C’era un po’ di Cortona nello storico incontro di lunedì 25 settembre, quando il Papa ha accolto i ventuno ambasciatori dei Paesi a maggioranza islamica nella sala degli Svizzeri a Castelgandolfo. Ho notato con sorpresa e con gioia che tra i rappresentanti delle Comunità islamiche c’era anche l’imam della Grande Moschea di Roma, Ali Salem, che è anche presidente dell’Associazione culturale islamica Cortona e Toscana, che ha il suo centro a Camucia, in piazza De Gasperi. In questa «moschea» gli islamici si radunano il venerdì per la preghiera e in altri giorni per varie attività. Spesso è presente e dirige gli incontri lo stesso Ali Salem, con il quale ho consolidato un vero rapporto di stima e di amicizia, avendo potuto constatare la sua disponibilità al dialogo e la sua volontà di pace e di collaborazione.La conoscenza e l’amicizia risalgono a circa cinque anni fa, quando fu aperto il «Centro culturale» di Camucia: fu allora che Ali Salem venne a salutarmi e mi pregò di essere presente, nell’ufficio del notaio, alla firma del contratto di affitto. Da allora stima e amicizia sono state vicendevoli e hanno avuto modo di esprimersi in significative circostanze che mi pice in questo momento ricordare.Notte di Capodanno 2003, un gesto vandalico mandò parzialmente in frantumi la vetrata d’ingresso del Centro. Inviai all’imam una lettera in cui mi rammaricavo per l’atto inconsulto e condannavo quella stupida bravata. Ebbi subito la risposta: «La vostra lettera ha fatto molto piacere alla nostra comunità che ha manifestato sempre fratellanza, amicizia e pace. Nella preghiera del venerdì abbiamo fatto presente il vostro interessamento, con la vostra presenza nel luogo subito dopo il fatto, la vostra solidarietà a questa comunità e la comunicazione a tutti i vostri fedeli. Tutti vi ringraziamo e preghiamo Dio che mandi un mondo pieno di pace e felicità».Qualche mese più tardi, visita alla moschea di Camucia, insieme al sindaco Emanuele Rachini: un folto gruppo di persone era riunito per la preghiera presieduta dallo stesso Ali Salem. Dopo la preghiera, ci furono degli interventi per puntualizzare alcuni problemi di quella comunità, a cui rispose il sindaco. L’imam mi invitò poi a prendere la parola e io sollecitai i presenti ad un comportamento leale verso il nostro Paese, ad una buona conoscenza delle leggi che regolano la nostra vita civile, per riuscire a creare, nel rispetto reciproco delle culture e delle convinzioni religiose, una società fraterna, giusta e concorde. Conclusi dicendo: «Ricordate che con la vostra presenza in mezzo a noi portate sulla vostra persona una grande responsabilità, siete gli “ambasciatori” dei vostri Paesi». L’imam rispose: «Ora il vostro Paese è anche il nostro Paese, le vostre città sono anche le nostre città; e saranno il Paese e le città dei nostri figli. Quello che è bene per voi sarà bene anche per noi; i vostri problemi saranno anche i nostri problemi».Altro momento: la strage di Nassyrja. Con una lettera datata 13 novembre 2003, Ali Salem esprimeva le sue condoglianze: «Abbiamo accolto questa notizia con tanto dolore e angoscia; tanto dolore per la perdita di giovani vite impegnate nella ricostruzione dell’Iraq. Siamo certi di interpretare il sentimento dei musulmani presenti nel territorio nell’esprimere le nostre più sincere condoglianze alle famiglie delle vittime. Preghiamo Dio che mandi un mondo pieno di pace e solidarietà». Alla Messa che due giorni più tardi celebrammo nella chiesa di Camucia per le vittime dell’attentato era presente una delegazione della comunità islamica.Ancora: 19 dicembre 2004, a Camucia, inaugurazione dell’Angelo della Pace, monumento ai caduti nelle guerre, ma soprattutto «ammonimento» e condanna di ogni forma di violenza e di terrorismo. Alla cerimonia di inaugurazione, insieme al Vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti, e alle autorità locali era presente una rappresentanza della comunità islamica guidata dall’imam Ali Salem.Ho ripercorso con una certa commozione e soddisfazione questi momenti notevoli della nostra storia più recente, certo che presenza di Ali Salem nell’incontro con il Papa sia stata una sincera conferma del suo impegno per un dialogo costruttivo e della sua volontà di contribuire a creare, anche nella sua comunità, quella volontà di pace e di vera fratellanza, senza le quali la nostra società non avrebbe un futuro.di Benito Chiarabolli