Molti ricorderanno la vasta eco suscitata dal film «Quarto potere». Una pellicola che giustamente poneva l’attenzione sul sempre più forte potere che aveva già allora acquisito a carta stampata, venendo, secondo il film, subito dopo i poteri politico-finanziario, religioso. Ma già allora stavano avanzando prepotentemente rapida altri mezzi di comunicazione. Adesso radio e televisori sono ormai in tutte le case insieme a cordless, cellulari e Internet.La corsa sta ora continuando con il digitale satellitare e con il digitale terrestre. Di fronte a tutto questo, è oggi inevitabile dire che, di fatto e ormai, il vero primo potere appartiene al vastissimo campo dei «media». Ma ce ne siamo accorti? Fortunatamente, la nostra diocesi ha fatto e fa cose interessanti in questo settore, anche se con qualche reticenza da parte di chi – come i sacerdoti – avrebbe particolari titoli e condizioni per aiutare in questo delicato campo la nostra gente. Ogni volta che Vescovi di altre diocesi o esperti del settore vengono a sapere che noi abbiamo stampa, radio e tv diocesane, manifestano stupore e convinto apprezzamento.La nuova sfida per la tv è il digitale terrestre che è già una realtà da almeno due anni. Telesandomenico, sia in Internet sia sul digitale terrestre, c’è già da quasi due anni, ma ancora il 90% della nostra gente non ha l’idea esatta di che cosa si tratti. E dire che – visto l’obbligo ministeriale di fare la sperimentazione (dal 25 luglio 2005) – succede che da almeno un anno nelle case si vede all’improvviso «spengersi» il canale che si sta seguendo e si dà per guasto o comunque spento. «Perché?» è la domanda che molti ci fanno telefonandoci. La risposta telefonica non è in grado, spesso, di aiutare a capire la necessità di provvedersi del cosiddetto «ricevitore digitale» o «decoder»: una scatolina che si compra a circa 100 euro e si mette accanto al televisore. Cosa che solo un giovane, in genere, capisce subito e sa fare, ma non certo la maggiore parte dei nostri telespettatori.Il problema è che se non si avverte l’importanza del settore. Neanche l’ambiente dei religiosi domenicani della mia provincia religiosa è sufficientemente sensibile a questo ambito: non, almeno, fino a sentirlo come priorità nella predicazione. E’ vero che, con l’avvento del vescovo padre Flavio Roberto Carraro, e in circostanze di urgenti e dispendiosi interventi, si riuscì a convincere i domenicani ad entrare nella fondazione nascente, con eguale impegno di presenza domenicana e diocesana, per cui l’attuale «Tsd comunicazioni» è a uguale titolo della diocesi e dei domenicani; però la presenza di questi ultimi si è fatta via via sempre più difficoltosa e poco convinta, al punto che attualmente si «sopporta» che il sottoscritto sia presente ancora in quanto direttore della stessa, fino a che non sia pronto qualcun altro preparato al ruolo. Ma chi? La preparazione, una volta trovata la persona giusta, dovrebbe impegnarla in una presenza assidua per almeno un anno su tutto l’orizzonte operativo, tecnico e giuridico.Già a giugno, per mettere chiunque in condizione di saperne di più, abbiamo organizzato un corso di aggiornamento sul settore. Visto l’interesse suscitato e le difficoltà emerse dall’orario predisposto, fu fatta presente e subito accolta la richiesta che si organizzasse almeno un altro corso su più vasta scala e in orari più favorevoli per operatori dell’alta frequenza, antennisti, operatori radio-tv, educatori, sacerdoti e comunicatori parrocchiali. Il corso dovrebbe tenersi tra ottobre e novembre con la collaborazione della Camera di commercio.Padre Giovanni Serrotti direttore di «Tsd comunicazioni»