Fiesole

Sentire la voce di Chiara e leggere il suo pensiero:presentato a Fiesole l’audiolibro “Tutto vince l’amore”

DI LUCA CAPPELLI«Tutto è iniziato molto semplicemente nella città di Trento nel 1943». Con queste parole prende il via la storia di una delle più belle e sublimi incarnazioni di vita evangelica vissuta: quella di Chiara Lubich. Con queste parole inizia anche l’audiolibro «Tutto vince l’Amore», presentato venerdì 11 aprile nell’aula magna del seminario a cura del Centro Culturale Cattolico di Fiesole e che narra «a voce» la vita quotidiana e spirituale della fondatrice del movimento dei focolari attraverso i suoi scritti, le sue poesie, i suoi pensieri.Nessuno poteva immaginare che ciò avvenisse a poche settimane dalla morte di Chiara, rendendo l’evento emozionante e toccante nell’ascoltare quelle parole che, ora ancor di più, sono una testimonianza compiuta di una vita santa «interprete fedele del Comandamento dell’Amore, praticato incessantemente e senza risparmio di sé, con una radicalità di scelte che non l’hanno portata fuori dal mondo; piuttosto, immersa nel mondo e per il mondo ha operato in perfetto spirito di unità e condivisione con i fratelli, soprattutto gli ultimi» come ricorda Carlo Azeglio Ciampi in una lettera inviata agli ideatori del volume in risposta alla richiesta di una sua prefazione e che è diventata essa stessa prefazione.L’audiolibro è una delle prime esperienze editoriali dell’Arcobaleno Editore, società che da poco è presente anche nel nostro territorio presso il Polo Lionello Bonfanti di Incisa Valdarno, per aver aderito alla scommessa dell’Economia di Comunione ed è prodotto dal Ceru (Centro Europeo Risorse Umane) e dall’associazione musicale InSincrono. L’idea nasce dalla volontà di portare un nuovo modo di fare cultura attraverso i pensieri delle grandi personalità del secolo scorso, dal voler sperimentare una modalità che è rimasta, fino a ora, più che altro come «di servizio» per i non udenti e, soprattutto, espressione promozionale del libro letto e che, invece, può rappresentare davvero un modo nuovo di accostarsi alla narrativa. Si riesce a recuperare, in questo senso, come afferma Dario Viganò, docente di comunicazione alla Pontificia Università Lateranense, una «esperienza di narrazione», quella che gli studiosi chiamano la «seconda oralità». In questo caso è un nuovo mezzo tecnico che ci permette di riscoprire la narrazione come la possibilità di costruire un nuovo senso comunitario di appartenenza. In poche parole, contribuisce ancora di più all’edificazione di quel villaggio globale troppo spesso solo virtuale o fatto di immagini. Ma un nuovo mezzo, una nuova scommessa portano con sé anche nuova fantasia e la necessità di reinventare la realizzazione, come testimonia Mite Balduzzi, direttore artistico del progetto. Ecco così che, senza l’immagine, la parola letta deve dialogare con la musica che l’accompagna ma che non è solo sottofondo. Il lavoro, che ha visto incastrare e intervallare i due ingranaggi della storia e dei pensieri spirituali di Chiara, assomiglia allora a quello di un film, prima si è registrato la voce, poi la musica composta appositamente per quelle parole. Il risultato è un prodotto artigianale musicale, una sorta di teatro acustico, di recitazione acustica. La scommessa più grande, però, è sempre quella di confezionare un prodotto culturale che sia in realtà a servizio di un fenomeno culturale, come quello rappresentato dall’umanesimo cristiano di Chiara, nella definizione che ne dà anche Mario Dal Bello, giornalista e critico d’arte, nel suo bellissimo intervento sulla spiritualità di Chiara. Una spiritualità che muta la visione dell’uomo, che penetra ogni lato dell’esperienza umana.