Arezzo - Cortona - Sansepolcro

I sacerdoti della Valtiberina bocciano il film sul «Codice da Vinci»

Arriva preceduto da un apparato propagandistico senza precedenti. Tutto il cast del film ha addirittura noleggiato un treno partito da Londra per Cannes, alla conquista dell’Europa.Il best seller, da cui è stato tratto il film, fenomeno mediatico di questa stagione, dal punto di vista storico è tutto un falso; dal punto di vista morale è una bestemmia ed un sacrilegio; letterariamente non è classificabile perché non si saprebbe quali parametri letterari usare per darne un giudizio. Però ne sono state vendute circa 50 milioni di copie, quindi un successo editoriale enorme. Siccome vedere un film costa meno che leggere un libro e si fa meno fatica, c’è da pensare che con questo film sulla figura di Gesù si faccia una seconda colossale speculazione economica. Nella contorta vicenda della trama che cerca di creare legami tra l’Opus Dei, Leonardo da Vinci, l’Ordine Equestre dei Templari e Gesù, il nemico da colpire è la Chiesa Cattolica. Gli autori del film e del libro sono stati più «giuda» di Giuda Iscariota perché mentre lui almeno sentì che quei soldi erano il prezzo del sangue del Figlio dell’uomo e li ributtò nel Tempio, questi di oggi ci hanno provato una volta, poi una seconda- L’Espresso di giovedì 12 maggio in copertina riportava questa domanda: perché la Chiesa ha tanta paura del film? E’ una domanda da idioti. Il cristiano cosciente è unito a Cristo e non può essere altrimenti: se non è unito a Cristo, come cristiano muore. Cristo non è un profeta o un Budda, o un Maometto qualsiasi, sui quali per altro è bene guardarsi dall’ipotizzare dei film. Cristo è Dio. Si è posto al centro della storia umana ed è sempre più «pietra di inciampo» per coloro che lo rifiutano. Il libro in questione invece cerca di farne lo squallido protagonista di una storia di imbrogli e di passioni.A questo punto però il discorso si fa spinoso anche per noi cristiani perché l’autore del libro appartiene a qualche setta cristiana e poi perché nasce logicamente la domanda: chi ha pagato i presumibili 2000 milioni di euro che costano 50 milioni di copie del Codice da Vinci? Non c’è dubbio: ha pagato la curiosità e la leggerezza di tanti cristiani perché il libro è stato venduto soprattutto in occidente dove ora con il film ipotizzano un guadagno maggiore. Non è comprensibile la diffusa indifferenza di tanti cristiani che assistono alla banalizazione dei valori, delle speranze e delle persone che si sono spese per far conoscere a tutto il mondo questo dono della misericordia di Dio Posti di fronte al suggerimento del quotidiano Avvenire di boicottare la visione del film, per ora si registrano assieme ad adesioni motivate anche tante risposte negative: ci vanno tutti, perché io no? Vale a dire: mica posso essere io una persona che ragiona con la propria testa! Di fatto a molti sfugge l’offesa grave alla nostra identità e alle nostre tradizioni,. Provate ad immaginare un Cristo balordo come quello del film al centro delle nostre belle processioni del Venerdì Santo e del Corpus Domini, oppure che fa capolino nei vostri pensieri quando andate a fare la comunione. Pensate di regalare la cassetta del film ai vostri bambini che ricevono la prima comunione.Potrebbe bastare, al fine di una motivata reazione, qualche momento di sosta di fronte al tabernacolo dove si conserva il Corpo di Cristo nell’ostia consacrata. Per noi di Sansepolcro gioverebbe a svegliarci dal torpore se mai ci fossimo caduti, un’altra esperienza diversa dalla preghiera: quella di andare al Museo Comunale e fermarsi di fronte, vicino, alla resurrezione di Piero della Francesca e guardare per qualche minuto il Cristo negli occhi. Tanto basterà per aiutarvi a capire l’attacco diabolico (e per certi altri aspetti cretino) che si sta facendo alla verità e alla pietà cristiana. Da qui l’invito a non andare a vedere il film. Così faremo passi significativi per uscire dal paralizzante relativismo religioso europeo. Sarà una prova di unità e di coerenza come già facemmo in occasione del referendum sulla fecondazione assistita.I sacerdoti della Valtiberina