Nella sala riunioni del comune di Sansepolcro si è tenuta una conferenza stampa, fortemente voluta dal sindaco, Franco Polcri, per informare, attraverso la stampa, i cittadini, le varie autorità o i numerosi studiosi dell’intervento «chirurgico» che il polittico della Misericordia dovrà sostenere nei prossimi mesi.Hanno preso la parola durante la riunione la dottoressa Paola Refice della sovrintendenza aretina, il sindaco di Sansepolcro, la dottoressa Betti direttrice del museo civico biturgense e l’assessore alla cultura dell’amministrazione provinciale. La prima ad intervenire è stata Paola Refice che, con tono corposo e deciso, ha illustrato le varie fasi del restauro. La prima parte sarà limitata alla rimozione dei depositi coerenti di polvere dalla superficie pittorica, al controllo di come il colore aderisce al supporto, alla disinfestazione delle tavole del pur limitato attacco di insetti xilofagi, per passare alla revisione dell’intervento del restauro avvenuto negli anni ’60, con il controllo del sistema di contenimento delle tavole.Tutto ciò è fondamentale per passare ad un’ulteriore fase che prevede la corretta impostazione delle scelte conservative ed espositive per effettuare una campagna di indagini scientifiche con tecniche diagnostiche di tipo fisico, non invasive, quali la radiografia, la riflettografia e l’indagine ad infrarossi che consentiranno di acquisire dati sui materiali e sulle tecniche esecutive dell’opera. Un intervento tecnico, ma esaustivo che ha chiarito non solo i motivi per cui si effettuerà il restauro ma anche e soprattutto come ciò avverrà, con i metodi più moderni, con le tecniche più sofisticate che salvaguarderanno la bellezza e l’autenticità del dipinto.Il discorso della Refice è stato integrato dall’assessore alla cultura dell’amministrazione provinciale che ha sottolineato come la Valtiberina sia davvero una zona da tutelare per i numerosi tesori che ha e di come la Provincia sia ben lieta di farlo, citando fra gli altri, gli interventi relativi al restauro della «Madonna del Parto» o quello della chiesa di Sant’Agostino ad Anghiari.Un connubio quello tra sovrintendenza e Provincia che ci permette di sperare in un futuro certo per i grandi tesori che la nostra terra possiede. C’ è intesa tra i due enti, lo si nota nelle parole oppure quando interagiscono fra loro, è una sicurezza per coloro che vivono in Valtiberina e che si battono perché le opere d’arte non siano solo conosciute nel mondo, ma anche salvaguaradate.Manuela Puletti