Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Mons. Rapaccini a Cortona «Sono felice di essere qui»

Nel corso del Convegno pastorale svoltosi alla Verna, il Vescovo aveva dato notizia del trasferimento a Cortona di Don Giancarlo. La tua nuova destinazione è, dunque, Cortona.«Sì, con mia grande sorpresa. Sapevo che avrei lasciato il Seminario dopo ben tredici anni di servizio come rettore, ma non immaginavo che il Vescovo mi avrebbe inviato a Cortona. Mi ero imposto di non avanzare nessuna richiesta: avrei accettato qualsiasi parrocchia».Quando ti è stata comunicata la decisione del Vescovo?«La mattina del 7 agosto, prima del pontificale nella festa di San Donato, il Vescovo mi convocò nel suo studio e mi comunicò la sua decisione. Restai sorpreso e gli chiesi quale sarebbe stato il mio specifico mandato, dal momento che a Cortona operavano già altri sacerdoti. Non avrei voluto creare disagi a nessuno. Il Vescovo mi tranquillizzò, assicurandomi che mi avrebbero accolto volentieri perché gli stessi sacerdoti cortonesi avevano chiesto un aiuto. Non sarei andato, quindi, a sostituire nessuno, ma piuttosto a portare insieme con loro il mio contributo di fede, di speranza e di carità. Ho accettato e, pur consapevole dei miei limiti, sono felicissimo di venire a Cortona».Hai avuto precedenti incarichi in parrocchia?«Sì, a Santa Teresa d’Avila a San Giovanni Valdarno, dove mi sono trovato benissimo e che ho lasciato nel 1993 per l’incarico di rettore in Seminario. Oggi, a 58 anni, il Signore mi chiede di nuovo di lasciare tutto e di seguirlo su una nuova strada».Conosci Cortona, la sua storia, la sua tradizione religiosa?«Cortona è una bella città, ricca di storia, di arte e di fede. Mi seduce il pensiero di potermi immergere in tanta grazia, di potermi arricchire della testimonianza di fede e di carità di Santi come Margherita, Francesco di Assisi, il beato Angelico, frate Elia e tanti altri. A Cortona si trovano i santuari francescani delle Celle e di Santa Margherita . Quanti ragazzi ho portato in questi luoghi ricchi di spiritualità da quando mi occupo della pastorale giovanile: non c’era ritiro che non avesse la sua conclusione in uno di quei santuari. Poi a Cortona ci sono i grandi monasteri delle Clarissee delle Monache cistercensi; e tante altre comunità religiose».Quale mandato ti ha affidato il Vescovo?«Il mandato è piuttosto ampio e diversificato: prima di tutto il coordinamento delle attività pastorali della città, valorizzando il carisma dei religiosi, delle religiose e dei laici; in particolare la promozione della pastorale giovanile in tutto il territorio cortonese; poi la pastorale giovanile dell’intera diocesi, senza trascurare la missione in Albania, dove abbiamo un Centro giovanile costruito con il contributo di tante persone buone e generose; quindi la pastorale dei fidanzati e delle giovani famiglie».Che cosa attendi dai cortonesi?«Innanzi tutto che mi accolgano come un fratello che vuole rimettersi in gioco per annunciare il nome di Gesù Cristo».Come immagini la tua azione pastorale?«Desidero dimostrare il mio amore sacerdotale vero i grandi e verso i piccoli, verso i sani e verso gli ammalati, verso i credenti e i non credenti. Desidero spendermi per la causa del Vangelo perché ogni uomo riesca a guardare l’altro con fiducia e simpatia, mettendo da parte risentimenti e gelosie, diffidenze e paure. Desidero aiutare i giovani di Cortona ad assaporare la bellezza della vita, a coltivare il gusto dello stare insieme e dell’aiutarsi nelle difficoltà. Sogno di aiutare ogni persona di Cortona a guardare la vita con gli occhi semplici e puri di un bambino, senza malizia e senza inganno, in modo che questa città, bella nella storia e nell’arte, diventi sempre più bella nell’anima. Ma il sogno che è più presente nel mio cuore è che la Chiesa di Cortona diventi una vera comunità eucaristica, capace di lodare Dio e di amare ogni fratello con lo stesso amore di Cristo».Un’ultima domanda: dove andrai ad abitare?«Andrò ad abitare nella casa canonica di San Domenico. Per il momento, in attesa che siano effettuati i lavori di sistemazione, mi trasferirò in un appartamento del Seminario, in via Passerini».Benito Chiarabolli