Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Mignone, il Vescovo dell’8 settembre

Sarà la sala «Aldo Ducci» in via Cesalpino ad Arezzo ad ospitare martedì 12 dicembre alle 17.30 la conferenza di Agostino Coradeschi dal titolo «Il vescovo Mignone nelle temperie del fascismo e della guerra». L’incontro organizzato dalla «Società Storica Aretina» sarà l’occasione per approfondire la figura del Vescovo che guidò la diocesi nell’intenso e difficile periodo compreso fra il suo insediamento avvenuto nella primavera del 1920 e alla fine della guerra. Molto più ampia la storia del magistero che lo vide pastore fino al 23 dicembre 1961, giorno della sua morte. Quando giunse ad Arezzo proveniva dalla diocesi di Volterra in cui era stato vescovo per dieci anni. Era nato in Piemonte nel 1864 a Cavatore in provincia di Alessandria. Timasto orfano di madre entrò in seminario e fu ordinato sacerdote nel 1887. L’anno successivo conseguì la laurea in Filosofia e Teologia. Ad Arezzo la sua prima attività fu finalizzata alla ripresa dell’attività sociale e religiosa in tutto il territorio. Negli anni del primo fascismo la sua voce si fece sentire con una lettera del dicembre 1923 indirizzata a Benito Mussolini per protestare per le violenze subite dal parroco di Castelluccio (Capolona) ad opera dei fascisti. Dal punto di vista religioso molto importanti furono il Congresso Eucaristico del 1924, quello Mariano del 1931 ed il Sinodo diocesano del 1935. Il forte legame con Arezzo si intensificò negli anni del conflitto e dopo l’8 settembre. Dopo i bombardamenti fra il 1943 e il 1944 la città rimase deserta. Il Vescovo Mignone non fece mancare la propria disponibilità offrendo ospitalità nella Curia vescovile che verrà chiamata «L’Arca di Noè».