Quando parliamo di battesimo pensiamo subito ai bambini appena nati, alla gioia che proviamo quando in parrocchia si celebra un battesimo e alla gratitudine a Dio che, con il battesimo, ci ha fatto suoi figli e tempio dello Spirito Santo.Sebbene la nostra società si stia rapidamente scristianizzando, è ancora molto alta la richiesta del battesimo per i bambini da parte dei genitori. Ma non solo: infatti, comincia a crescere sempre di più la richiesta del battesimo anche da parte di adulti che non sono stati battezzati. Si tratta di stranieri o figli di persone che a suo tempo hanno fatto la scelta di non battezzarli perché fossero liberi di decidere da grandi, o persone che si avvicinano alla fede in età matura. Di fronte a questa richiesta, occorre senza dubbio un atteggiamento di piena accoglienza, ma non di superficialità. Non si tratta, infatti, di rispondere alla domanda di un sacramento ma di far incontrare Cristo.Il battesimo è un dono prezioso di cui ogni cristiano deve prendere consapevolezza per viverlo.In questa ottica, dunque, la Chiesa è chiamata ad essere quel «grembo materno» che introduce e educa alla vita cristiana e che accompagna nella fede i suoi figli attraverso la parrocchia.Accanto a quei genitori che vivono autenticamente e profondamente la loro fede, ci sono tante giovani coppie che spesso, dopo il matrimonio, non partecipano più all’Eucaristia, oppure genitori non sposati in chiesa o ancora mamme single che, anche se in maniera non del tutto consapevole, chiedono il battesimo per il loro bambino. Di fronte a queste realtà così diverse e delicate la Chiesa aretina si è interrogata profondamente su quanto sia importante ed urgente ripartire dal battesimo quale occasione per un primo annuncio e preparare un’accoglienza ed un accompagnamento per le famiglie. Già in alcune parrocchie il parroco insieme a coppie di catechisti si incontra con la famiglia del bambino per una preparazione alla celebrazione del sacramento, ma può succedere, ed, in effetti, succede sempre più spesso, che quel bimbo ricompaia in parrocchia dopo anni, per il catechismo.Che fare? E’ nata una proposta: formare coppie di catechisti che non solo affianchino il parroco negli incontri specifici per il battesimo, ma che continuino nel tempo ad accompagnare con amicizia e sollecitudine le famiglie. Un’altra realtà che si sta affacciando sempre più frequentemente riguarda il battesimo degli adulti. Per questo la Chiesa esorta al ritorno ad una pastorale catecumenale.Nella Chiesa dei primi secoli, quando la fede non era data per scontata, si arrivava al battesimo attraverso un lungo periodo di preparazione: il catecumenato. Il catecumeno veniva accolto dalla assemblea dei fedeli, che lo accompagnava come «tenero virgulto» alla celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana (battesimo, cresima ed Eucaristia) nella santa notte di Pasqua. In questo percorso che la Chiesa oggi ripropone come valido ed adatto per il nostro tempo, hanno un grande compito accanto al parroco, i catechisti-accompagnatori.Chi è il catechista-accompagnatore? E’ un cristiano che, in comunione con il parroco e con tutta la comunità parrocchiale, si fa compagno di cammino all’adulto che desidera essere battezzato, è colui che si mette al fianco per vivere insieme al catecumeno la scoperta della fede e la conoscenza di Gesù. Questo servizio diventerà per il catechista-accompagnatore prima di tutto un’esperienza forte di evangelizzazione, di preghiera, di fede e di crescita. Gesù ha detto: «Andate ed ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato». L’Ufficio catechistico diocesano ha offerto un piccolo contributo formativo, organizzando un corso di formazione per catechisti battesimali ed accompagnatori dei catecumeni. Il corso si terrà presso l’oratorio di San Leo dalle 17.30 alle 19.30 fra ottobre, novembre e dicembre. Il 15 dicembre, alle ore 18, il corso si concluderà con una celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti, nella pieve di S. Eugenia al Bagnoro. In seguito verranno proposti altri incontri di approfondimento.Come laici, di fronte a questo invito che viene dalla nostra Chiesa, potremmo farci prendere dal timore di essere inadeguati, di non essere all’altezza di un compito così importante, ma ecco che il Signore Gesù ci sostiene con la sua Parola e ci ripete: «Ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».