In questo senso si pone al servizio della missione della Chiesa e si inserisce debitamente nell’ambito delle attività pastorali, con il compito di riflettere sulla vita ecclesiale e comunicare il sacro, il bello, l’antico, il nuovo, come bene culturale comune a tutti gli uomini. Così il museo diventa un patrimonio specifico della comunità parrocchiale perché possa comprendere l’importanza del proprio passato e maturare il senso di appartenenza alla sua Chiesa e al territorio in cui vive. Nello stesso tempo i beni culturali che sono esposti permettono di riscoprire, in quanto espressione della memoria storica, il cammino di fede delle generazioni passate attraverso le varie opere artistiche. Queste, per il loro pregio come il Compianto su Cristo morto di Luca Signorelli (nella foto), rivelano la capacità creativa di artisti, artigiani e maestranze locali che hanno saputo imprimere nella materia il proprio senso religioso, il proprio gusto per il culto divino e la loro devozione. Per il contenuto culturale, poi, ogni opera consegna alla società attuale la storia individuale e comunitaria della sapienza umana e cristiana. Nasce, così, una preziosa occasione per raccogliere le testimonianze della fede e coltivare la memoria, quasi un anello della catena che a partire dal passato si allaccia all’oggi per lasciare segni del futuro.don Giovanni De Robertis