Parte dal circolo «Verso l’Europa» e dal suo presidente, Donato Palarchi, l’invito agli amministratori locali a non dimenticare le radici cristiane che affondano nell’aretino. Un appello lanciato durante la terza edizione del «Premio Europa» assegnato quest’anno al cardinale Achille Silvestrini, Prefetto emerito della Congregazione per le Chiese orientali. Una cerimonia che ha avuto come cornice la Sala dei Grandi del palazzo della Provincia di Arezzo affollata come di rado si vede per un appuntamento che ha richiamato personalità e gente comune da tutto l’aretino. In prima fila il Vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, monsignor Gualtiero Bassetti, con i rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell’ordine. L’incontro è stato aperto dalla canzone «Fratello sole, Sorella luna», omaggio a San Francesco ma anche a La Verna e Camaldoli, «terre aretine di spiritualità europea», secondo la definizione del Circolo. Proprio i due monasteri sono stati scelti come simbolo del premio consegnato a Silvestrini, il cardinale del dialogo che si è adoperato per «il superamento della divisione dell’Europa in due blocchi», è stato scritto nella motivazione. Un’azione che è stata elogiata dal sindaco di Arezzo, Giuseppe Fanfani, che ha ricordato l’opera del cardinale «per la crescita dei principi cristiani che sono alla base della civiltà europea». Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della Provincia, Vincenzo Ceccarelli, che ha parlato di Silvestrini come dell’uomo della riconciliazione che «è un antidoto allo scontro di civiltà». Il curriculum del cardinale è stato ripercorso da Filippo Maria Pandolfi, ex vice presidente della Commissione europa, a cui il Circolo aveva affidato la guida della cerimonia. «Silvestrini – ha sottolineato Pandolfi – ha avuto un ruolo fondamentale nella Segreteria di Stato vaticana e nei rapporti con gli stati». Momento centrale è stato la relazione di Vincenzo Cappelletti, presidente della Società Europea di Cultura. E’ stato lui che ha lanciato l’idea di un nuovo concilio dedicato alla creazione. ««La natura è lo specchio di colui che l’ha creata – ha affermato – E anche San Francesco si è sentito abbagliato dalla creazione». Poi la sollecitazione a ricreare il cenobio come «luogo di riflessione nei momenti di transizione». E un elogio all’ordine benedettino che «ci ha insegnato il rispetto della storia senza il quale non ci sarebbe l’Europa».G.G.