Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Il Vescovo a San Domenico «C’è bisogno di comunità vive»

Telecamere e microfoni spenti, niente intervista, solo un caloroso applauso ha accolto il Vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti, negli studi televisivi di TeleSanDomenico a conclusione della visita pastorale nella parrocchia di San Domenico, ultima comunità di Arezzo in cui ancora il Vescovo non si era fermato. Una visita annunciata, dunque, ma che ha rinnovato con il Vescovo una fraterna partecipazione, ancora più stretta e concreta con questa «piccola-grande» emittente diocesana, una delle pochissime dell’Italia, come ha ricordato monsignor Basssetti, tanto più meritevole di attenzione poiché «con pochi mezzi e tanto cuore» riesce ad essere presente in una parte sempre più ampia del territorio grazie anche al potenziamento delle strutture con il digitale terrestre.Nella visita pastorale iniziata venerdì c’è stato tra i primi incontri quello con i piccoli della scuola materna «Bianca Maria Bianchini», con quelli dell’asilo comunale e con gli alunni della «Leonardo Bruni». Incontro semplici, spontaneamente festosi come sempre avviene quando monsignor Bassetti abbraccia i bambini ai quali si avvicina sempre con gioia e con i quali si intrattiene raccontando i suoi «ricordi», ascoltando i loro «pensieri» a volte espressi con timore a volte «spavaldamente». Poi gli appuntamenti previsti con i ragazzi del catechismo, con quelli del gruppo scout che sono stati i momenti più sereni di queste giornate. Ma quelli più significativi e toccanti hanno visto il presule al capezzale degli ammalati, vicino agli anziani (domenica pomeriggio c’è stato in particolare l’incontro di preghiera con gli anziani e gli ammalati del Villaggio Oriente) ai più soli a tutte quelle persone che, come ha ricordato più volte nelle omelie, sono coloro che soffrono in silenzio e sono la «Chiesa vera e viva». E proprio alla chiesa non come struttura di mattoni e calce (se pure bellissima come la basilica di San Domenico) il Vescovo ha fatto riferimento domenica mattina durante la S.Messa. Una Chiesa da vedere come comunità, di cui ogni cristiano è protagonista e alla quale ognuno di noi è partecipe ed ha qualcosa da offrire. Ciascuno è per la sua parte responsabile di quella perpetua nascita dall’alto senza la quale la Chiesa sarebbe niente di più che un monumento storico.Accomiatandosi domenica dalla comunità di San Domenico, monsignor Bassetti ha ringraziato il parroco, don Giuseppe Badii, i gruppi parrocchiali , tra i quali quello del Terz’Ordine Domenicano e in modo particolare il coro di San Domenico, diretto da padre Giovanni Serrotti, che ha animato tutte le celebrazioni liturgiche durante i tre giorni della sua visita. Una visita che, come del resto quelle del cammino fin qui percorso («dove ho donato ben 428 rosari, il che significa aver visitato singolarmente altrettante famiglie») ha dato modo al presule di conoscere realtà e bisogni che lo hanno avvicinato ancora di più ai fedeli della sua diocesi. Magari a San Domenico questa vicinanza è stata sentita, da una parte e dall’altra in modo ancora più stretto, fraterno, «familiare» perché la comunità è piccola ma attiva e, come ha sottolineato il Vescovo, concretamente viva spiritualmente. Come potrebbe essere altrimenti se a proteggerla c’è quel meraviglioso Crocifisso del Cimabue che è di per sè preghiera, perdono, affidamento, stupore e speranza cristiana.di Anna Maria Berni