Gliela danno loro la cittadinanza. Loro, i protagonisti degli ottanta laboratori aperti da mesi ad Arezzo e in provincia. E quelli dei sessanta atelier che per una settimana coloreranno i vicoli di Rondine, la Cittadella della Pace alle porte del capoluogo.Atelier, mostre itineranti. Di piccole opere d’arte ma anche di musica, teatro, cinema, danza perfino. Chi si è tirato su le maniche per riflettere o confrontarsi sulle ipotesi di nuova cittadinanza, ha poi sfornato delle idee. Per metterle in mostra a Rondine. L’inaugurazione martedì 9 maggio alle 10. E poi rimarranno aperte a tempo pieno fino al giorno dopo, per essere visitabili anche nei giorni successivi, quando la carovana della cittadinanza salirà a Camaldoli o scenderà ad Arezzo, Cortona o San Giovanni Valdarno. C’è chi, come i ragazzi dell’istituto d’arte «Pier della Francesca», ha costruito uno spicchio di città: un centro polifunzionale, di accoglienza e non di esclusione. E ne mostrerà i progetti, dettagliatissimi. C’è chi ha studiato un concerto sull’olocausto e lo proporrà, ad intervalli regolari, tra le strade del borgo. O c’è chi ha studiato fino alla paranoia una canzone e ne ha tratto un’azione mimica da riproporre per la gente.C’è chi, è il caso di una scuola svizzera, è a contatto con mille problemi di immigrazione: e per questo ha costruito un albero con le frasi e le risposte della gente. C’è ancora chi ha costruito un nuovo vocabolario, naturalmente della pace, scritto canzoni, o addirittura girato un film sui volti, di carne e non di pietra,delle nostre città. Insomma, un viaggio a tutto tondo per toccare con mano la cittadinanza nel quotidiano.