E’ una formazione a lungo termine rivolta a piccoli gruppi di persone motivate, che alla fine saranno in grado di riportare – ciascuno nella propria realtà – l’annuncio del «Vangelo della vita», trasmettendo l’armonia tra fede e scienza, in una visione integrale della persona umana. Negli ultimi tre anni abbiamo preparato trentasei persone tra cui insegnanti di religione, coppie di sposi, educatori, medici.Sul tema dell’affettività e della trasmissione della vita ci rendiamo conto di quanto oggi sia essenziale l’educazione remota: partire da lontano per non arrivare troppo tardi. In collaborazione con la pastorale giovanile, nell’ambito del Pellegrinaggio del Crocifisso, stiamo così organizzando incontri di formazione anche per platee più numerose. La proposta concreta con cui traduciamo il termine «procreazione responsabile» sta in quello stile di vita che passa dalla capacità di continenza periodica. Su tale fronte portiamo avanti un counselling settimanale in materia di fertilità, insegnando il «Metodo Billings» a coppie che intendono ricercare o rinviare una gravidanza. Accompagnandole fino alla completa autonomia nella gestione della loro fertilità, è bello vedere come questa crescita nella consapevolezza corporea arricchisce in termini di serenità e relazione. E’ la risposta autentica e moderna ad un bisogno profondo. Ed è perciò che nella nostra fraternità di giovani famiglie sta crescendo un nuovo gruppo di insegnanti Billings le quali, dopo aver frequentato un apposito corso regionale, diventeranno operatrici qualificate su questo specifico campo dove «la messe è molta».In un cammino di aggiornamento permanente, alcuni di noi parteciperanno il 3 febbraio alla Scuola di bioetica e biopolitica organizzata alla Facoltà Teologica del Centro Italia: un seminario tenuto da docenti di spicco tra cui i professori Bellieni e Noia, Morresi e Roccella. Altri invece andranno al convegno internazionale L’eclissi della bellezza. Genocidi e diritti umani (Università Cattolica di Brescia e FederVita Lombardia) ad ascoltare i testimoni degli abissi di cui è capace l’uomo quando tenta di sostituirsi a Dio: da Auschwitz (Liliana Segre) alla Cambogia, passando per Ruanda, Armenia, gulag, foibe, fino al genocidio silenzioso chiamato aborto. Andremo soprattutto a guardare in faccia uno dei nostri autori preferiti,Wanda Poltawska: una psichiatra 86enne che, nella sua esperienza fuori dal comune, incarna la sintesi tra la «giornata della memoria» e la «giornata della vita». Sopravvissuta prima al lager di Ravensbruck (e agli esperimenti disumani dei medici nazisti), poi ad un male incurabile – i più la conoscono per questo miracolo di Padre Pio – ha speso la sua vita a difendere la dignità della persona e la grandezza dell’amore umano, scrivendo pagine stupende di bioetica «personalista». E lo ha fatto a quattro mani con il suo maestro ed amico fraterno Karol Wojtytla, di cui è stata straordinaria collaboratrice dalla gioventù fino agli ultimi giorni.Il nostro movimento culturale è dunque impegnato principalmente in uno sforzo formativo ed educativo (anche l’Unesco recentemente l’ha riconosciuta come l’emergenza più seria) ma procede di pari passo sia con un servizio di sostegno a gestanti in difficoltà, sia con il cammino spirituale che rimane la radice di tutta l’opera Casa Betlemme. Flora Gualdani, in particolare, si sta dedicando ad un lavoro di animazione religiosa popolare, facendo nascere in giro per la diocesi piccoli «cenacoli itineranti di preghiera»: lo scopo, in linea con lo statuto, è quello di riportare nelle case la Sacra Scrittura e il Rosario ma in modo coniugato con la dottrina della Chiesa, cioè con una sensibilizzazione di base sui temi di nostra competenza. Tutto ciò nella certezza che «senza Cristo non possiamo fare nulla» e che la preghiera è sempre lo strumento fondamentale dell’agire, anche nella difesa della vita. Il mese scorso la Chiesa aretina ha chiamato ad un tavolo di coordinamento tutte le associazioni direttamente impegnate su questo fronte: lì abbiamo condiviso la necessità di rinforzare la nostra rete locale partendo proprio dal pregare di più insieme. L’enciclica «Evangelium Vitae» ci ricorda che «è urgente una grande preghiera per la vita, che attraversi il mondo intero».di Davide Zanelli e Marina Bicchiega