Fiesole

Il vescovo Giovannetti: “Il segreto di Lourdes? E’ Bernadette”

DI SIMONE PITOSSIAnche Lourdes ha un segreto. A rivelarlo – in una lettera scritta alla diocesi – è il vescovo Luciano Giovannetti. Ma la risposta è semplice: il segreto è Bernadette Soubirous, la fanciulla di umili origini alla quale la Madonna apparve per 18 volte nel 1858. «Ha guardato alla povertà della sua serva» è il tema di quella che vuole essere una riflessione in occasione dei 150 anni delle apparizioni della beata Vergine Maria nel piccolo centro dei Pirenei francesi. In particolare il Vescovo si sofferma sulla «storia meravigliosa di Lourdes, sul messaggio consegnato dalla Vergine alla Chiesa, sul valore insostituibile, per il nostro cammino di fede, di una relazione viva e intensa con la beata Vergine Maria».IL MESE DI MAGGIO. «Credo che per approfondire il significato e il messaggio di quell’evento – scrive mons. Luciano Giovannetti – non ci sia tempo migliore del mese di maggio, che la pietà popolare sente come particolarmente dedicato alla beata Vergine Maria, e durante il quale la comunità cristiana torna in modo più assiduo a rivolgersi alla Madre di Dio con la preghiera del Rosario, essa stessa così intimamente legata a Lourdes». Ma c’è anche un altro aggancio. Infatti, il tradizionale pellegrinaggio mariano coincide, quest’anno, con la consegna da parte della Diocesi di Fiesole – a nome di tutte le Diocesi della Toscana – dell’olio della lampada che arde presso la venerata immagine della Madonna del Santuario di Montenero, il prossimo 17 maggio.I PELLEGRINAGGI DELL’UNITALSI. Il Vescovo conferma quanto scritto nella lettera pastorale della Quaresima sottolineando come la vicenda spirituale di Lourdes «continua a costituire un luminoso punto di riferimento per la vita di milioni di persone in tutto il mondo» né si può dimenticare la «tradizione dei pellegrinaggi a Lourdes promossi dall’Unitalsi, e che nel corso degli anni hanno visto la partecipazione di moltissime persone della nostra comunità diocesana, soprattutto tanti malati che presso la Grotta della Vergine hanno trovato e continuano a trovare conforto e sostegno per le loro sofferenze».IL SEGRETO. La riflessione di mons. Giovannetti prende avvio dal più grande studioso del fenomeno, il teologo francese René Laurentin, secondo il quale quella di cui si rimane soprattutto colpiti non appena si cominci a guardare da vicino Lourdes, è «la statura morale e spirituale» di Bernadette Soubirous, vera protagonista dell’intera storia: «Sono state la sua forza e limpidezza interiore ad attestare la verità delle apparizioni, ed è grazie alle sue risposte sempre puntuali e mai contraddittorie che le persone incaricate di vagliare la vicenda sono arrivate presto a convincersi dell’autenticità dei fatti». «Davvero, Bernadette, – sottolinea il Vescovo – è il segreto di Lourdes». RICHIAMO ALLA POVERTÀ. L’elemento unificante in tutta l’esperienza di Lourdes, secondo mons. Giovannetti, è «senza dubbio il pressante richiamo alla povertà e all’amore nei confronti dei poveri, uno dei dati più insistenti e forse dimenticati del Vangelo». «È la proclamazione – spiega – della beatitudine dei poveri, della loro stessa esistenza, del loro valore. È ai poveri, infatti, che viene annunciata la Buona Novella del Vangelo e non c’è dubbio che al tempo delle apparizioni di Lourdes la povertà sia quasi misconosciuta e ridotta allo stato umiliante della miseria: lo sviluppo industriale genera un numero sempre maggiore di persone sfruttate che vivono in un terribile degrado nelle periferie delle grandi città. È il culmine della società borghese e capitalistica fondata sul denaro».APPELLO ALLA CONVERSIONE. Il secondo, decisivo aspetto del messaggio di Lourdes, per il Vescovo è l’appello alla conversione e alla penitenza. «Pregare per i peccatori, infatti, – continua – significa credere che il cuore dell’uomo possa essere toccato profondamente da Dio, e ricondotto in quell’esperienza di comunione con lui per la quale siamo stati creati».LA PREGHIERA. C’è, infine, una terza parola che definisce il messaggio di Lourdes: la preghiera. «Le stesse apparizioni cominciano ogni volta con la preghiera – spiega mons. Giovannetti – che si prolunga come sfondo orante di tutto il dialogo di Bernadette con la bianca Signora. Una preghiera contemplativa immersa nel silenzio, ma che subito si propaga come un contagio diventando anche un fatto sociale. Preghiera durante le veglie notturne, preghiera che oggi i pellegrini prolungano sulle strade».DALL’ESALTAZIONE ALL’IMITAZIONE. La «missione» di Maria, sottolinea il Vescovo, è «essenzialmente quella di condurre i credenti a una sempre più profonda intimità con il suo Figlio Gesù». Per questo nella devozione a Maria «occorre sempre saper passare dall’esaltazione all’imitazione»: «In fondo lo stesso itinerario spirituale di santa Bernadette ci illumina in questo senso dal momento che ella non visse mai l’esperienza delle apparizioni come un privilegio, quanto piuttosto come l’invito a so-migliare sempre più a quel modello sublime di vita cristiana che aveva avuto la grazia di contemplare in Maria». E qui il Vescovo richiama uno dei testimoni contemporanei più autorevoli «di questa più ricca comprensione della figura della beata Vergine Maria»: Chiara Lubich. La fondatrice del Movimento dei Focolari-Opera di Maria, scomparsa il 14 marzo scorso, «confidava in una conversazione familiare, in cui rievocava i primi passi del Movimento da lei fondato, la Vergine Maria è andata assumendo un ruolo sempre più decisivo nel cammino dell’Opera di Maria».BIBBIA E LITURGIA. Per mons. Giovannetti, solo se biblicamente fondata, «la nostra devozione mariana potrà condurci dall’ammirazione della Vergine Maria alla sua imitazione». E poi, seguendo le parole di Paolo VI, il Vescovo sottolinea che «la nostra pietà mariana chiede sempre di essere ricondotta e guidata da una più ampia e compiuta pietà liturgica».LA PIETÀ POPOLARE. Nello stesso tempo, continua, «la nostra devozione non deve mai temere di coltivare e sviluppare la sua dimensione più popolare, attraverso la quale si è espressa e continua a esprimersi la filiale intimità che i cristiani sentono di poter stabilire con la beata Vergine Maria». «E sono proprio – conclude il vescovo Giovannetti – la semplicità e la fiducia a caratterizzare anche le forme in cui la pietà popolare si esprime: i pii esercizi, tra i quali spicca la preghiera del Rosario, il particolare ricordo di Maria durante i mesi di maggio e di ottobre, la cura dei tabernacoli lungo le nostre strade, i pellegrinaggi e le visite ai santuari mariani».