Arezzo - Cortona - Sansepolcro

I giovani di Cortona ricevono il crocifisso del Cimabue

Promosso dal Centro di Pastorale giovanile, è incominciato domenica 1 ottobre dalla basilica di San Domenico in Arezzo il pellegrinaggio della croce, riproduzione del Cristo crocifisso di Cimabue. Domenica 3 dicembre inizierà il pellegrinaggio nel cortonese. Monsignor Giancarlo Rapaccini, responsabile della pastorale giovanile, ci fornisce alcuni spunti di riflessione.Monsignor Giancarlo, qual è il significato del «pellegrinaggio della croce»?«Vogliamo riportare la croce di Gesù al centro della vita spirituale dei giovani per scuoterli dall’apatia e renderli protagonisti dell’opera evangelizzatrice della Chiesa. Ricordare ai giovani l’impegno della missione significa dare loro la consapevolezza che, in un mondo smarrito, pieno di lacerazioni e di conflitti, vuoto di forti ideali, la croce di Gesù rimane una sorgente di amore, un segno di libertà, di comunione e di speranza».Non è controcorrente proporre ai giovani la croce?«I giovani amano la vita. Proprio per questo dobbiamo presentare loro proposte forti che li aiutino ad impegnarsi per gli altri, a comprendere che la vita vale solo se è vissuta come dono e come offerta».Oggi però si cerca di «velare» e di nascondere la croce.«Saranno i giovani a riscoprire e ad aiutare gli altri a riscoprire il vero significato della croce di Gesù, che è simbolo concreto e visibile dei grandi valori cristiani di solidarietà, di sacrificio, di comunione fraterna, per vincere l’egoismo, le rivalità, la violenza, l’indifferenza».I due bacci della croce: Fulton Sheen vi scopriva una forte valenza simbolica.«Sì, anche nella sua forma la croce è ricca di simbolismo: nel braccio verticale, come suggeriva il cardinale statunitense Fulton Sheen, scopriamo la profonda e insopprimibile aspirazione di ogni persona ad incontrare Dio; il braccio orizzontale ci dice la missione che ci viene affidata di portare comunione e salvezza al nostro prossimo».Così viene offerta l’occasione di riconsiderare e di vivere in maniera più profonda il cammino di fede.«La nuova evangelizzazione parte dai giovani per “contagiare” tutte le comunità della nostra diocesi. In trenta settimane la croce toccherà tutte le zone pastorali ed in ogni sosta si vivranno tre momenti-chiave: una veglia di preghiera, un incontro di formazione, una serata di festa».Quando e dove il pellegrinaggio vedrà la sua conclusione?«Il “viaggio” della croce è partito da San Domenico ad Arezzo e a San Domenico troverà la conclusione. Ha già sostato in ottobre ad Arezzo, ha percorso a novembre le parrocchie della Valdichiana. E domenica 3 dicembre la croce sarà consegnata a Cortona, dove rimarrà fino Natale; a gennaio sarà a Castiglion Fiorentino, a febbraio in Valtiberina, a marzo in Casentino, ad aprile nel Valdarno e nel senese».Come evidenziare l’idea conduttrice del pellegrinaggio?«Con le parole stesse di Gesù: “Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”».