L’attenzione dell’Avvento è tutta rivolta alla nascita, com’è giusto, al momento in cui Dio viene uomo tra gli uomini. E, su un altro piano, è rivolta alla festa che da quell’avvenimento trae significato ma che, laicizzata ed autonoma, sta camminando per una strada tutta sua. Eppure, del Natale, abbiamo un altro aspetto da considerare: dall’Annunciazione, il momento primo e fondante dell’Incarnazione, passando attraverso il riconoscimento di Elisabetta, il tempo è pieno solo dell’attesa di Maria. Una mamma come tante ma non qualunque: a lei è capitato qualcosa di speciale. E anche il suo rimanere presso Giuseppe è opera di Dio; di fatto, va contro le regole della sua società. L’eccezionalità della situazione non può sfuggirle e non può non darle pensiero. E’ per lei che una storia straordinaria avrà inizio, lei, che tutte le generazioni chiameranno beata ma che avrà il cuore trapassato dalla spada del dolore, come le dirà tra poco il vecchio Simeone. Lei, la fanciulla di Nazareth e la donna dell’Apocalisse vincitrice sul serpente di Eva. Conosce le scritture e sa chi è la Vergine di Isaia.Pensa Maria a queste cose, ripensa al saluto dell’angelo, a quell’attimo in cui non ha pensato ma solo detto «sì», oppure si sta ritagliando delle immagini consolanti del bambino che lei farà crescere con amore? Cosa pensa Maria nell’attesa, forse a Giuseppe che ha promesso di essere padre rinunciando a ogni altra realizzazione? Certamente considera che davanti al mistero non è che un umile strumento. La Madonna di Monterchi di Piero ci appare regale, assorta e consapevole del grave peso che porta, epifania del divino, carica di simboli e di significato.Ho qui tra le mani un’immagine distribuita non so più quanto tempo fa dalla Comunità dei Servi di Sansepolcro. Vi è raffigurata una Madonna nell’attesa del Parto di Vitale da Bologna, del 1355. E’ quanto rimane di un affresco scomparso. La fluida linea decorativa del gotico disegna una giovane donna, evidentemente incinta; ha le mani lunghe e fini abbandonate sulle ginocchia. La testa è reclinata sulla spalla, gli occhi socchiusi guardano verso un punto indefinito; in grembo, c’è un libro chiuso. La donna vive in un ambito tutto suo con l’atteggiamento di chi è assorto in qualche pensiero da trascurare qualunque altra attività. La Madonna sta pensando o meditando e il pittore ha reso questo suo isolamento e questo silenzio, mentre fuori c’è frastuono, il rumore della vita e della storia. In questa attesa Maria è ancora una donna con un suo mondo, con intime vibrazioni che saranno soffocate dalla presenza del Figlio. Dal momento della nascita questa sfera privata non ci sarà più, sarà solo la Madonna, la Madre di tutti. Una vita assorbita da una storia più grande di lei ma di cui rimane al centro.Giuliana Maggini