Quattro figure di creativi, ben noti al Cenacolo degli Artisti Aretini, che orbitano sul territorio a cavallo tra Toscana ed Umbria e che espongono tradizionalmente il primo week-end di ogni mese nel chiostro di via Bicchieraia ad Arezzo, si ritrovano a Sansepolcro al bar Berghi dal Grigino per mettere in mostra quanto di più intimo ed individuale siano in grado di produrre. Laura Fantucci, Maura Giussani, Laura Serafini e Ulisse condividono una annosa esperienza a concorsi nazionali di pittura nel centro, nel nord e nel sud dell’Italia e partecipazioni a collettive soprattutto ad Arezzo e provincia.La nostra terra, manco a dirlo, continua a produrre personalità che insistono e persistono sul difficile cammino dell’arte ottenendo risultati degni di nota. Il titolo della collettiva, «Il gioco dei colori e della materia», descrive bene il caleidoscopio di immagini con cui il visitatore si confronta guardando le opere dei quattro, come accade sempre imbattendosi in una collettiva. Conoscere gli artisti, in questo caso, significa intravedere una singolare intesa, un rapporto amichevole, di complicità non comune, finalizzato alla produzione di un cammino artistico unico che è soprattutto «gioco»: ci sono, infatti, la bimba che ride spensierata ne «Il tempo che vola» di Laura Fantucci, i germani reali che sembrano divertirsi nel paesaggio nevoso di Maura Giussani, i cavalli in corsa di avventurosa «infantile» memoria di Laura Serafini ed infine la giovanile bellezza in fiore dei corpi femminili al sole che sfoggiano un bikini sexy e provocante di Ulisse.I quattro si esprimono con un figurativo spesso finissimo e realistico e, a tratti, interpretativo. Laura Fantucci affida a tecniche miste la parte più aggressiva della sua produzione pittorica con acrilico steso su rilievi di poliuretano espanso, materiale che i costruttori utilizzano spesso per riempire gli spazi lasciati liberi dagli infissi delle finestre. Maura Giussani non teme il confronto con le morbide increspature delle onde delle acque stagnanti, con il «panneggio» delle onde del mare e con le lucentezze metalliche delle cromature delle automobili. Laura Serafini, che nel 2005 si classificò seconda alla collettiva «Gastone Lanfredini» con una figura di bambino pensoso in cui i toni del grigio si stagliavano preoccupanti sul fondo colorato, ora realizza nudi femminili di fotografica perfezione. Infine Ulisse fissa la statuaria bellezza delle forme femminili o la faccia curiosa di un bimbo con pennellate scultoree sulla pelle tesa che sembra ricordare la bronzea lucentezza composta delle brocche di rame.Alcuni quadri si ammirano meglio da vicino, altri da lontano, alcuni mettono sotto miglior luce pezzi di bellezza assoluta che spesso passano inosservati, altri delineano particolari anonimi che nessuno si sognerebbe di guardare. «Che cosa vana la pittura, che attira l’ammirazione per la somiglianza di cose – scrisse Blaise Pascal ne I Pensieri – di cui non si ammirano affatto gli originali!».Michele Foni