistema il Comune riuscirà a raggiungere la cifra dei 320 mila pasti che la Caritas offre ogni anno nelle due mense, quella di via Baracca e quella di piazza Santissima Annunziata.«Noi siamo convinti – afferma Martini – che una mensa dove chiunque può trovare un pasto caldo svolge un ruolo di controllo e di inclusione sociale fondamentale per una fascia di persone, sia italiani che stranieri, che rischia di restare esclusa da qualsiasi servizio. La mensa è anche un luogo dove si creano relazioni umane positive e si evitano situazioni di degrado e marginalità: tante volte abbiamo segnalato ai servizi sociali persone che si erano rivolte a noi per mangiare. Le persone che vengono a mangiare da noi sono persone che magari non hanno residenza ma che esistono, delle quali non si può disconoscere la presenza in città. La dignità di una persona non si misura con la residenza». Adesso che il Comune ha deciso di tagliare o dirottare altrove i finanziamenti, il rischio è quello di dover ridimensionare il servizio: «Sarebbe un grave danno per queste persone ma anche per tutta la città», afferma Martini. L’alternativa è trovare il coinvolgimento sempre più ampio della comunità cristiana: «Le parrocchie già ci aiutano tanto – conclude Martini – spero che capiscano questa situazione. Siamo sicuri che Firenze risponderà a questa nuova sfida con generosità e creatività, come sempre».